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[Resistenza] Giornata di lotta e solidarietà contro la persecuzione e la MESSA FUORILEGGE dei comunisti
- Subject: [Resistenza] Giornata di lotta e solidarietà contro la persecuzione e la MESSA FUORILEGGE dei comunisti
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Tue, 20 Sep 2011 02:37:17 -0700 (PDT)
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Partito dei Comitati
di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax
02.26306454
e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
Direzione Nazionale
Associazione
Solidarietà Proletaria (ASP)
CP 380, 80133 Napoli – Italia
e-mail: info at solidarietaproletaria.org
CP 380, 80133 Napoli – Italia
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Sindacato Lavoratori in Lotta - per il sindacato di classe (SLL)
Info:
c/so Garibaldi 46 – Tel. 081.287829 – Fax. 081.5637815
e-mail: sllna at libero.it - website: www.sll-na.net
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Giornata di lotta e solidarietà contro la
persecuzione e la MESSA FUORILEGGE dei comunisti e del comunismo
Presidio, microfono aperto, musica in solidarietà
con i compagni sotto processo e per dire NO alla persecuzione e alla messa
fuori legge dei comunisti!
21 settembre - ore 10.00 – piazza Nettuno -
Bologna
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Difendiamo i diritti e le libertà politiche conquistate con la
Resistenza!
Continua
la persecuzione dei comunisti: il 21 settembre il Tribunale di Bologna deciderà
se processare 12 compagni della carovana del (n)PCI per “associazione
sovversiva con finalità di terrorismo”!
La lotta continua!
Processiamo
i veri terroristi e criminali che stanno distruggendo il nostro paese, l’ambiente
e le nostre vite!
Mercoledì
21 settembre a
Bologna si svolgerà la quarta e ultima sessione dell’udienza preliminare in cui il giudice (GUP
Alberto Gamberini) deciderà se rinviare a giudizio 12 compagni e compagne
accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e nei fatti
quindi deciderà se il fatto di essere comunisti
giustifica il rinvio a giudizio.
In
contemporanea a Napoli
si svolgerà la prima udienza contro
diversi compagni accusati di “adunata sediziosa” per un corteo “non
autorizzato” organizzato in solidarietà ai compagni arrestati e picchiati
nel 2009 dalla Digos di Massa in occasione della Ronda antirazzista e antifascista
che ha contribuito al fallimento del progetto razzista di Maroni (istituire per
legge le squadracce di fascisti e razzisti contro i proletari migranti) per
alimentare la guerra fra poveri.
Si
scrive “udienze” si legge PERSECUZIONE: più di 42 procedimenti giudiziari in
corso nei confronti di circa 180 imputati (in diversi casi le stesse persone sono
coinvolte in più procedimenti): uomini, donne, giovani, lavoratori, studenti,
precari che a vario titolo fanno parte della Carovana del (n)PCI, delle organizzazioni
che la compongono (P.CARC, ASP, SLL).
Accuse di associazione
sovversiva, adunata sediziosa, resistenza a pubblico ufficiale, “violenza
privata” (le autorità giudiziarie chiamano così i picchetti per impedire
la chiusura e lo smantellamento di un ospedale), manifestazione non autorizzata…
insomma tutto ciò che ha a che vedere con l’impegno in prima persona
nelle lotte politiche e sociali degli ultimi anni e con la lotta per cambiare
questo sistema (crisi economica, privilegi, impunità per stragisti, speculatori
finanziari, trafficanti, torturatori e assassini in divisa come quelli di
Genova nel 2001 o come nel caso di Federico Aldrovandi).
Una
persecuzione condotta
con particolare accanimento, spesso violando sfacciatamente leggi e procedure, calpestando
i diritti di opinione e di organizzazione sanciti dalla Costituzione,
procurando gravi danni economici (spese, perdita di lavoro, sequestri di beni)
ai singoli compagni e alle loro famiglie e alle loro organizzazioni politiche e
sindacali. Non per decreto, non per legge del Parlamento, ma a colpi di
sentenze e di processi le Autorità stanno cercando di mettere fuorilegge i
comunisti e il comunismo. Lo stanno facendo con una campagna persecutoria che
dura ormai da 30 anni (nove i procedimenti giudiziari conosciuti, di cui nessuno
per adesso conclusosi con condanne).
