Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza
- per il Comunismo (CARC)
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– sito: www.carc.it
Direzione
Nazionale
Comunicato
del 26 agosto 2011
Aderire, promuovere e partecipare allo
sciopero generale del 6 settembre contro la manovra economica della banda
Berlusconi!
Lo sciopero del 6 settembre può e deve diventare un
punto di svolta nella trasformazione del nostro paese!
Non
lasciare l’iniziativa in
mano alla Camusso, non farsi legare le mani da regole che quest’ultima ha
già più volte calpestato!
Superare il settarismo e avanzare con determinazione nella collaborazione
tra le organizzazioni del sindacalismo conflittuale!
La
FIOM, l’USB e gli altri sindacati di base hanno la forza, il prestigio e
l’influenza per condurre con successo la battaglia contro la
manovra mannaia e il governo Berlusconi!
La FIOM, l’USB e gli altri sindacati di base devono mettersi alla
testa del movimento per costruire un Governo di Blocco Popolare che sottragga l’economia del nostro paese al mercato finanziario e agli speculatori anziché dare loro
soddisfazione come fa il governo Berlusconi e come farebbe qualsiasi altro
governo espressione della Confindustria, del Vaticano, dei
finanzieri, dei banchieri, delle organizzazioni criminali e succube delle istituzioni del sistema imperialista mondiale!
L’Esecutivo
della CGIL del 24 agosto ha proclamato sciopero generale
di 8 ore per il 6
settembre prossimo contro la manovra economica del governo Berlusconi. Una
manovra economica che, in nome del “pareggio del bilancio per mettersi al
riparo dalla speculazione del mercato finanziario” e “della crisi
globale”, riduce i salari dei
lavoratori, estorce più soldi alle masse popolari, estende il modello
Marchionne a ogni azienda, elimina quanto resta dei diritti sindacali e
politici dei lavoratori, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e lo Statuto dei
Lavoratori, abolisce gli enti locali e riduce la loro autonomia, elimina le
feste che ricordano le vittorie delle masse popolari del nostro paese, aumenta
sfruttamento e precarietà, impoverisce ed emargina una parte importante delle
masse popolari, svende quello che ancora resta del patrimonio pubblico e cede
ai capitalisti la gestione di servizi ancora pubblici. Non è solo una manovra
iniqua e sbagliata, ma una vera e propria dichiarazione di guerra!
Quando la sinistra del movimento sindacale
prende in mano l’iniziativa, costringe anche la destra a correrle dietro,
a rincorrerla sul terreno della mobilitazione popolare
La
dichiarazione di sciopero da parte della Camusso non è frutto solo
dell’arroganza e delle pretese del governo Berlusconi, tanto è vero che la Camusso non solo ha
sottoscritto l’Accordo del 28 giugno, ma ancora ad agosto, dopo che
la prima stangata Tremonti era già stata varata, ha sottoscritto il vergognoso
Appello delle “parti sociali” al governo. La CGIL ha dichiarato sciopero,
e non tra tre mesi ma tra poco più di 15 giorni, dopo che la FIOM ha preso
l’iniziativa prima di
convocare un incontro il 31.08.11 (adesso anticipato al 30.08.11) con tutte le
associazioni e i movimenti per proseguire “in una comune battaglia per
cambiare il nostro paese e affermare il lavoro quale
bene comune" e poi per il 5 e 6 settembre, quando il Senato
inizierà a discutere la manovra, aveva chiamato “i cittadini, i
giovani e i pensionati a riempire le piazze d’Italia, compresa quella
davanti a Palazzo Madama, una manifestazione straordinaria, che si accompagnerà
alla mobilitazione permanente”, perché “indignarsi non basta, è ora di cambiare la società e la
situazione politica. Di fronte alla gravità di una nuova manovra economica che
sta mettendo in discussione diritti e democrazia di questo Paese, è necessaria
una mobilitazione straordinaria”.
L’iniziativa
della FIOM a sua volta si combinava con l’invito rivolto dall’USB a FIOM, ORSA, CUB,
Confederazione Cobas, Slai Cobas, Unicobas, Snater, Usi e SiCobas a “incontrarci al più presto per valutare assieme se esistono le
condizioni per far ripartire un lavoro comune di contrasto alla crisi e alla
manovra del governo” e con l’appello “Dobbiamo
fermarli” promosso a fine luglio da alcuni dirigenti
della sinistra FIOM e dell’Area Programmatica “La CGIL che vogliamo”,
dell’USB, dei Cobas, dell’area degli autoconvocati, delle
organizzazioni studentesche e altre organizzazioni popolari, nonché alcune RSU
di fabbrica.
