Torino. L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, liber tari, contadini ribelli del sud



Torino. L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, libertari,
contadini ribelli del sud

Mercoledì 16 marzo
alle 21 in corso Palermo 46
L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, libertari, contadini
ribelli del sud.
Interverrà Roberto Prato.

Lo Stato italiano compie 150 anni e fa festa. Il governo festeggia con ben
10 parate militari nelle strade della prima capitale d’Italia.
Festeggia un paese in guerra. Quelle di ieri e quelle di oggi.

Ma c'è stato un altro risorgimento, quello dei libertari, dei socialisti,
dei federalisti, quello dei contadini ribelli del sud. Quello di Ferrari,
di Pisacane, delle rivolte popolari nel meridione.
Un risorgimento nascosto e dimenticato.
Vogliamo far rivivere questa storia di ieri che tanto ci dice dell’oggi
che siamo forzati a vivere.

Chi sa che nel Forte di Fenestrelle migliaia di prigionieri di guerra
borbonici vennero fatti morire di fame e di stenti?

Quanti uomini, donne e bambini sono morti per spostare un confine, per
piazzare un po’ più in là una bandiera, perché uno Stato diventasse più
grande? I contadini meridionali che salutarono Garibaldi sperando in un
domani migliore scoprirono presto il loro inganno.
La loro rivolta contro tasse, coscrizione obbligatoria, razzismo venne
repressa in un bagno di sangue.

Seicentomila contadini ed operai del nord e del sud morirono per spostare
più ad est i confini del regno, perché una bandiera diversa sventolasse
sugli edifici pubblici. Cosa ne hanno guadagnato i poveracci di Trento,
Trieste, Gorizia? Forse i padroni sono diventati meno padroni, c’è stata
distribuzione delle ricchezze, giustizia sociale? Nulla cambia ogni volta
che si sposta una frontiera.
Ma i tricolori garriscono spavaldi sulle tombe di chi è morto senza un
perché.

La nazione, la patria, la bandiera sono le favole tristi che gli Stati
raccontano quando mandano qualcuno ad ammazzare e a morire. Magari per la
pace. O l’umanità.
Soldati e bandiere. I nazionalisti di ogni dove fanno festa con divise e
vessilli: cambiano fogge e colori, ma la musica è sempre la stessa. Quella
delle marcette che accompagnano gli assassini di professione.

L’Italia si è fatta – e si continua a fare – con il sangue degli
“italiani”. Con il sangue della povera gente. La povera gente ha la stessa
faccia in ogni dove, perché ovunque – qualunque sia la bandiera, i padroni
lucrano sulle nostre vite, rubandocele pezzo a pezzo. Chi vuole un mondo
diverso, senza sfruttati né sfruttatori, non vuole frontiere, Stati,
bandiere, eserciti.

Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì dalle 21 – fai_to at inrete.it – 338
6594361