C’è
una combinazione di motivi per cui le Autorità attaccano la carovana del (n)PCI a
testa bassa, contraddicendo e impugnando sentenze già emesse, costruendo
castelli di indizi che non fanno una prova (il reato non esiste!), pedinando,
intercettando, spiando… spendendo centinaia di migliaia di euro l’anno.
Il primo: la carovana del (n)PCI
è al momento (e da 30 anni) l’unica realtà politica che non si limita a
fare agitazione e propaganda per il socialismo, ma forma gli uomini, interviene
in campo politico, sindacale, nell’associazionismo, ha elaborato una
linea politica, una strategia e una tattica (teoria) e costruito l’embrione
di Partito attorno cui raccogliere, organizzare, formare le forze per fare la
rivoluzione. Il secondo: stante
il patrimonio di valori, concezioni, morale che le masse popolari italiane
hanno ereditato dal vecchio movimento comunista (solo i disfattisti lo
negano!), un attacco su ampia scala, scriteriato e generalizzato, per le
Autorità borghesi è un rischio, quello di innescare una ampia reazione. Allora,
per loro, è bene fare meno rumore possibile, arrivare (usando ogni mezzo) a
condannare i membri della carovana del (n)PCI in modo da avere una sentenza, un
precedente, da cui avanzare per un attacco più generale.
Ecco
perché facciamo tanto rumore per denunciare la persecuzione e il tentativo di
mettere fuori legge i comunisti: partono da noi e puntano a togliere le bandiere rosse
dalle strade e dalle piazze, a prosciugare sul nascere l’affluente del
comunismo, prima che diventi un fiume in piena. L’operazione si fa via
via più chiara: vedi il tentativo di abolire la festa, la ricorrenza e il
simbolo del 25 aprile, la festa e il simbolo del Primo maggio. La situazione economica
e sociale mentre per la borghesia e i suoi sostenitore è un pantano in cui
dimenano e che in cui trascinano l’umanità, è favorevole per i comunisti.
Solo i comunisti e le loro organizzazioni di massa possono invertire il corso
delle cose e farci uscire dall’attuale marasma, percorrendo l’unica
strada favorevole al progresso dell’umanità e del pianeta.
Quindi il 21 settembre il
giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio i compagni o chiudere l’inchiesta.
Ma è talmente poco convinto di questa farsa che ci ha messo ben quattro udienze
preliminari per decidere. E non ha ancora deciso. Sulla sua indecisione il
nostro rumore può avere un peso importante. Se il GUP Alberto Gamberini,
deciderà di proseguire nell’attacco dei comunisti e del comunismo,
mandando a processo tutti i 12 compagni inquisiti o una parte di essi, sarà per
noi un’occasione per portare ancora in forma più aperta e plateale
possibile la lotta contro la persecuzione dei comunisti e degli altri
oppositori politici, contro la messa fuori legge del comunismo e dei comunisti
a cui ambiscono i reazionari di ogni specie e grado e gli anticomunisti da più
di 160 anni. Il Tribunale di Bologna ci darà una importante tribuna per portare
avanti la battaglia per far ritorcere contro i promotori e i loro mandanti di
questa montatura poliziesca e giudiziaria orchestrata e gestita dalla destra
reazionaria con il sostegno attivo di governi di centro-destra e
centro-sinistra che si sono alternati in questi 10 anni. Governi che hanno
portato un programma di attacco ai diritti e alle conquiste dei lavoratori e
delle masse popolari, che rappresentano gli interessi di padroni, affaristi,
cardinali, finanzieri e organizzazioni criminali (i poteri forti della Repubblica
Pontificia), che stanno facendo carta straccia della Costituzione antifascista
e stanno riducendo il nostro paese alla miseria.
