[Resistenza] Newsletter del 09.03.2012



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Newsletter del 09.03.2012

Processo per il sito “Caccia allo sbirro”:
il giudice Pecorella di Bologna corre in soccorso del PM Morena Plazzi per cercare di tenere in piedi il castello di carta montato contro i compagni inquisiti!
 
Il 31 gennaio 2011 si è tenuta a Bologna la prima udienza del processo per il sito “Caccia allo sbirro” che vede imputati due membri del P.CARC, un membro del Sindacato Lavoratori in Lotta (SLL) e un altro compagno accusati di “violazione della legge sulla privacy, istigazione a delinquere e diffamazione” perché, secondo il PM Morena Plazzi, avrebbero creato e collaborato con il sito realizzato dal (nuovo)Partito comunista italiano [http://cacciaallosbirro.awardspace.info/].
Come abbiamo già illustrato nel nostro comunicato del 3 febbraio ’12 nel corso di questa udienza si è palesata in maniera evidente l’inconsistenza del procedimento orchestrato dal PM Morena Plazzi: tutti i testimoni interrogati dall’accusa (tutti dirigenti e agenti delle Forze dell’Ordine) hanno confermato che nessuna prova è stata trovata contro i compagni e lo stesso PM ha dovuto ammetterlo a più riprese. In quella prima udienza si è inoltre scoperto che il materiale informatico sequestrato l’8 aprile del 2009 al compagno del SLL Vincenzo Cinque è rimbalzato tra la Procura di Bologna e quella di Napoli senza mai essere analizzato!
Il giudice Pecorella a questo punto, raccogliendo le richieste del PM Plazzi, nell’udienza tecnica del 21 febbraio ha ordinato quanto segue:
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VIGILANZA DEMOCRATICA
Fermo immagine dal filmato che ha fatto tanto parlare (e indignare) media e politicanti. “Una provocazione”, l’hanno giudicata, tanto che il carabiniere ha ricevuto pure un encomio solenne per non aver reagito.
Cosa dice il manifestante, in cosa consiste la provocazione?
“Che pecorella sei? Non hai un numero, un nome, un cognome? Niente, vero? Lo sai che sei illegale?
Dovresti avere un numero di riconoscimento... Così io non so chi sei, ma tu sai chi sono io...”
 
 
Risposta alla lettera di un poliziotto al movimento NO TAV
 
Chi scrive è un ex operaio della ThyssenKrupp di Torino, la famigerata acciaieria dove il 6 dicembre 2007 sono morti arsi vivi in nome del profitto 7 amici e colleghi di lavoro.
Da tempo vivo a Milano (la vita va avanti) e domenica mentre in streaming sul sito di radio BlackOut sentivo la diretta della Val di Susa mi sono messo a scrivere questa lettera, in risposta a Maurizio Cudicio, che su fb, nel gruppo da lui fondato “MOVIMENTO POLIZIOTTI”, in una nota ha scritto una lettera rivolta ai No Tav in cui prende le difese del Corpo e del carabiniere sardo (come me) che ha resistito alla “provocazione” di esser chiamato “pecorella” (quale affronto!!)
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A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione,
RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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