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[Resistenza] Aderire e partecipare al corteo contro TAV e repressione del 25 febbraio in Val Susa
- Subject: [Resistenza] Aderire e partecipare al corteo contro TAV e repressione del 25 febbraio in Val Susa
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Tue, 21 Feb 2012 05:37:34 -0800 (PST)
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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo
(CARC)
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e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
Direzione Nazionale
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Newsletter del 21.02.2012
Aderire e partecipare al
corteo contro TAV e repressione del 25 febbraio in Val
Susa
Raccogliere, estendere e
applicare su ampia scala gli insegnamenti del movimento NO
TAV
“Supportare le istanze del movimento
NO TAV che sempre più sta diventando simbolo di riscossa per chi lotta contro i
poteri forti e riferimento per le idee di un altro mondo possibile”. Questa
conclusione dell’appello che convoca la manifestazione del 25 febbraio
in Val Susa sintetizza sia perché le autorità borghesi si sono accanite e si
stanno accanendo contro il movimento NO TAV (le perquisizioni, le denunce e gli
arresti del 26 gennaio sono solo l’ultimo atto, che fa il paio con la
militarizzazione del territorio, le ripetute cariche di polizia, i blocchi di
strade e ferrovie per impedire l’afflusso di manifestanti, ecc.), sia
l’importanza di un movimento che è diventato, effettivamente, un punto di
riferimento per la lotta delle masse popolari non solo contro la crisi e i suoi
effetti, gli arbitri dei poteri forti, le speculazioni e la devastazione del
territorio, ma anche e soprattutto per la prospettiva, per la costruzione di
un’alternativa al degrado materiale e
morale in cu la borghesia sta
spingendo le masse popolari e i lavoratori.
Con la resistenza alla repressione,
la lotta contro la repressione e la solidarietà è possibile trasformare le
operazioni repressive in uno strumento per estendere coordinamento, unità e
lotta!
Con l’operazione repressiva del 26
gennaio il governo Monti ha tentato di assestare un colpo al movimento NO TAV,
di indebolire il consenso, il sostegno e la simpatia popolari di cui gode e,
contemporaneamente, di far indietreggiare tutti quei settori popolari che si
sono mobilitati e si stanno mobilitando contro le misure infami (“riforme”) che
la BCE e le altre
istituzioni del mercato finanziario vogliono imporre per fare dell’Italia terra
di conquista per banchieri, finanzieri, speculatori e palazzinari, come stanno
facendo in Grecia, in Portogallo, in Spagna e nel resto d’ Europa e del mondo.
E’ lo stesso messaggio che Napolitano ha ribadito pochi giorni fa: “in Italia
non saranno tollerate manifestazioni che travalicano la legalità”. E’ il canto
del cigno di una classe che è seduta su un barile di polvere: Monti, Napolitano,
Marchionne possono compiere la loro opera
criminale solo se riescono a
convincere le masse popolari che non c’è niente da fare, che questo è l’unico
mondo possibile, se riescono a disgregare, i dividere e distogliere dalla lotta
con le buone o con le cattive. La manifestazione del 25 febbraio insieme
alle iniziative e prese di posizioni di solidarietà con gli attivisti NO TAV che
si sono susseguite nelle settimane scorse sono la dimostrazione che con la
resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione e la solidarietà è
possibile trasformare le operazioni repressive in uno strumento per estendere
coordinamento, unità e lotta! Contro le masse popolari organizzate e decise a
vincere non c’è criminalizzazione e repressione che tenga!
Contro le misure delle
autorità borghesi si lotta per impedire che vengano decise e, se vengono
comunque prese contro la volontà popolare, si lotta dopo per impedirne e
boicottarne l’attuazione.
Vale per la TAV come per l’Expo 2015 di Milano, per
il CCNL e l’art. 18 come per la “riforma” delle pensioni, per l’acqua pubblica
come per il piano Marchionne, per l’IMU come per la tassa sui permessi di
soggiorno, per Fincantieri come per le “liberalizzazioni” contro i lavoratori
autonomi! Basta con la “opposizione di opinione”! Non è vero che quando le cose
vengono decise dalle autorità bisogna rassegnarsi, non c’è più niente da fare,
la partita è chiusa! Ribellarsi è giusto, necessario e
possibile!
Rendere ingovernabile
il paese a ogni autorità che mette i profitti di un pugno di sfruttatori, di speculatori
e di ricchi al di sopra degli interessi della
maggioranza della popolazione.
