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[Resistenza] Facciamo rumore! Crisi economica, manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica e attacchi ai diritti dei lavoratori e dei pensionati
- Subject: [Resistenza] Facciamo rumore! Crisi economica, manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica e attacchi ai diritti dei lavoratori e dei pensionati
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Wed, 14 Sep 2011 00:44:04 -0700 (PDT)
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Partito dei Comitati
di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro,
7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail:
resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
Direzione
Nazionale
Crisi
economica, manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica e attacchi ai diritti
dei lavoratori e dei pensionati…
Ma le Autorità e i politicanti che ci
hanno spinto in questa crisi non risparmiano un euro per perseguitare i
comunisti, i lavoratori, le masse popolari e reprimere la lotta per fare
dell’Italia un nuovo paese socialista.
Una persecuzione fatta di più di 42 procedimenti giudiziari nei confronti di
circa 180 imputati (in diversi casi le stesse persone sono coinvolte in più
procedimenti): uomini, donne, giovani, lavoratori, studenti, precari che a
vario titolo fanno parte della Carovana del (n)PCI, delle organizzazioni che la
compongono.
Accuse di associazione sovversiva, resistenza a pubblico
ufficiale, “violenza privata” (le
autorità giudiziarie chiamano così i picchetti per impedire la chiusura e lo
smantellamento di un ospedale),
manifestazione non autorizzata… insomma tutto ciò che ha a che vedere con
l’impegno in prima persona nelle lotte politiche e sociali degli ultimi anni e
con la lotta per cambiare questo sistema. Il sistema della crisi economica, dei
privilegi, dell’impunità per i torturatori e degli assassini in divisa (come a
Genova nel 2001 o come nel caso di F. Aldrovandi).
Una persecuzione fatta di accanimento giudiziario che spesso arriva a fare
dei sedicenti “tutori dell’ordine e della legalità” i primi fuorilegge che
violano la stessa
Costituzione, le leggi e le norme del Codice che pretendono
di far applicare.
Non per decreto, non per legge del Parlamento, ma a colpi di
sentenze e processi le Autorità stanno cercando di mettere fuorilegge i
comunisti e il comunismo. Lo stanno facendo con una campagna persecutoria che
dura ormai da 30 anni (nove i procedimenti giudiziari conosciuti, di cui
nessuno per adesso conclusosi con condanne - certo, non è ancora illegale essere comunisti, in Italia!).
C’è una combinazione di motivi per cui le Autorità attaccano
la carovana del (n)PCI a testa bassa, contraddicendo e impugnando sentenze già
emesse, costruendo castelli di indizi che non fanno una prova (il reato non
esiste!), pedinando, intercettando, spiando… spendendo centinaia di migliaia di
euro l’anno (tutto sommato per un’organizzazione non certo di massa). Il primo:
la carovana del (n)PCI è al momento (e da 30 anni) l’unica realtà politica che
non si limita a fare agitazione e propaganda per il socialismo, ma forma gli
uomini, interviene in campo politico, sindacale,
nell’associazionismo, ha elaborato una linea politica, una strategia e una
tattica (teoria) e costruito l’embrione di Partito attorno cui raccogliere,
organizzare, formare le forze per fare la rivoluzione. Il
secondo: stante il patrimonio di valori, concezioni, morale
che le masse popolari italiane hanno ereditato dal vecchio movimento comunista
(solo i disfattisti lo negano!), un attacco su ampia scala, scriteriato e
generalizzato, per le Autorità borghesi è un rischio, quello di innescare una
ampia reazione. Allora, per loro, è bene fare meno rumore possibile, arrivare
(usando ogni mezzo) a condannare i membri della carovana del (n)PCI in modo da
avere una sentenza, un precedente, da cui avanzare per un attacco più generale.
