No Tav. Una lunga giornata di resistenza, tra botte, gas, insulti



No Tav. Una lunga giornata di resistenza, tra botte, gas, insulti

Giovedì 1 marzo, ore 3,46. Si è appena conclusa una lunga giornata di
resistenza. Una di quelle che resteranno impresse nella memoria.
Per oltre quattro ore i No Tav hanno resistito sull’autostrada e sulle
rampe di accesso. Seduti in terra, tra slogan e canti. Il più gettonato,
pressati dai poliziotti in tenuta ninja, è stato “Vamos alla playa”.
Poi la polizia porta via di peso, uno ad uno, i No Tav seduti sul’autostrada.
Guarda il video:
http://www.youreporter.it/video_Manifestanti_NoTav_sollevati_di_peso_dalla_polizia

Anche i giornalisti vengono allontanati con modi un po’ bruschi dalla
polizia. Guarda il video:
http://www.youreporter.it/video_Polizia_vs_giornalisti_durante_allontanamento_NoTav

Il dispiegamento di polizia era impressionante, le luci blu dei blindati
rompevano la notte.
Il fronteggiamento è andato avanti per ore e ore. Intorno alle nove di
sera era tutto un brulicare di bandiere e persone.
Poi hanno piazzato gli idranti, calato le visiere, indossato le maschere
antigas. Hanno bagnato e picchiato e ancora picchiato. Si sono accaniti su
tutti con determinata ferocia. Poi hanno sparato i gas: la notte si è
fatta densa di fumo bianco, acre, velenoso. Hanno sospinto la gente giù
dalla rampa, sino al bivio con la statale 25. Una marea di uomini blu.
Non paghi hanno sparato i lacrimogeni nella case della frazione Vernetto:
in una di quelle case c’era un anziano che si stava spegnendo. Come vere
truppe di occupazione hanno proceduto sin dentro il paese, dando la caccia
a chi cercava rifugio. Tante case e tanti cortili si sono aperti ad
ospitare la gente. Diversi No Tav sono stati rastrellati lungo il
percorso, malmenati e caricati a forza su un furgone. In sei verranno poi
condotti in questura a Torino.
Alcuni No Tav avevano trovato rifugio in un bar ristorante lungo la
strada: una ventina di uomini dell’antisommossa spaccano a calci e
manganellate la vetrata di ingresso ed irrompono urlando con il volto
mascherato da passamontagna. Sbattono la gente contro il muro, la tirano
fuori dal bagno, mentre una bambina scoppia a piangere.
Guarda il video dell’irruzione:
http://www.youreporter.it/video_Polizia_sfonda_vetrate_bar_a_caccia_dei_NoTav

Le auto lungo il percorso vengono danneggiate a colpi di manganello, le
gomme vengono tagliate.
Intorno alle 10,30 alla rotonda che immette sull’autostrada la polizia
carica ancora un ultimo gruppo che si stava radunando in zona.
Bussoleno sembra un paese in guerra. È un paese in guerra.
Intorno alle 11 i resistenti No Tav si ritrovano al Polivalente, la sala
che ha ospitato tante assemblee popolari, quelle della rabbia e quelle
della festa, quelle della riflessione pacata e quelle del tempo che si
accelera.
Tanti zoppicano, si massaggiano un braccio, un’anca, la testa. Parecchi
sono fradici dopo la doccia fredda al peperoncino sparata dagli idranti
montati sui blindo della polizia.
Si intrecciano i racconti, si contano i feriti, si mettono insieme i
frammenti di una serata di guerra.
Si discute sul da farsi.
Non ci sono dubbi: domani si torna a mettersi di mezzo. Le botte, la
caccia all’uomo, gli insulti – vecchia ubriacona ad un’anziana compagna da
sempre in primissima fila – il veleno bianco del gas non ci fermano. Anzi!
Dall’assemblea parte un appello all’Italia, perché domani – ormai da
lunghe ore è già oggi – in ogni dove ci siano blocchi, azioni, iniziative.
L’appuntamento è per le 18 a Bussoleno.
La Valsusa paura non ne ha.

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