Torino. Crisi e guerra ai poveri: punto info al Balon



Torino. Crisi e guerra ai poveri: punto info al Balon

Sabato 15 ottobre
ore 10/15
al Balon – via Andreis angolo via Borgodora (se piove in piazza della
Repubblica sotto i portici all’angolo con corso Giulio)
Presidio e punto info su crisi e guerra ai poveri

Venerdì 28 ottobre
ore 21
in corso Palermo 46
conferenza/dibattito

La macchina truccata
Economia e finanza ai tempi della crisi… per saperne di più e imparare a
farne a meno

Interverrà Francesco Carlizza, economista e anarchico romano, autore
dell’opuscolo “Manovra finanziaria e crisi” curato dal Gruppo anarchico
“Cafiero”


Di seguito il comunicato della Commissione di Corrispondenza della
Federazione Anarchica Italiana

15 ottobre. Azioni degne
Viviamo tempi grami. Tempi di guerra.
Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno muore di lavoro, ucciso da un sistema
che divora le vite e favorisce i profitti dei soliti pochi.
Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno muore in una delle tante guerre che
insanguinano il pianeta, ucciso da un sistema che vive di massacri,
massacri di povera gente che muore per alimentare i fantasmi della nazione
e della religione.
Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno muore mentre scavalca un muro, mentre
brucia una frontiera, ucciso da un sistema che si fonda sulla schiavitù,
sul lavoro nero ed asservito dei senza carte.
Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno muore perché ha mangiato o respirato i
veleni che soffocano la terra, ucciso da un sistema che sta distruggendo
l’aria, l’acqua, la vita stessa.

Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno viene ucciso dal capitalismo, da un
sistema che si nutre di rovine e lascia alle proprie spalle solo rovine.
Ogni giorno, in ogni dove, qualcuno viene ucciso dallo Stato, stritolato
da un sistema che tollera il dissenso solo nei canali già tracciati della
protesta che non inceppa la macchina da guerra che ci controlla e ci
opprime.

La crisi di questi ultimi anni rende più feroce la guerra contro gli
sfruttati e gli oppressi.

La crisi è dei padroni. Usano questo termine come grimaldello per
convincerci che siamo sulla stessa barca, che dobbiamo pagare tutti per
tenerla a galla. Dimenticano che questa barca non è la nostra, non è
nostro neppure il remo cui siamo incatenati.
Il giocattolo è esploso in mano ai padroni: Non sanno più dove sbattere la
testa ma provano, giorno dopo giorno, a farci pagare il costo del loro
fallimento.

La crisi c’è: ne scontiamo le conseguenze ogni giorno. Ben lo sa chi non
ha lavoro, chi è in nero, migrante, precario. La precarietà segna
l’orizzonte di questi anni: il precario è invisibile, scambiabile, usa e
getta: merce meno preziosa degli arredi degli uffici.
Lo sanno anche quelli che un impiego “garantito” ce l’hanno ma assaporano
il terrore nei posti di lavoro, le continue minacce e ricatti, il
dispotismo di padroni e manager, i tagli ai salari, l’erosione drammatica
della libertà di associarsi e scioperare.
A tanti tocca vivere nel timore di non farcela a pagare il mutuo, il
fitto, i libri per i figli che studiano, i ticket per chi è malato.
Tanti, sempre più, sono stanchi, stanchi di pagare le guerre, le grandi
opere inutili, i privilegi di pochissimi. Cresce l’indignazione, cresce la
rabbia. Ma ancora, purtroppo, non sa farsi azione politica e sociale
diffusa, radicata quanto radicale. Azione che sappia prescindere dal
quadro politico, dal gioco elettorale, dall’abitudine alla delega.
Gli sfruttati non hanno bisogno di un nuovo governo ma di prendersi la
propria vita e il proprio futuro, fuori dai giochi di chi si candida
ancora una volta al ruolo di partito di governo e di opposizione.

Noi diciamo a chiare lettere che questo sistema non è riformabile. Con la
conoscenza, la sperimentazione e la fantasia è possibile prefigurare una
relazione sociale, che, fuori e contro le categorie solidificate
dell’economico, possa soddisfare i bisogni di tutti gli esseri viventi. Da
ognuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni.
Come anarchiche ed anarchici denunciamo le convulsioni del sistema,
indicando la via dell'autogestione e del comunismo libertario. Di questi
tempi, mentre le chiacchiere stanno a zero, noi che non ne facciamo,
troviamo persone sempre più attente alle nostre idee.

Abbiamo guardato con interesse alle “primavere arabe”, anche se oggi gli
esiti non possono che preoccuparci.
Con altrettanto interesse guardiamo oggi i movimenti “indignati” del nord
del mondo.
Molte delle nostre compagne e compagni sono nelle piazze di Stati Uniti,
Spagna, Grecia.
La bandiera rossa e nera dell'anarchismo comunista ed organizzatore sempre
più spesso sventola sulle barricate di tutto il mondo.

Abbiamo sostenuto, l'appello “popoli d'Europa insorgete!” che da
Barcellona ha aggregato, giorno dopo giorno, i movimenti di resistenza
sociale europei.

Facciamo nostra la giornata del 15 ottobre, perché ogni giorno, in ogni
dove, ci battiamo per la nostra dignità e per quella di tutti quelli cui è
negata.

Saremo presenti nelle manifestazioni che si terranno a Roma e in decine di
città del nostro paese, per sostenere le ragioni di una lotta che non è
per il potere ma contro il potere. Ogni potere.

Anche noi diciamo che il debito non lo paghiamo, perché l’unico debito che
abbiamo è verso chi verrà dopo di noi. Verso i figli cui vorremmo lasciare
un mondo migliore di quello che conosciamo.
Vogliamo costruire, con l'autogestione, lo spazio pubblico non statale nel
quale le donne e gli uomini potranno vivere oltre la crisi del sistema.

Per noi anarchici l’indignazione verso un mondo intollerabile da sempre
segna il tempo della lotta per costruirne uno nuovo, tanto diverso, che
comincia a vincere quando entra e si installa saldamente nei cuori di chi,
ogni giorno, in ogni dove, è forzato a vivere senza dignità, che non sia
quella di chi alza la testa e dice no. La dignità di chi dice “se ne
devono andare tutti”, la dignità di chi non vuole un nuovo governo, la
dignità di chi sa e può autogestire le lotte per autogestire la società.
La dignità di chi sa che il capitalismo non è l’unico orizzonte possibile,
che riprendersi la terra, le fabbriche, i saperi si può.


Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torino
Corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21
338 6594361 fai_to at inrete.it