Da Gradisca alla Toscana. Uomini e gabbie



Da Gradisca alla Toscana. Uomini e gabbie

Gradisca. Nuova gestione per CIE e CARA
Il Cie e il Cara di Gradisca cambieranno gestione per la terza volta. Dopo
la cooperativa Minerva e il consorzio Connecting People il lucroso
business passa alla transalpina Gepsa - sede a Parigi - in associazione
con Cofely Italia e le coop italiane Acuarinto di Agrigento e Synergasia
di Roma.
Gepsa e gli altri soci del “consorzio temporaneo d’impresa” messo su per
l’occasione dovrebbero entrare in pista il primo maggio.
Le buste delle offerte erano state aperte il 1 febbraio in prefettura a
Gorizia. C’era anche un gruppo di antirazzisti che disse la propria agli
aspiranti aguzzini.
Le lotte antirazziste in questi lunghi mesi di resistenza migrante si sono
intensificate culminando nella giornata di lotta del 12 marzo scorso, 
organizzata dai compagni del Coordinamento Libertario Regionale a a cinque
anni dall’apertura del lager, mentre un nuovo presidio si è tenuto sabato
2 aprile.
Vedremo nei prossimi mesi come se la caveranno nuovi gestori di fronte
alla voglia di libertà e rivolta che i reclusi hanno sempre espresso.

Lager per immigrati: il modello toscano per “l’emergenza”
Nei primi giorni di questa settimana, con l'arrivo di due traghetti della
Grimaldi Lines, sono giunti in toscana circa 500 profughi da Lampedusa. I
migranti sono stati suddivisi in una decina di piccole strutture, in 7
diverse province.
Inizialmente doveva essere predisposta un'unica tendopoli che avrebbe
ospitato almeno un migliaio di profughi, nella campagna acquitrinosa di
Coltano, vicino Pisa, nella ex Base LORAN della NATO. Questa scelta è
stata poi abbandonata dal governo in seguito alle dure proteste degli
abitanti della zona, di carattere chiaramente razzista ma cavalcate
abilmente dal PD, che le ha trasformate in proteste contro il Lager e per
il "modello toscano" di gestione dell'emergenza.
Il "modello toscano" proposto dal presidente della Regione Enrico Rossi è
identico a quello che la giunta regionale, da Rifondazione al Pd, ha
sempre sostenuto riguardo al CIE Toscano: creare varie strutture, piccole,
gestibili, con associazioni di volontariato, più umane e più facilmente
controllabili.
Così 30 persone sono state sistemate a Livorno in un ostello, ed altri
piccoli gruppi sono stati destinati a strutture nelle province di Livorno,
Pisa, Arezzo, Firenze, Siena e Pistoia.
Altre proteste ci sono state a Calambrone, zona balneare vicino Tirrenia,
nel comune di Pisa. Là il PDL e la Confcommercio hanno infiammato gli
animi degli esercenti e dei balneari che hanno inscenato una protesta
"contro i clandestini" e per proteggere i profitti della "stagione
turistica", che a loro avviso sarebbero drasticamente calati se 100
profughi fossero stati destinati all'ex ospedale ortopedico del
Calambrone.
Nella notte tra lunedì e martedì inoltre sono stati distrutti bagni e
autoclave dell'ospedale, e compiute scritte razziste firmate con la croce
celtica. La Regione ha così identificato a Sen Piero a Grado ed a San
Rossore altri due siti alternativi.
È ancora più chiaro alla luce di questi fatti come sia il PD sia la destra
sappiano muoversi con agilità per rimestare nella melma razzista che loro
stessi hanno alimentato in questi anni.
Gli antirazzisti si sono mossi subito: sabato 2 aprile a Pisa si è tenuto
un grande presidio contro la guerra, contro i lager e per la libertà di
circolazione. Lunedì 4, al porto di Livorno, alcune decine di persone
hanno partecipato al presidio in solidarietà con i migranti organizzato
dall'Assemblea contro i Centri di Espulsione.
In questi giorni ci stiamo organizzando per continuare la lotta per la
libertà di circolazione di tutte e di tutti.
La situazione è diversa in ogni località, a Livorno ad esempio i migranti
possono uscire dalla struttura, basta che tornino a dormire, e possono
ricevere visite da chiunque a qualsiasi ora.
In altre località la situazione è molto più difficile. Ci sono strutture
chiuse dal filo spinato, dove è difficile anche per le associazioni
entrare in contatto con i migranti, ci sono strutture che concedono visite
ma non permettono ai migranti di uscire. L'intervento di chi lotta contro
ogni razzismo e contro ogni frontiera non è facile, perché ci sono tante
piccole strutture, disseminate per il territorio regionale, ognuna
organizzata in modo diverso.
In un recente comunicato l'Assemblea contro i Centri di Espulsione di
Livorno ha fatto appello "a tutte le antirazziste e gli antirazzisti per:
-Portare solidarietà concreta ai migranti
-Vigilare attivamente sul rispetto dei diritti dei migranti
-Respingere ogni forma di detenzione
-Sostenere i migranti nella rivendicazione della libertà di circolazione"

Per info e approfondimenti: http://senzafrontiere.noblogs.org/