Torino. Assolti i sei anarchici del processo “pummarola”



Torino. Assolti i sei anarchici del processo “pummarola”

6 aprile 2011. Rinaudo non si è nemmeno presentato in aula, incaricando
dell’arringa finale un giovane PM, che dopo un lungo giro di parole, ha
chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
A quale “fatto” si parla? Per quale ragione sei anarchici hanno subito un
processo? Per imbrattamento di un inesistente “edificio storico del ‘700”.
I sei compagni sono stati processati per una secchiata di pomodoro e soldi
finti sul marciapiede davanti all’Unione Industriali. Sulla cancellata del
palazzo dei padroni della città venne appeso uno striscione bianco con la
scritta “G8: guerra, schiavitù, oppressione”.
Era il 7 luglio 2009, il giorno successivo, tra le macerie della città
distrutta dal terremoto, iniziava all’Aquila il G8.

C’è voluta un’inchiesta dei carabinieri, le indagini della procura, il
rinvio a giudizio, la perizia di un geometra e di un architetto per
constatare che il marciapiede antistante l’ingresso della sede dell’Unione
Industriali in via Fanti a Torino, non era né storico, né del ‘700. Eppure
le foto che lo mostravano erano belle nitide.
Dopo l’arringa del difensore, la giudice ha assolto tutti e sei gli imputati.

Tutto è bene quel che finisce bene.
Resta il dato inquietante di una procura che elabora teoremi sempre più
improbabili pur di mandare a giudizio chi critica il (dis)ordine vigente.
Resta il fatto che ci hanno provato e stanno continuando a provarci.
Provano a criminalizzare chiunque si opponga alle politiche feroci di
governo e padroni.
Resta il fatto che a due anni dal terremoto, a due anni dalla passerella
dei potenti della terra tra le rovine dell’Aquila, le macerie sono ancora
lì, il centro è abbandonato, tanti aquilani sono stati costretti ad
andarsene.
L’Aquila era ed è il simbolo di un futuro che è già presente. Un’intera
popolazione sotto controllo, mentre i soliti noti costruivano fortune
“umanitarie”. Per gli uni i lutti, la precarietà, l’emigrazione, per gli
altri il business della “ricostruzione”.
Resta il fatto che, di G8 in G8, di vertice in vertice, i capi dei governi
più forti della terra discutono il destino dei sei miliardi di esseri
umani, incuranti che la gran maggioranza della gente del pianeta
sopravviva con meno di due dollari al giorno.

Resta il fatto che – alla faccia di padroni e governanti – c’è chi resiste
all’oppressione e allo sfruttamento. E lì, dove si lotta per un mondo di
eguaglianza a libertà, troverete sempre anche noi.

Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46
Riunioni, aperte a tutti gli interessati, ogni giovedì dopo le 21
fai_to at inrete.it - 338 6594361