Facciamo
rumore! Già
respingemmo la manovra del PM Giovagnoli (stesso processo, conclusosi nel 2008
e riaperto con un ricorso in Cassazione) con la mobilitazione e la solidarietà
di quelle 9 mila persone che hanno firmato l’appello NO alla persecuzione dei comunisti.
Lo faremo ancora.
Il
21 settembre siamo di nuovo in piazza a Bologna per portare la nostra voce fino
dentro all’aula di Tribunale!
La
lotta continua! Difendiamo
e chiamiamo a difendere i diritti e le libertà politiche conquistate con la Resistenza.
Quanto più sarà efficace la mobilitazione contro la loro eliminazione, tanto
più sarà ricca, organizzata e gravida di conquiste la mobilitazione per estendere
e generalizzare diritti e tutele per tutte le masse popolari. Fino a cambiare l’ordinamento
sociale della guerra, dell’arbitrio e dello sfruttamento, fino a fare
dell’Italia un nuovo paese socialista.
I padroni, gli speculatori, i banchieri e il Vaticano
non hanno nessuna soluzione per risolvere la
crisi in cui hanno trascinato il Paese e milioni di lavoratori con le loro famiglie.
L’unica soluzione per fare fronte agli effetti della crisi ce l’hanno
le organizzazioni operaie e popolari: cacciare la casta di politicanti (dai
mafiosi al governo agli affaristi all’opposizione) e formare un loro
governo di emergenza popolare (composto dagli esponenti della sinistra
sindacale, del movimento popolare e della società civile che già oggi godono
della fiducia delle masse) che abolisca il debito pubblico e prende altre
misure di emergenza per attuare su larga scala la parola d’ordine un lavoro
utile e dignitoso per tutti, per avviare la rinascita economica, sociale e
culturale del nostro Paese.
Sei misure concrete che un governo di emergenza popolare deve adottare
con urgenza:
- assegnare a ogni
azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura,
secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa),
- distribuire i
prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi
secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,
- assegnare ad ogni
individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua
scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la
partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere
licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve
essere emarginato),
- eliminare attività
e produzioni inutili o dannose per l'uomo o per l'ambiente, assegnando alle
aziende altri compiti,
- avviare la
riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base
produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,
- stabilire
relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi
disposti a stabilirle con noi.
Questo non è il socialismo, ma il modo migliore per avanzare in quella
direzione eliminando da subito gli effetti più gravi della crisi.
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Campagna No alla persecuzione e alla messa fuorilegge dei comunisti
Tra il 2007 e il 2008 circa 8.000 persone hanno
firmato l’appello “No alla persecuzione dei comunisti”
prendendo posizione contro la persecuzione giudiziaria di cui la
“carovana” del (nuovo)Partito comunista italiano è oggetto da
vent’anni a questa parte e in particolare contro l’inchiesta aperta
nel 2003 dalla Procura di Bologna. E’ una battaglia che non è ancora
conclusa, perché il 15 settembre alle h.
10.00 presso il Tribun ale di Bologna è fissata la nuova ed ennesima udienza
preliminare [alla prima udienza
del 25 maggio il GUP non si era presentato e aveva rinviato l’udienza al
13 luglio da qui un nuovo rinvio al 15 settembre! – vedi comunicato al
sito www.carc.it ]
dell’inchiesta contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del
(n)PCI, del Partito dei CARC o dell’Associazione Solidarietà Proletaria
per “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270
bis c.p.).
Per questo ripartiamo con la
raccolta di firme all’Appello lanciato nel 2007 (aggiornato) e chiediamo
la solidarietà a tutti gli organismi e le persone che resistono e si ribellano alle condizioni infami a cui i
rappresentanti e i tutori del “sistema di mercato” costringono una
parte crescente della popolazione in Italia e nel resto del mondo.[ leggi
tutto]
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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