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[Resistenza] I: Per uno sciopero unitario dei sindacati di base e conflittuali
- Subject: [Resistenza] I: Per uno sciopero unitario dei sindacati di base e conflittuali
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Tue, 8 Nov 2011 03:35:46 -0800 (PST)
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Inoltriamo per far conoscere questa
importante presa di posizione perchè rappresenta un segnale importante per
sviluppare ad un livello superiore il coordinamento e l'azione della sinistra
delle organizzazioni sindacali.
Direzione Nazionale del
P.CARC
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ALLE DIRIGENZE LOCALI E NAZIONALI DEI
SINDACATI DI BASE
USB, CUB, COBAS, UNICOBAS, SNATER,
SLAICOBAS, USI
Parma, 5 novembre 2011.
Risulta veramente difficile comprendere le
ragioni di due scioperi generali indetti dal sindacalismo di base nel giro di
due settimane (17 novembre, 2 dicembre), soprattutto nel momento in cui i
lavoratori stanno pagando il prezzo più alto della crisi in atto e, in
particolar modo i salariati, dovranno sborsare in termini monetari e di
riduzione di welfare (che ricordiamo è semplicemente salario indiretto) una
quota di reddito e di “vita” che produrrà veri e propri sconvolgimenti nelle
relazioni familiari, sociali e culturali.
In un momento epocale, dove è palese che il
sistema capitalista usa la sua stessa crisi per riorganizzare lo sfruttamento
di classe, è triste dover assistere alla frammentazione delle
espressioni di lotta che le componenti di base, con l’ambizione di essere le
più avanzate del sindacalismo conflittuale, pongono in essere dimostrando la
mancanza di lucidità nel comprendere i desideri e i bisogni di chi tutti i
giorni lavora, fa sindacato, parla con i lavoratori e con le lavoratrici,
produce e si riproduce in un sistema di sfruttamento globale dove la classe
padronale unita conduce metodicamente un attacco sistematico alle nostre
esistenze ed agli spazi di democrazia, democrazia intesa come espressione delle
lotte storiche del movimento dei lavoratori.
Vedete, è sconfortante già di per se
scioperare e non ottenere nulla, anzi in tempi di crisi l’astensione dal lavoro
risulta per molti padroni, siano essi ministeriali o privati, una manna dal
cielo in quanto il risparmio di stipendi razionalizza, per loro in bene,
l’esborso mensile di salario, e diciamolo pure con un disagio spesso
impercettibile per l’utenza e la produzione, qualora lo sciopero non raggiunga
cifre considerevoli.
A questo si aggiunga anche la lunga
schiera dei precari e dei vari lavoratori atipici che sono espressione della
frammentazione della forza lavoro che non possono, per ricatto e per
inopportunità, scioperare.
E noi, dalla base sindacale, cosa e come
rispondiamo? Riproducendo in scala le divisioni di conflittualità che il
capitale nazionale e internazionale, con Bce e Fmi in testa, auspicano e
legittimano.
Ora occorre uno sforzo di dignità, di
modestia e di comprensione che parta dai vertici dei sindacati di base a volte incapaci di
superare le rivalità e le distinzioni che si producono nel corso dell’attività
politica e sindacale.
Servono iniezioni di umiltà e di capacità
di sintesi politica e di lotta che superi lo sciopero residuale e minoritario
proponendo invece, sul modello di altri paesi del mediterraneo, lo sciopero
realmente generale che vada a colpire al cuore la produzione capitalistica.
Lo sciopero, che coinvolga realmente e
materialmente la classe e tutti i lavoratori, non deve essere inteso come una
protesta di ordine morale, ma deve essere inteso come una parte fondamentale
della lotta di classe e deve influire concretamente sul reale processo di produzione
capitalistica; insomma lo sciopero deve “danneggiare” i padroni e lo stato
borghese.
Se uno sciopero non racchiude queste
intenzioni e queste pratiche risulta inefficace ed innocuo.
Siamo sull’onda di un cambiamento radicale
delle relazioni politiche, sindacali e sociali e spiace dirlo ma questi due
scioperi generali recano in se la scarsa lettura del reale e mettono in seria
discussione l’operato di chi veramente dalla base lavora e crede nell’unità
della lotta e della classe che sta marcendo, sola, senza
rappresentanza politico-sindacale reale, nella giungla del liberismo e
dell’impotenza.
Se si è ancora in tempo fermiamo
le rispettive indizioni di sciopero e davvero uniamo le forze affinché
Roma sia colorata dalle nostre bandiere per dare un segnale unitario che ci
siamo e facciamo sul serio, per iniziare una lotta di lunga durata
che sarà dura e che necessita di un sindacato di base unito, forte e
coeso, nella lotta, benché le analisi possano giustamente divergere
nella ricchezza delle vedute.
Piermichele Pollutri, Coordinamento
regionale Usb Emilia-Romagna
Laura Bergamini, Coordinamento provinciale
Usb, Parma
Enrico Calzolari, docente, iscritto Cobas
Scuola Parma
Andrea Zini, assegnista di ricerca, Usb
Parma
Francesca Brusca, delegata Coop. Sociali,
Usb Parma
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domenica 6 novembre 2011
PER UNO SCIOPERO UNITARIO DEI SINDACATI DI BASE E CONFLITTUALI
APPELLO AI GRUPPI DIRIGENTI DEI SINDACATI DI BASE E
ALTERNATIVI
L’attacco alle condizioni di vita e alla
dignità di lavoratrici, lavoratori e ceti popolari ha assunto in questi mesi
dimensioni gigantesche, e nulla di buono si profila all’orizzonte, anche nel
caso dovesse cambiare il quadro politico e di governo. Sostanzialmente si
chiedono sacrifici ai soliti noti e si punta a far pagare i costi della crisi
economica e del debito pubblico ai più svantaggiati.
Di fronte a questo attacco la risposta del sindacalismo di base è stata l’indizione di due “scioperi generali” a distanza di due settimane uno dall’altro: il 17 novembre (Confederazione Cobas e Cub) e il 2 dicembre (USB, Slai-Cobas, CIB-Unicobas, Snater e Usi-Ait).
Noi sottoscritti delegati, militanti e iscritti appartenenti a diversi sindacati di base e alternativi, pensiamo che questa scelta sia assurda e del tutto improponibile a lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo o con i quali ci incontriamo tutti i giorni sui posti di lavoro.
Non vogliamo entrare nel merito delle divergenze tra i nostri gruppi dirigenti, considerato che si tratta di contrasti di natura politico-partitica che nulla devono avere a che fare con una lotta sindacale indipendente e alternativa oggi più che mai necessaria.
Non esiste un solo motivo di natura sindacale per il quale non si possa scioperare tutti insieme contro le manovre del Governo e i diktat di Commissione Europea e Banca Centrale.
Chiediamo pertanto a tutti i gruppi dirigenti delle nostre organizzazioni sindacali di recedere dalle rispettive proclamazioni, di fare un passo indietro e indicare un’altra data comune per una mobilitazione unitaria, maggiormente in grado di raccogliere consenso e partecipazione.
Per
adesioni: uniamocidalbasso at gmail.com
indicando
COGNOME
NOME CITTà
LUOGO DI LAVORO
DELEGATO/A RSU O ALTRO INCARICO
SINDACALE
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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