Cosa ci insegna la guerra della NATO in Libia?
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- Date: Sun, 28 Aug 2011 20:16:42 +0200
- Organization: Partito dei CARC
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza
- per il Comunismo (CARC) Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454 e-mail: Direzione
Nazionale – Settore Relazioni Internazionali Comunicato
del 28 agosto 2011 Cosa ci insegna la guerra della NATO in Libia? Può darsi
che il 21 agosto abbia segnato una svolta per la guerra in corso in Libia: le
truppe NATO e le formazioni militari libiche che gli istruttori militari NATO sono
riusciti a mobilitare al loro seguito sono entrate nella capitale e stanno
rastrellando Tripoli alla caccia dei sostenitori del governo in fuga. Può darsi
ma non è detto, perché le capacità di resistenza libica all’aggressione
imperialista non sono ancora esaurite, la solidità del controllo delle potenze
imperialiste sui rivoltosi libici è da verificare, la capacità delle stesse
potenze imperialiste di trovare un accordo nella spartizione del bottino è
incerta. Come incerto è l’effetto che la spartizione del bottino avrà
sulla coesione dell’Unione Europea, in particolare sui rapporti tra lo
Stato tedesco e quello francese. Per noi
comunisti di un paese imperialista l’estensione della guerra imperialista
alla Libia è un avvenimento carico di insegnamenti. È una legge
da tempo scoperta che nella società moderna la guerra è la continuazione della
politica con altri mezzi e che la politica estera dei singoli Stati è dettata
dalla lotta di classe che si svolge all’interno dei paesi. Per capire la
natura di una guerra, bisogna rifarsi alla politica dei protagonisti della guerra.
Le guerre non scoppiano di colpo. Per capire i motivi e gli esiti possibili di
una guerra, bisogna capire il corso degli eventi nel periodo che ha preceduto
la guerra e di cui la guerra è stata lo sbocco, quali problemi i belligeranti
cercano di risolvere con la guerra. Da
vent’anni a questa parte la guerra imperialista dilaga nel mondo, aumenta
il numero di paesi coinvolti nella tormenta, aumentano i morti e le
distruzioni. L’aggressione della NATO in Libia è una delle campagne con
cui la guerra imperialista si sta estendendo nel mondo. Afghanistan, Pakistan,
Iraq, Penisola Arabica, Palestina, Libia, Somalia sono i teatri di guerra più
attivi, ma gran parte dei paesi arabi e molti paesi africani sono percorsi da
scontri il cui aspetto principale è costituito dall’attività delle
potenze imperialiste per tenere in pugno o riprendere in mano i paesi oppressi
e sfruttarne con maggiore libertà le risorse. Nelle attività delle potenze
imperialiste si combinano tre aspetti: la lotta dell’imperialismo USA per
mantenere con mezzi militari la supremazia che gli è sfuggita sul terreno
economico e finanziario; la lotta di singole potenze imperialiste per
ritagliarsi una loro parte nel bottino della ricolonizzazione dei paesi
oppressi del sistema imperialista mondiale; la lotta della “comunità
internazionale” presieduta dal governo di Washington e benedetta dal Papa
di Roma per far fronte alla rivolta che dilaga nei paesi oppressi, una rivolta
che è alimentata dalla crisi generale del capitalismo nonostante la persistente
debolezza del movimento comunista. Gli ultimi
vent’anni hanno talmente abituato la massa della popolazione dei paesi
imperialisti alle nuove guerre coloniali, che qui da noi non sembra neanche di
essere in guerra. Le guerre che dilagano nel mondo finora sono state guerre
condotte dalle potenze imperialiste, direttamente o per interposta persona, nei
paesi oppressi. La borghesia e il clero ci hanno talmente abituato ad esse che,
quando ci danno notizie degli scontri, è normale che diano solo il numero dei
morti e dei feriti delle truppe imperialiste. I morti afgani, pakistani,
libici, iracheni, africani non fanno notizia. Ce n’è ogni giorno, fanno
parte del contesto, come gli immigrati rinchiusi nei campi di concentramento o
