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Settimo T.se: Punto info No Tav sabato
- Subject: Settimo T.se: Punto info No Tav sabato
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 29 Sep 2011 17:30:51 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Settimo T.se: Punto info No Tav sabato Sabato 1° ottobre al mercato di Settimo PUNTO INFO NOTAV ingresso via gen. Dalla Chiesa dalle 9,30 alle 14 Bus 51 – fermata mercato via Dalla Chiesa Dalla Stazione Fs di Settimo: Via Roma, a sx via Mazzini, a dx via Astegiano, a dx via Matteotti, via Castiglione, al semaforo a dx via Dalla Chiesa Il Tav – Treno ad alta velocità - è un opera inutile, dannosa, distruttiva. Un’opera che ha già devastato mezza Italia. Ovunque inquinamento del suolo, rumore insopportabile, perdita di fonti idriche, distruzione irreversibile dell’ambiente, case abbattute, città spezzate in due da muraglioni. Ogni chilometro di linea costruita in Italia è costato la vita ad un lavoratore. La nuova linea tra Torino e Lyon – o, meglio, tra Settimo e Lyon costerà a noi tutti circa 22 miliardi di euro. Per un centimetro di Tav si spenderanno 1200/1300 euro, come il salario di un operaio. Il Tav tra Torino e Lyon è un ingranaggio di una macchina “legale” di drenaggio di soldi pubblici per fini privati. Soldi sottratti ai treni per chi lavora, alle scuole per i nostri figli, ad una sanità decente per tutti. Sinora sull’affare Tav ha guadagnato chi costruisce, i signori del cemento e del tondino, amici a destra come a sinistra, abbiamo perso noi tutti. Governo e opposizione raccontano le stesse favole di progresso e ricchezza, mentre si rubano il nostro futuro, saccheggiano il territorio, sottraggono risorse alla vita nostra e dei nostri figli. Grandi opere e guerra: è il motivo dominante di questi anni. Si spende per armi e soldati, si spende per arricchire i soliti pochi. Molti credono che il TAV Torino-Lyon sia solo un affare valsusino ma si sbagliano: l’impatto dell’opera e dei cantieri che per 30 anni sventreranno Torino e i paesi della cintura sarà fortissimo. Persino il commissario straordinario per la Torino Lyon, Mario Virano, ammette che ben 250.000 persone dovranno fare i conti con i cantieri del Tav. Uno su 4 di noi. Per 30 anni. A Settimo faranno un cantiere di 140.000 metri quadri: l’equivalente di 24 campi da calcio. I lavori dureranno decenni ed andranno avanti giorno e notte: alcune case dovranno essere buttate giù, per altre i rischi per la stabilità sono enormi. Per un’opera utile come la metropolitana ci sono stati danni alle abitazioni in via Nizza e allagamenti dei cantieri. Provate ad immaginare cosa capiterà a Settimo, in un territorio dove c’è già l’autostrada, la statale, la linea ferroviaria normale e quella ad alta velocità. Come se non bastasse vogliono costruire un mostro sparadiossina come l’inceneritore, mentre basterebbe impegnarsi seriamente nella riduzione, nel riuso, nel riciclo. In Germania in pochi anni sono risusciti a sfiorare il risultato di zero rifiuti. La retorica di chi vuole il Tav ad ogni costo è piena di due espressioni ripetute come una pubblicità ossessiva perché ci entrino bene in testa: “progresso” e “collegamento con l’Europa”. L’immagine è quella della piccola Italia schiacciata dietro la catena alpina, mentre fuori corrono veloci treni e autostrade: camion e vagoni pieni di biscotti, caramelle e copertoni made in Italy che vanno in Francia mentre dalla Francia arrivano biscotti, caramelle e copertoni made in France. In entrambe le direzioni viaggiano le merci prodotte con il sudore e il sangue dei lavoratori dell’Asia e dei mille sud di un mondo dove la globalizzazione della miseria va di pari passo con la globalizzazione delle merci. Ma… vale davvero la pena di inquinare l’aria e l’acqua, utilizzando fonti energetiche inquinanti e limitate per così poco? L’area metropolitana di Torino era la città intorno alla fabbrica, poi le fabbriche le hanno chiuse e ci hanno messo i centri commerciali, belli e luccicanti. Tanti di noi faticano ad arrivare alla fine del mese, l’asilo per i nostri figli costa troppo, dobbiamo fare sei mesi di coda per un esame medico. La domanda che facciamo a tutti è semplice ma precisa: a noi, alla nostra vita serve tutto questo? I dati, confermati anche dai tecnici governativi - li trovate nel box - dicono NO. Una linea che collega Torino alla Francia c’è già ed è sotto utilizzata: ogni giorno ci passano 78 treni e ne potrebbero passare 210 prima che la linea si saturi. Raccontano che il Tav porta lavoro. Mentono. Negli ultimi vent’anni i tagli nelle ferrovie hanno tranciato via 95.000 posti di lavoro. Gli incidenti, le carrozze spaccate e sporche, le linee soppresse sono lo specchio di scelte che privilegiano il trasporto di lusso a quello per chi lavora e studia. La tutela