Adesso la FIOM
e il resto della sinistra CGIL devono tenere l’iniziativa in mano
Non
lasciare in mano alla Camusso la gestione dello sciopero (come di fatto è
successo con quello del 6 maggio)
in nome della “ritrovata unità” contro la manovra, né accordarsi con la destra CGIL che non
esita a calpestare regole e a disattendere accordi. Prima e anche dopo la proclamazione
lo sciopero, come denuncia nel comunicato di ieri Gianni Rinaldini, Coordinatore Nazionale dell’Area programmatica “La CGIL che
vogliamo”. “Nella
giornata odierna - 24 agosto 2011 - è stato inviato un comunicato della Segreteria Nazionale della Cgil a tutte le
strutture dell'Organizzazione, dove si afferma che la consultazione
sull'accordo sindacale
Confindustria, CGIL, CISL, UIL del 28 giugno ‘è da considerarsi
operativa’, anche durante la preparazione dello sciopero generale del 6 settembre. Questa circolare costituisce un
falso, rispetto a ciò che abbiamo deciso nella riunione dei Segretari Generali
delle strutture CGIL e delle Categorie Nazionali svoltosi nella giornata di
ieri. Abbiamo all'unanimità deciso lo Sciopero Generale
di 8 ore per il 6
settembre 2011 e, rinviato il Comitato Direttivo Nazionale,
previsto per la prossima settimana, al 9 e 10 settembre, sospendendo nel
frattempo la
consultazione. Abbiamo scelto di rinviare a dopo lo sciopero
generale la discussione sull'accordo
del 28 giugno per la banale ragione
di sapere a quel punto se il Decreto sul Lavoro del Governo, sostenuto da
Confindustria, Cisl e Uil che cancella il Contratto Nazionale e i diritti del lavoro, sarà ritirato o meno.
Questa è una delle ragioni fondamentali dello sciopero generale. Chiedo che questa circolare venga urgentemente
ritirata, in caso contrario saremmo di fronte ad un atto di assoluta gravità ed
irresponsabilità da parte della Segretaria Generale
della CGIL che va ben oltre l'espressione di posizioni diverse esistenti nella
Cgil, ma inerisce la lealtà e l'affidabilità dei rapporti nel gruppo dirigente
e nei confronti dei lavoratori”.
Solo tenendo
in mano l’iniziativa, mantenendo le mobilitazioni già in programma
(l’incontro con le associazioni e i movimenti del 30.08.11, mobilitazioni
del 5.09.11, ecc.), facendo fronte comune con i sindacati di base e soprattutto
avanzando nella “battaglia comune per cambiare il paese”, la FIOM e
il resto della sinistra CGIL impediscono alla Camusso e agli altri nipotini di
Craxi di usare lo sciopero del 6 settembre per salvare la faccia, far sfogare
l’indignazione popolare e riportare la situazione sotto controllo, di
usare lo sciopero del 6 settembre a sostegno delle manovre del PD e degli altri
gruppi della destra moderata per
mettere assieme una soluzione di governo, alternativa a quello di Berlusconi,
ma ugualmente infeudato ai poteri forti del paese e succube della UE, della
BCE, del FMI e delle altre istituzioni del mercato finanziario e del sistema
imperialista mondiale. La lezione da
trarre è chiara: “La sinistra del
movimento sindacale assolutamente
non deve cedere la direzione e l’iniziativa alla destra sindacale, non deve mettersi sullo stesso piano della
destra, cercare un accordo con la destra nell’illusione che così si è più
forti. Se la sinistra cede l’iniziativa alla destra sindacale, alla Susanna Camusso e al resto della cricca
craxiana che ha preso in mano la direzione della CGIL, andranno tutti in
rovina. Se la sinistra si mette sullo stesso piano della destra e cerca un
accordo, la destra è più forte, perché ha l’appoggio della borghesia e
del clero, si alimenta delle paure che la borghesia e il clero spargono a piene
mani, eredita dalla storia degli ultimi decenni posizioni di potere. Se invece
la sinistra sindacale tiene in mano
l’iniziativa della lotta, ne detta le forme e i tempi e mobilita le masse
popolari sulla scala più ampia di cui è capace in iniziative coordinate e
concatenate, adeguate a far fronte subito almeno agli effetti più gravi della
crisi, la destra sindacale è
costretta a seguirla per non perdere ogni credibilità, consenso e seguito tra
la massa dei
lavoratori” (dal comunicato del (n)PCI, n.
29 - 24.08.11).
Unificare le mobilitazioni e le parole d’ordine
Dando
seguito pratico all’invito lanciato ad agosto, il 24.08 l’USB ha
promosso un incontro con gli altri sindacati di base a conclusione del quale USB, USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater,
SICobas e USI indicono anche esse sciopero per il 6 settembre. E un passo avanti importante sulla
strada della collaborazione di tutte le componenti della sinistra sindacale! Anche le altre organizzazioni sindacali di base
devono fare propria questa decisione, a partire dalla CUB e dalla
Confederazione Cobas!
Adesso,
anziché scendere in piazze diverse da quelle della CGIL, bisogna puntare invece
a unificare manifestazioni e parole d’ordine! I sindacati di base hanno
un ruolo importante per far sì che lo sciopero del 6 settembre diventi uno
sciopero combattivo, generale e
generalizzato, un punto di svolta nella trasformazione del paese! Non devono
rinunciare a unirsi con i lavoratori iscritti alla CGIL gran parte dei quali
non può più della politica del governo Berlusconi, di Marchionne, di Sacconi,
di Brunetta, di Tremonti, di Confindustria.