cacciati dai rifugi provvisori, i morti per fame, le vittime della guerra di
sterminio non dichiarata: contano solo come totale approssimativo per le
statistiche. La guerra è
diventata una manifestazione corrente della crisi generale del capitalismo da
quando questa crisi ha superato una certa soglia mentre la rinascita del
movimento comunista è ancora stentata e quindi debole la capacità di lotta
delle masse popolari dei paesi imperialisti. Lo svolgimento della campagna
della NATO in Libia conferma che l’aspetto principale della lotta contro
l’imperialismo per noi comunisti dei paesi imperialisti è la rinascita
del movimento comunista e l’instaurazione del socialismo nei nostri
paesi. Questa è la lezione che dobbiamo trarre e anche la via su cui dobbiamo
incanalare l’indignazione per lo stato in cui l’umanità è
nuovamente ridotta, l’indignazione di fronte all’arroganza, alla
sfrontatezza, alla crudeltà, ai crimini contro l’umanità a cui la
borghesia e il clero si abbandonano nuovamente in tutta libertà. Il movimento
comunista che rinasce all’insegna del marxismo-leninismo-maoismo, grazie
alle lezioni tratte dai successi e dalle sconfitte della prima ondata della
rivoluzione proletaria, porrà fine a questo corso delle cose. Riportiamo di seguito un comunicato della Sinistra Radicale
dell’Afghanistan (LRA). È una testimonianza preziosa che spiega ragioni e
sviluppi dell’intervento imperialista in Afghanistan, che valgono anche
per la Libia e per ognuno degli altri paesi che gli imperialisti hanno
aggredito. Compito dei comunisti, dei rivoluzionari e degli antimperialisti di
tutto il mondo è sostenere le lotte dei popoli che resistono
all’imperialismo e, soprattutto, costruire la rivoluzione nei paesi
imperialisti, tagliando il male alla radice. È chiaro, infatti, che in Italia,
ad esempio, l’unico governo in grado di attuare ciò che chiede la LRA
(ritirarsi dalla Libia, cessare l’azione militare) è un governo di
emergenza, un Governo di Blocco Popolare che sia sarà capace di affrontare la
crisi mettendo al centro gli interessi delle masse popolari, sia sarà un passo
fondamentale della costruzione della rivoluzione in Italia. Partito dei CARC – Settore delle Relazioni Internazionali L’imperialismo
non porta mai prosperità al popolo L’azione della NATO, di Sarkozy e
dei loro alleati in Libia è puro terrorismo. Pretendono di proteggere i civili
e uccidono la popolazione della Libia, distruggono le infrastrutture e
installano il loro solito regime fantoccio. È così che fanno i propri interessi
economici e politici in Libia e nella regione. Questo ”ordine
mondiale” degli imperialisti di tutto il mondo comporta che occupino
sempre più paesi e stabiliscano basi militari che rispondono alle loro esigenze
strategiche. Gli USA e la NATO hanno perpetrato crimini del genere anche in Afghanistan.
Hanno causato la morte di più di 100.000 afgani e non solo non hanno instaurato
”la democrazia e la pace”, ma hanno reso la situazione peggiore di
prima. Hanno messo in piedi un regime corrotto e debole che non può reggere una
settimana senza il supporto di USA e NATO. I discorsi recenti su un accordo
strategico tra Afghanistan e USA per legalizzare l’occupazione e
stabilire basi militari sono l’elemento chiave di una contrattazione tra
padrone e schiavo. L’imperialismo non ha mai aiutato
una nazione nè ha portato alcuna prosperità. I suoi ultimi interventi in
Afghanistan e Iraq lo provano. Spetta ai popoli, e non agli USA o alla NATO, di
determinare il proprio destino. Gli imperialisti americani ed europei
hanno poi un secondo intento, quello di distrarre l’attenzione
dell’opinione pubblica dallo loro crisi economica e dai problemi di casa
propria. È tempo di esigere l’immediato
ritiro delle forze della NATO e di tutte le forze imperialiste dalla Libia e
dalla regione, di cessare l’azione militare selvaggia e gli attacchi
aerei. Nasir Loyand Left Radical of 25 Agosto 2011 |
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