Fwd: un paese alla rovescia





-------- Messaggio originale --------
Oggetto: 	un paese alla rovescia
Rispedito-Data: 	Mon, 6 Jun 2011 06:47:55 +0200
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Data: 	Mon, 6 Jun 2011 06:23:17 +0200
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*_Un paese alla rovescia
_*Data di pubblicazione: 19.05.2011

Autore: Saraceno, Chiara

*Doppia morale e la scellerata acquiescenza verso gli oscurantismi della
chiesa cattolica precipitano la nostra classe politica nell’inciviltà e
nella grettezza. Da la Repubblica, 19 maggio 2011 (m.p.g.)

*Martedì scorso il Parlamento ha celebrato la giornata contro
l´omofobia. Il giorno dopo la maggioranza della Commissione giustizia
della Camera dei deputati ha bocciato la proposta di legge unificata che
avrebbe introdotto l’omofobia come aggravante nei casi di violenza e
aggressione.
È la seconda volta che il tentativo di far riconoscere come reato
specifico la violenza omofobica viene fermato da un Parlamento disposto
a chiudere mille occhi sulle trasgressioni sessuali del potente di turno
se corrispondono ai più vieti stereotipi del machismo eterosessuale, ma
del tutto indifferente alla sopraffazione nei confronti di chi è
considerato deviante solo perché omosessuale. Dietro vi è certo l´ombra
della Chiesa cattolica, dei suoi anatemi contro la omosessualità, del
suo pervicace considerarla insieme come una malattia e un pericolo per
la sopravvivenza della famiglia, senza alcun fondamento scientifico e in
contrasto con il forte desiderio di formarsi una famiglia, di avere
forti e stabili rapporti di amore e solidarietà – di coppia, ma anche
nei confronti di figli – testimoniato da molti e molte omosessuali. Ma
il potere di veto e di ricatto della Chiesa trova il suo alimento nella
disponibilità di molti, troppi politici (anche a sinistra) ad
assecondarne i desideri sul piano legislativo nella speranza, spesso
fondata, di riceverne in cambio legittimazione e sostegno. È uno scambio
che ha trovato la sua massima esplicitazione in questo governo e
nell´appoggio che ha ricevuto in cambio ("il governo più amico della
Chiesa nella storia della Repubblica", ha dichiarato un autorevole
prelato). Ma anche senza ricatti e scambi, l´atteggiamento della Chiesa
trova terreno fertile nella grettezza morale e nella incultura di una
classe politica che sembra ricordarsi dell´etica solo quando sono in
gioco le scelte dei cittadini circa le proprie relazioni e vita
personale – dalla sessualità alla procreazione alle decisioni su come
affrontare la fine della vita. Ma è sulla omosessualità che si concentra
il rigorismo di questi moralisti d´accatto. È l´omosessualità che sembra
suscitare in loro le paure più incontrollabili. Di converso, i
comportamenti omofobici suscitano nel migliore dei casi in queste
persone una condanna rituale, con un sottotesto di giustificazione (se
la sono voluta, danno fastidio alle persone normali, dovrebbero essere
più discreti, e così via). L’omosessualità diventa una aggravante per le
vittime, una attenuante per gli aggressori –un po’ come succede spesso
alle donne oggetto di violenza sessuale.
Certo, presi all’improvviso da preoccupazioni universalistiche, alcuni
di coloro che ieri hanno votato contro la proposta di legge unificata si
sono giustificati dicendo che introdurre l’aggravante di omofobia
avrebbe costituito una discriminazione nei confronti di altri gruppi, ad
esempio gli anziani o i disabili. Ma il risultato di questo
universalismo strumentale è la negazione che esistano violenze motivate
specificamente dall’odio e disprezzo per particolari gruppi sociali. È
un universalismo negativo, non positivo. Inoltre, l’omosessualità,
come l’eterosessualità, è una caratteristica costitutiva degli
individui, trasversale ad altre caratteristiche e condizioni. L’omofobia
nega precisamente legittimità, normalità, a questo modo di essere
costitutivo di una persona. Come se si rinnegasse legittimità e
normalità a chi è eterosessuale.
La ministra Carfagna ha dichiarato che voterà a favore della legge. Ma
che cosa farà perché il suo partito e la sua maggioranza non boccino
alla Camera ciò che hanno bocciato in Commissione? Da un ministro ci si
aspetta qualche cosa di più di un gesto di testimonianza.