Ecco perché facciamo tanto rumore per denunciare la
persecuzione e il tentativo di mettere fuori legge i comunisti: partono da noi
e puntano a togliere le bandiere rosse dalle strade e dalle piazze, a
prosciugare sul nascere l’affluente del comunismo, prima che diventi un fiume
in piena. L’operazione si fa via via più chiara: vedi il tentativo di abolire
la festa, la ricorrenza e il simbolo del 25 aprile, la festa e il simbolo del
Primo maggio.
Facciamo rumore! Oggi 15 settembre si tiene una nuova sessione dell’udienza
preliminare in cui il giudice deve decidere se il fatto di essere comunisti
giustifica il rinvio a giudizio. E’ talmente poco convinto di questa farsa che
ci ha messo tre udienze preliminari per decidere. E non ha ancora deciso. Sulla
sua indecisione il nostro rumore può avere un peso importante. Già respingemmo
la manovra del PM Giovagnoli (stesso processo, conclusosi nel 2008 e riaperto
con un ricorso in Cassazione) con la mobilitazione e la solidarietà di quelle 9
mila persone che hanno firmato l’appello NO alla persecuzione dei comunisti.
Vogliamo farlo ancora.
Difendiamo e chiamiamo a difendere i diritti e le libertà
politiche conquistate con la Resistenza. Quanto più sarà efficace la
mobilitazione contro la loro eliminazione, tanto più sarà ricca, organizzata e
gravida di conquiste la mobilitazione per estendere e generalizzare diritti e
tutele per tutte le masse popolari. Fino a cambiare l’ordinamento sociale della guerra, dell’arbitrio e dello
sfruttamento, fino a fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
I padroni, gli speculatori, i banchieri e il Vaticano non
hanno nessuna soluzione per risolvere la crisi in cui hanno trascinato il Paese
e milioni di lavoratori con le loro famiglie.
L’unica soluzione per fare fronte agli effetti della crisi
ce l’hanno le organizzazioni operaie e popolari: cacciare la casta di
politicanti (dai mafiosi al governo agli affaristi all’opposizione) e formare
un loro governo di emergenza che abolisca il debito pubblico e attui su larga
scala la parola d’ordine un lavoro utile e dignitoso per tutti, composto dagli
esponenti della sinistra sindacale,
del movimento popolare e della società civile che già oggi godono della fiducia
delle masse.
Questo non è il socialismo, ma il modo migliore per avanzare
in quella direzione eliminando da subito gli effetti più gravi della crisi.
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Campagna No alla persecuzione e
alla messa fuorilegge dei comunisti
Tra il 2007
e il 2008 circa 8.000 persone hanno firmato l’appello “No alla persecuzione dei
comunisti” prendendo posizione contro la persecuzione giudiziaria di cui la
“carovana” del (nuovo)Partito comunista italiano è oggetto da vent’anni a
questa parte e in particolare contro l’inchiesta aperta nel 2003 dalla Procura
di Bologna. E’ una battaglia che non è ancora conclusa, perché il 15
settembre alle h. 10.00 presso il Tribun ale di Bologna è fissata la nuova ed
ennesima udienza preliminare [alla prima udienza del 25 maggio il GUP
non si era presentato e aveva rinviato l’udienza al 13 luglio da qui un nuovo
rinvio al 15 settembre! – vedi comunicato al sito www.carc.it]
dell’inchiesta contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del (n)PCI, del
Partito dei CARC o dell’Associazione Solidarietà Proletaria per “associazione
sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis c.p.).
Per
questo ripartiamo con la raccolta di firme all’Appello lanciato nel 2007
(aggiornato) e chiediamo la solidarietà a tutti gli organismi e le persone che resistono e si
ribellano alle condizioni infami a cui i rappresentanti e i tutori del “sistema
di mercato” costringono una parte crescente della popolazione in Italia e nel
resto del mondo. [leggi
tutto]
15 settembre - ore 9.00
– Bologna – piazza Nettuno
Giornata di lotta e solidarietà contro la
persecuzione e la MESSA FUORILEGGE dei comunisti
Presidio,
microfono aperto, musica in solidarietà con i compagni sotto processo e per
dire NO alla persecuzione e alla messa fuori legge dei comunisti!
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A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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