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Da Gradisca alla Toscana. Uomini e gabbie
- Subject: Da Gradisca alla Toscana. Uomini e gabbie
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Fri, 8 Apr 2011 02:22:30 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Da Gradisca alla Toscana. Uomini e gabbie Gradisca. Nuova gestione per CIE e CARA Il Cie e il Cara di Gradisca cambieranno gestione per la terza volta. Dopo la cooperativa Minerva e il consorzio Connecting People il lucroso business passa alla transalpina Gepsa - sede a Parigi - in associazione con Cofely Italia e le coop italiane Acuarinto di Agrigento e Synergasia di Roma. Gepsa e gli altri soci del “consorzio temporaneo d’impresa” messo su per l’occasione dovrebbero entrare in pista il primo maggio. Le buste delle offerte erano state aperte il 1 febbraio in prefettura a Gorizia. C’era anche un gruppo di antirazzisti che disse la propria agli aspiranti aguzzini. Le lotte antirazziste in questi lunghi mesi di resistenza migrante si sono intensificate culminando nella giornata di lotta del 12 marzo scorso, organizzata dai compagni del Coordinamento Libertario Regionale a a cinque anni dall’apertura del lager, mentre un nuovo presidio si è tenuto sabato 2 aprile. Vedremo nei prossimi mesi come se la caveranno nuovi gestori di fronte alla voglia di libertà e rivolta che i reclusi hanno sempre espresso. Lager per immigrati: il modello toscano per “l’emergenza” Nei primi giorni di questa settimana, con l'arrivo di due traghetti della Grimaldi Lines, sono giunti in toscana circa 500 profughi da Lampedusa. I migranti sono stati suddivisi in una decina di piccole strutture, in 7 diverse province. Inizialmente doveva essere predisposta un'unica tendopoli che avrebbe ospitato almeno un migliaio di profughi, nella campagna acquitrinosa di Coltano, vicino Pisa, nella ex Base LORAN della NATO. Questa scelta è stata poi abbandonata dal governo in seguito alle dure proteste degli abitanti della zona, di carattere chiaramente razzista ma cavalcate abilmente dal PD, che le ha trasformate in proteste contro il Lager e per il "modello toscano" di gestione dell'emergenza. Il "modello toscano" proposto dal presidente della Regione Enrico Rossi è identico a quello che la giunta regionale, da Rifondazione al Pd, ha sempre sostenuto riguardo al CIE Toscano: creare varie strutture, piccole, gestibili, con associazioni di volontariato, più umane e più facilmente controllabili. Così 30 persone sono state sistemate a Livorno in un ostello, ed altri piccoli gruppi sono stati destinati a strutture nelle province di Livorno, Pisa, Arezzo, Firenze, Siena e Pistoia. Altre proteste ci sono state a Calambrone, zona balneare vicino Tirrenia, nel comune di Pisa. Là il PDL e la Confcommercio hanno infiammato gli animi degli esercenti e dei balneari che hanno inscenato una protesta "contro i clandestini" e per proteggere i profitti della "stagione turistica", che a loro avviso sarebbero drasticamente calati se 100 profughi fossero stati destinati all'ex ospedale ortopedico del Calambrone. Nella notte tra lunedì e martedì inoltre sono stati distrutti bagni e autoclave dell'ospedale, e compiute scritte razziste firmate con la croce celtica. La Regione ha così identificato a Sen Piero a Grado ed a San Rossore altri due siti alternativi. È ancora più chiaro alla luce di questi fatti come sia il PD sia la destra sappiano muoversi con agilità per rimestare nella melma razzista che loro stessi hanno alimentato in questi anni. Gli antirazzisti si sono mossi subito: sabato 2 aprile a Pisa si è tenuto un grande presidio contro la guerra, contro i lager e per la libertà di circolazione. Lunedì 4, al porto di Livorno, alcune decine di persone hanno partecipato al presidio in solidarietà con i migranti organizzato dall'Assemblea contro i Centri di Espulsione. In questi giorni ci stiamo organizzando per continuare la lotta per la libertà di circolazione di tutte e di tutti. La situazione è diversa in ogni località, a Livorno ad esempio i migranti possono uscire dalla struttura, basta che tornino a dormire, e possono ricevere visite da chiunque a qualsiasi ora. In altre località la situazione è molto più difficile. Ci sono strutture chiuse dal filo spinato, dove è difficile anche per le associazioni entrare in contatto con i migranti, ci sono strutture che concedono visite ma non permettono ai migranti di uscire. L'intervento di chi lotta contro ogni razzismo e contro ogni frontiera non è facile, perché ci sono tante piccole strutture, disseminate per il territorio regionale, ognuna organizzata in modo diverso. In un recente comunicato l'Assemblea contro i Centri di Espulsione di Livorno ha fatto appello "a tutte le antirazziste e gli antirazzisti per: -Portare solidarietà concreta ai migranti -Vigilare attivamente sul rispetto dei diritti dei migranti -Respingere ogni forma di detenzione -Sostenere i migranti nella rivendicazione della libertà di circolazione" Per info e approfondimenti: http://senzafrontiere.noblogs.org/
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