La soluzione è politica
La Camusso,
rispondendo a Bonanni che stigmatizzava lo sciopero del 6 settembre come
sciopero politico, ha affermato la legittimità che “un grande sindacato
come la CGIL
faccia politica, perché dalla politica dipendono le condizioni di vita e di lavoro delle
persone”. Sicuramente la
Camusso e il resto dei nipotini di Craxi che dirigono la CGIL
(che fino a ieri a malapena si trattenevano dal plaudire Sacconi e Marchionne
in prima fila nell’accusare la
FIOM di fare politica), lo dice con l’obiettivo di
sostenere le manovre di Bersani e il resto della destra moderata
“antiberlusconiana”. Ma è vero: dalla politica, cioè da chi
ha in mano la direzione e nell’interesse di chi dirige il paese dipendono
le condizioni delle masse popolari, la nostra vita e il nostro futuro! Per
questo la FIOM, l’Area Programmatica “La CGIL che vogliamo”,
l’USB e gli altri sindacati di base devono fare fronte comune e aggregare
le altre organizzazioni delle masse popolari (dagli studenti, ai pensionati,
agli immigrati, alle casalinghe), organizzare cassaintegrati, lavoratori in
mobilità e disoccupati, coordinarsi con le amministrazioni comunali
d’emergenza in un unico movimento per costituire un governo di emergenza
popolare che elimini
da subito gli effetti più gravi e distruttivi della crisi generale. Hanno la forza, i mezzi, il seguito e
l’influenza per farlo!
Abolire il debito pubblico
Per
“mettersi al riparo dalla speculazione sui mercati finanziari”
bisogna sottrarsi al mercato finanziario, alla UE, al FMI, alla BCE e alle
altre istituzioni del sistema imperialista mondiale,
bisogna togliere ai banchieri, ai finanzieri, agli speculatori e ai loro
compari la possibilità di decidere della nostra vita e del nostro futuro! Il
debito pubblico è diventata una catena che soffoca la nostra vita. Bisogna
abolirlo!
E’ possibile fermare il baratro in cui il governo Berlusconi, la Confindustria, il
Vaticano e il resto dei poteri forti ci stanno trascinando e avviare la
rinascita del nostro paese!
Unire le forze, tenere in mano l’iniziativa e aggregare le
organizzazioni operaie e popolari nella lotta per costruire il Governo di
Blocco Popolare!
Le
organizzazioni operaie e popolari devono formare un loro governo
d’emergenza per eliminare immediatamente gli effetti più gravi della
crisi economica e ambientale,
avviare la rinascita del paese e stabilire rapporti di solidarietà,
collaborazione e scambio con i paesi che vogliono sfuggire alla morsa del
sistema imperialista mondiale.
E’
l’unica soluzione politica realistica e alternativa a quella dei vertici
della Repubblica Pontificia per porre fine al corso che le cose hanno seguito
negli ultimi trent’anni e avviare il nostro paese verso
l’instaurazione del socialismo.
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Campagna
No alla persecuzione e
alla messa fuorilegge dei comunisti
Tra il 2007 e il 2008 circa 8.000 persone
hanno firmato l’appello “No alla persecuzione dei comunisti”
prendendo posizione contro la persecuzione giudiziaria di cui la
“carovana” del (nuovo)Partito comunista italiano è oggetto da
vent’anni a questa parte e in particolare contro l’inchiesta aperta
nel 2003 dalla Procura di Bologna. E’ una battaglia che non è ancora
conclusa, perché il 15 settembre alle h.
10.00 presso il Tribunale di Bologna
è fissata la nuova ed ennesima udienza preliminare [alla prima udienza del 25 maggio il GUP non si era
presentato e aveva rinviato l’udienza al 13 luglio da qui un nuovo rinvio
al 15 settembre! – vedi comunicato al sito www.carc.it] dell’inchiesta contro 12
compagni che fanno (o facevano) parte del (n)PCI, del Partito dei CARC o
dell’Associazione Solidarietà Proletaria per “associazione
sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis c.p.).
Per
questo ripartiamo con la raccolta di firme all’Appello lanciato nel 2007
(aggiornato) e chiediamo la solidarietà a tutti gli organismi e le persone che resistono e si ribellano alle condizioni infami a cui i
rappresentanti e i tutori del “sistema di mercato” costringono una
parte crescente della popolazione in Italia e nel resto del mondo. [leggi
tutto]
·
Leggi l’appello
·
Tutte le
adesioni -
AGGIORNATE AL 14.08.2011:
RAGGIUNTE LE 8.713 ADESIONI!
·
La documentazione
15 settembre - ore 9.00 – Bologna –
piazza Nettuno
Giornata di lotta e solidarietà contro la
persecuzione e la
MESSA FUORILEGGE dei comunisti
Presidio, microfono aperto, musica in solidarietà
con i compagni sotto processo e per dire NO alla persecuzione e alla messa fuori
legge dei comunisti!
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