Rendere ingovernabile il paese vuol
dire non solo ribellione e disobbedienza alle misure,
alle decisioni, alle leggi e alle regole delle autorità borghesi, ma anche
mobilitazione e organizzazione delle masse a gestire parti crescenti della loro
vita associata (attività e relazioni, soluzioni ai problemi, ecc.) da parte
di un centro
autorevole diverso e contrapposto alle attuali autorità centrali e locali della
borghesia.
Legare e mettere in sinergia la
mobilitazione NO TAV con lo sciopero del 9 marzo indetto dalla FIOM e con la
mobilitazione del 31 marzo “Occupyamo Piazza Affari”.
Lotta contro le grandi opere
speculative, beni comuni, difesa dei posti di lavoro e dei diritti sindacali,
tutela dell’ambiente, lotta contro la repressione e le prove di fascismo, contro
la militarizzazione e la guerra: sono tutte componenti di un’unica lotta, di un
unico movimento per costruire un’alternativa politica al governo dei banchieri e
degli speculatori.
Il movimento NO TAV è probabilmente
il movimento popolare più autorevole e riconosciuto che, combinato e coordinato
con il movimento per difendere il CCNL e l’art. 18, la generale mobilitazione
per la difesa e lo sviluppo dei beni comuni e l’obiettivo di garantire a ogni
adulto un lavoro dignitoso (se vogliamo schematizzare, stiamo parlando di FIOM,
sindacati di base, Comitati per l’acqua pubblica…) può diventare facilmente
parte decisiva nella lotta per cacciare Monti e il suo governo e costruire un
governo di emergenza popolare. Il movimento NO TAV
spinge alla costruzione e ha bisogno dell’instaurazione di un’autorità centrale,
un governo che sia espressione di quanti mettono al centro l’interesse
collettivo, la salute pubblica, i beni comuni anziché il profitto al di sopra di
tutto e di tutti.
E è per questo che, in un’ottica di
sviluppo e di “sinergia”, la manifestazione del 25 febbraio deve essere legata,
idealmente e praticamente, alle mobilitazioni delle settimane successive, in
particolare lo sciopero del 9 marzo indetto dalla FIOM (che diventi uno sciopero
generale e generalizzato! Ogni
organizzazione operaia e popolare può e deve contribuire in questo senso!) e
alla mobilitazione “Occupiamo Piazza affari” del 31 marzo.
25 febbraio da Bussoleno a Susa -
Manifestazione contro TAV e repressione
Il nostro Partito sarà presente con
uno spezzone che raccoglie e rilancia le parole d’ordine dell’appello che
convoca il corteo. Un’unica lotta, un solo nemico! Cambiare questo paese e
conquistare il futuro dipende da ognuno di noi!
La borghesia e il clero non hanno
una soluzione alla crisi che non sia l’aumento dello
sfruttamento e della miseria, la guerra fra poveri, la conquista di “spazi
vitali” per i loro investimenti, la guerra fra stati.
Le masse popolari una soluzione
positiva alla crisi ce l’hanno: possono riorganizzare le attività
economiche e tutta la vita sociale facendo a meno di capitali e profitti, di
prestiti e debiti, di banche e istituzioni finanziarie.
A proposito di solidarietà e
lotta contro la repressione…
Oggi si tiene a Bologna un’udienza
tecnica del processo “Caccia allo sbirro” per cui 4 compagni sono imputati di
aver collaborato con l’omonimo sito creato dal (nuovo)PCI per rendere pubblici i
nomi e i volti degli agenti protagonisti delle operazioni repressive contro il
movimento popolare, siano essi infiltrati, picchiatori del reparto mobile,
polizia politica e i loro mandanti. Gente che, protetta dall’anonimato, opera
ANCHE contro le stesse leggi che pretende di difendere e che, anche nel caso in
cui viene denunciata, gode dell’impunità (basta ricordare i tanti, troppi casi
di omicidi dentro e fuori le caserme che si concludono con assoluzioni o
condanne irrisorie).
Con il sito “Caccia allo sbirro” il
(nuovo)PCI ha fornito uno strumento per sviluppare e praticare la vigilanza
democratica, una pratica che quanto più si diffonde, tanto più incrina il muto
di gomma che protegge i criminali di stato.
Firma e fai firmare l’appello in
solidarietà con i compagni sotto processo perché la lotta per la vigilanza
democratica riguarda tutto il movimento popolare di resistenza agli effetti
della crisi, è un pilastro della mobilitazione per invertire la rotta e
rimettere il nostro paese su una via di progresso. Vedi le adesioni
[aggiornate al 10 febbraio].
Sostieni la resistenza dei
compagni inviando un contributo economico al
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-
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1 - 40124, tel.
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(segreteria)
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