dell’ambiente, la sanità, la scuola potrebbero impiegare molta più gente del Tav. Le idee di sviluppo, crescita, produzione che caratterizzano la nostra società generano ingiustizia, inquinamento e spreco irreversibile di risorse fondamentali come l’aria e l’acqua. È tempo di cambiare rotta, è tempo di cominciare a decidere in prima persona, nelle assemblee popolari, quello che serve davvero il nostro futuro e per quello dei nostri figli. In Valsusa lo fanno da anni. Da anni sempre più gente ha smesso di credere nelle favole e si è rimboccata la maniche per informarsi e per informare, per capire e per agire. In questi ultimi quattro mesi il governo ha provato ad imporre l’inizio dei lavori a Chiomonte. La gente ha deciso di resistere. Per oltre quaranta giorni ha vissuto la Libera Repubblica della Maddalena. Giorno dopo giorno, la comunità resistente, si è raccolta nei boschi e lungo la strada: brevi assemblee e lunghe giornate di lavoro, perché tutto fosse a posto, la barricata come la cucina da campo, il cartello informativo come il comunicato stampa. Un piatto di pasta c’era sempre per tutti: ognuno porta qualcosa, ciascuno come può e come vuole. Lunedì 27 giugno abbiamo chiuso le nostre barricate e ci siamo saliti sopra: per oltre quattro ore abbiamo resistito alla pinza che frantumava le reti cui eravamo aggrappati, ai gas che tagliavano il respiro e bruciavano la pelle, ai colpi di manganello e agli insulti. I militari hanno vinto e si sono presi il piazzale e i boschi, distruggendo tanto di quello che avevamo costruito con pazienza, fatica e amore in oltre un mese e mezzo di lotta, di autogestione, di incontro e scambio solidale. Hanno trasformato la zona in un fortino, un bivacco militare: lunghissime recinzioni, filo spinato, luci potentissime accese giorno e notte. Alla Maddalena non c’è nessun cantiere: solo uomini in armi, venuti a disciplinare una popolazione ribelle, gente decisa a non farsi rubare il futuro, gente decisa a vivere il presente, perché i propri figli possano guardare con orgoglio ai padri e alle madri. Poi è cominciato il lungo assedio: lunghi mesi di resistenza popolare, di presidi autogestiti, di lunghe assemblee e di manifestazioni, Giorno dopo giorno nonostante i lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, i feriti, i fogli di via, le perquisizioni, gli arresti, nonostante la campagna di criminalizzazione, la resistenza va avanti. Media e politici hanno provato a dividere tra buoni e cattivi, tra valligiani e gente venuta da fuori: non ci sono riusciti. All’indomani della marcia dei 50.000 del tre luglio i No Tav hanno detto “i black bloc siano noi, siamo tutti black bloc”. I media e politici hanno gridato vittoria ma in Valle come a Torino abbiamo dimostrato che le uniche ragioni dei si tav sono quelle della forza. Con la forza bruta, la militarizzazione di città e paesi, l’imposizione con blindati e manganelli, non faranno molta strada. Oggi è importante allargare la comunità resistente. Fermare il Tav è possibile. Tocca a ciascuno di noi. Anche a Torino. Anche a Settimo. •Il traffico merci sulla direttrice della Val di Susa sta diminuendo sia su strada che su ferrovia. (Fonte: SITAF, quaderni dell'Osservatorio Tecnico) •La linea ferroviaria esistente in Val Susa potrebbe ospitare un traffico da 3 a 5 volte quello attuale. (fonte 1° quaderno dell'Osservatorio tecnico Torino-Lione) •La stima dei costi della Torino-Lione si aggira intorno ai 22 miliardi di euro (dati del 2011). L'Italia pagherà il 57,9% del totale della linea, anche se la maggior parte si trova su territorio francese. L’Europa ha stanziato - ma ancora non ha erogato – 671 milioni di euro per la tratta transfrontaliera. (accordo del 27 settembre 2011). •In Francia e in Spagna il costo medio dell'Alta velocità è stato tra i 9 e i 10 milioni di euro al chilometro. In Italia il costo dell'AV al chilometro è stato di: - 32 milioni di euro al chilometro per la Roma-Napoli / -70 milioni di euro al chilometro per la Torino-Milano / - 76 milioni di euro al chilometro per la Firenze-Bologna. (fonte: Corte dei Conti) •Il TAV ha impatti ambientali superiori al trasporto merci su gomma. Non diminuisce le emissioni e danneggia l'ambiente con l'invasività delle sue infrastrutture. (fonte: Università di Siena, Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto) •Non esistono né esisteranno mai in Italia e in Europa linee ferroviarie ad alta velocità sulle quali passino anche treni merci, perché i costi di manutenzione sarebbero enormi e le merci non hanno bisogno di viaggiare più in fretta. (Fonte: prof. Marco Ponti, docente di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, dic. 2009) No Tav Settimo No Tav Autogestione – Torino notavautogestione at yahoo.it – 338 6594361
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