Il governo Monti e la riforma-deformazione del lavoro. Documento da inviare e diffondere se condiviso



 
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici
                il Movimento ha preparato questo documento per il Governo sui problemi del lavoro; per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato. Gli indirizzi:

Pres. Giorgio Napolitano, presidenza.repubblica at quirinale.it  (nome, cognome, indirizzo obbligatori, altrimenti cestinati);

Premier Mario Monti, centromessaggi at governo.it

Min. Elsa Fornero, ufficiostampa at lavoro.gov.it

Segr. Pier Luigi Bersani, segr.bersani at partitodemocratico.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al Presidente Giorgio Napolitano

al Premier Mario Monti

al Ministro Elsa Fornero

al Segr. PD Pier Luigi Bersani

 

Il governo Monti e la riforma-deformazione del lavoro

 

Il premier Monti afferma incautamente che il posto stabile di lavoro è “monotono”;

probabilmente perché egli ha avuto sempre la sicurezza di un posto stabile nell’università;

non solo, ma ha potuto combinarlo con diversi incarichi extra. Ha avuto il privilegio dell’uno e dell’altro.

Il premier Monti e la ministra Fornero affermano incautamente che l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, quello per cui non si può essere licenziati se non per una giusta causa, non è un tabù; pensano dunque a un licenziamento per una causa ingiusta, o per una giustizia più corriva, con dei giudici che un’apposita legge renda più corrivi.

 

Dimenticano che il lavoro stabile è un diritto fondamentale della persona umana,

senza del quale essa (e con essa la famiglia) viene abbandonata alla precarietà,

viene menomata nella sua dignità e nel suo stesso essere.

 

Dimenticano che assicurare un lavoro stabile ai cittadini è un dovere fondamentale dello stato;

poiché lo stato si genera da una cessione di diritto del cittadino,

e questa cessione avviene in ordine alla tutela e promozione del cittadino stesso,

tutela e promozione che si realizzano amzitutto nel lavoro, nel posto di lavoro.

 

Se è un dovere dello stato, lo è per quelli che lo stato gestiscono, premier, ministri.

È loro dovere assicurare la tutela e la promozione del cittadino, quindi il lavoro stabile per tutti, nella misura maggiore possibile.

 

Vogliono riformare il lavoro, ma come? a vantaggio dei lavoratori? o a vantaggio del capitale?

Comincino col garantire loro un lavoro stabile, anziché facilitare il licenziamento;

col riformare la legge Biagi, che favorisce il lavoro precario (i precari sono circa 4 milioni);

introducano il reddito minimo garantito, come in Francia (dove per il 2012 è di euro 1096,94 netti mensili); e la pensione minima garantita, o preferiscono certe attuali pensioni da fame?

vedano di colmare il divario tra i salari italiani e quelli dei maggiori stati europei (circa il 30%; per Germania e Inghilterra il 50%);

vedano di ridurre la settimana lavorativa: se la produttività si è raddoppiata, l’orario di lavoro dovrebbe dimezzarsi, dalle 40 alle 20-24 ore settimanali (6 al giorno per 4 giorni); e ci sarebbe anche lavoro per tutti. O almeno introducano le 35 ore, come Jospin in Francia.

 

Vogliono riformare il lavoro? riformarlo o deformarlo?

Lecce, febbraio 2012

                                                                  Per il Movimento, il Responsabile

                                                                            Prof. Arrigo Colombo

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag  web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia