Avigliana. I No Nuke sui binari, la polizia attacca



Avigliana. I No Nuke sui binari, la polizia attacca
Una lunga notte di resistenza

Avigliana, notte tra l’8 e il 9 maggio. È stata una lunga notte. Il tam
tam ecologista aveva diffuso la notizia di un treno carico di scorie
nucleari sin da venerdì.
Ecologisti e No Tav si sono dati appuntamento alla stazione di Avigliana
per bloccare il treno, per far sapere alla gente quanto siano pericolosi i
trasporti di materiale radioattivo.
Sin dalle 21 tanta gente si è raccolta alla stazione. In contemporanea
c’era un presidio a Chivasso ed un altro a Vercelli. Musica, interventi,
cibo e tanta voglia di resistere. La polizia non si fa vedere: una
quarantina di esponenti della polizia politica, la Digos, osserva
dall’altra parte della ferrovia.
Si sparge presto la notizia di 34 furgoni di polizia e carabinieri fermi a
Rosta. Il treno nucleare parte intorno alle 2 da Vercelli. A Chivasso non
arriva perché la polizia preferisce farlo passare dal Piemonte del Sud.
I manifestanti si riuniscono in assemblea e decidono di attuare una
resistenza non violenta: tutti insieme seduti sui tre binari della
ferrovia ad attendere il treno. Tre decidono di incatenarsi. Poco dopo le
tre e mezza partono i blindati da Rosta. Una parte arriva dal lato opposto
alla stazione, un’altra parte giunge alla stazione. I manifestanti sono
chiusi dai due lati. Polizia e carabinieri in assetto antisommossa, casco
calato, scudo e manganello in mano partono e circondano da ogni lato i
manifestanti. Sono centinaia, una marea nera e blu, la forza dello Stato
dispiegata contro chi manifesta per la vita e la salute di tutti. Parte
l’attacco. Dai binari si leva forte il canto “quel mazzolin di fiori”.
Alcuni vengono presi di peso e spostati a forza dai binari, altri vengono
colpiti dai manganelli, ad una compagna rifilano una scudata in faccia, ad
altri rifilano calci, pugni, spintoni. Alcuni compagni accorsi all’esterno
perché la polizia avanzava di corsa dal lato stazione vengono circondati
da poliziotti e finanzieri. Un intero plotoncino viene incaricato di
chiudere due anarchici torinesi. Una morsa di ferro. Con un ultimo assalto
la polizia spinge fuori dalla stazione tutti: gli ecologisti intonano
forte “bella ciao”. Sul binario tre, i compagni non vengono spostati ma
circondati per quasi un’ora dalla polizia.
Arriva un’ambulanza per curare i feriti: la ragazza con la faccia spaccata
e altre due teste rotte. Nessuno da le generalità ma i sanitari non si
stupiscono: sono abituati a soccorrere i No Tav attaccati dalla polizia e
sanno che chi da il nome finisce nel mirino della magistratura.
Poi cala una calma carica di tensione. I manifestanti sono divisi in tre
gruppi: uno circondato al terzo binario, uno stretto davanti alla
stazione, un altro chiuso tra due ali di poliziotti poco più in là.
Una anziana manifestante cerca di andare verso la stazione e viene
spintonata dalla polizia: tutti gridano forte e lei passa.
Intorno alle cinque, uno dopo l’altro, passano i tre treni del convoglio
nucleare.
Poco a poco i cordoni di polizia si allentano, i gruppi si riuniscono,
tutti si scambiano informazioni, un giovane compagno si scusa con uno più
anziano per essersi afferrato al suo piede per resistere meglio. Tanti
portano sul corpo i segni dei colpi subiti.
Il treno è passato ma il silenzio è stato finalmente rotto: tanti
piemontesi oggi sanno che treni nucleari vengono fatti passare di notte,
in silenzio, a due passi dalle loro case.
Quello dell’8 maggio era il secondo di una lunga serie di trasporti.
La notizia, come già due mesi prima, è stata tenuta segreta alla
popolazione. In barba alle leggi, che stabiliscono che chi vive tre
chilometri a lato della linea ferroviaria dovrebbe essere avvertito,
dovrebbe conoscere il piano di emergenza, dovrebbe fare le esercitazioni
per sapere cosa fare in caso di incidenti. Ma sappiamo bene che leggi e
polizia vengono usate contro chi si oppone alla devastazione ambientale, a
chi denuncia il pericolo dei trasporti nucleari, a chi si mette di mezzo
quando, di notte, all’insaputa dei più, viene fatto passare per il
Piemonte un treno pieno carico di scorie radioattive.
Non tutti sanno che l’85% delle scorie radioattive prodotte in Italia sono
concentrate a Saluggia, Trino vercellese e Bosco Marengo. Dopo quasi
venticinque anni dalla chiusura delle centrali nucleari italiane la
questione delle scorie non è stata risolta. E non lo sarà mai, perché le
scorie restano pericolossime per la salute umana e per l’ambiente per
decine di migliaia di anni.
I trasporti che stanno facendo a nostra insaputa sono diretti in Francia.
Nell’impianto di La Hague, le scorie vengono “riprocessate” e rimandate in
Piemonte. Radioattive e pericolose come prima, perché si limitano estrarre
il plutonio. Il plutonio serve a fare un combustibile nucleare, il Mox, e
viene utilizzato per costruire bombe atomiche.
Il governo, dopo l’incidente di Fukushima, ha deciso di sospendere
temporaneamente il programma nucleare. Forse pensano che tra un po’
dimenticheremo Fukushima, forse pensano che siamo scemi.
Dicono che l’energia nucleare costa meno. Mentono. Non calcolano i costi
di smaltimento delle scorie, la “messa in sicurezza” delle vecchie
centrali, i militari e poliziotti che sorvegliano impianti che sono come
bombe atomiche.
Se uno dei treni diretti in Francia deragliasse, se qualcuno lo scegliesse
come obiettivo e lo facesse saltare, se ci fosse una scossa di terremoto –
anche lieve – mentre attraversa Torino, decine di migliaia di persone
rischierebbero la vita.

In tanti pensiamo che sia ora di farla finita con lucra sulle vite di
tutti e siamo decisi a metterci in mezzo. Per il futuro dei nostri figli,
per un mondo senza sfruttati né sfruttatori, per farla finita con la
devastazione del territorio, per essere liberi di decidere.
Chi nutrisse ancora illusioni sulla democrazia reale le ha perse nella
notte tra domenica 8 e lunedì 9 ad Avigliana.
Ai poliziotti che se ne andavano tanti hanno gridato: “Ci rivediamo a
Chiomonte!” Lì tra meno di un mese si presenteranno il truppe per dare
avvio ai lavori del tunnel Tav.
Saremo ancora lì. Teste dure, bugianen.

Il video di un manifestante: http://qik.com/video/39932413
Foto sul sito de “La Stampa”:
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/torino/lstp/44633/
Foto sul sito di Repubblica:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/05/09/foto/nucleare_attivisti_di_greenpeace_bloccano_treno_carico_di_scorie-15983107/1/
Il servizio del Tg3: http://www.youtube.com/watch?v=GtLUnr6QaSw

Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46
Riunioni, aperte a tutti gli interessati, ogni giovedì dopo le 21
fai_to at inrete.it - 338 6594361