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Torino. L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, liber tari, contadini ribelli del sud
- Subject: Torino. L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, liber tari, contadini ribelli del sud
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Tue, 15 Mar 2011 16:59:58 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Torino. L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, libertari, contadini ribelli del sud Mercoledì 16 marzo alle 21 in corso Palermo 46 L’altro risorgimento. Socialisti, federalisti, libertari, contadini ribelli del sud. Interverrà Roberto Prato. Lo Stato italiano compie 150 anni e fa festa. Il governo festeggia con ben 10 parate militari nelle strade della prima capitale d’Italia. Festeggia un paese in guerra. Quelle di ieri e quelle di oggi. Ma c'è stato un altro risorgimento, quello dei libertari, dei socialisti, dei federalisti, quello dei contadini ribelli del sud. Quello di Ferrari, di Pisacane, delle rivolte popolari nel meridione. Un risorgimento nascosto e dimenticato. Vogliamo far rivivere questa storia di ieri che tanto ci dice dell’oggi che siamo forzati a vivere. Chi sa che nel Forte di Fenestrelle migliaia di prigionieri di guerra borbonici vennero fatti morire di fame e di stenti? Quanti uomini, donne e bambini sono morti per spostare un confine, per piazzare un po’ più in là una bandiera, perché uno Stato diventasse più grande? I contadini meridionali che salutarono Garibaldi sperando in un domani migliore scoprirono presto il loro inganno. La loro rivolta contro tasse, coscrizione obbligatoria, razzismo venne repressa in un bagno di sangue. Seicentomila contadini ed operai del nord e del sud morirono per spostare più ad est i confini del regno, perché una bandiera diversa sventolasse sugli edifici pubblici. Cosa ne hanno guadagnato i poveracci di Trento, Trieste, Gorizia? Forse i padroni sono diventati meno padroni, c’è stata distribuzione delle ricchezze, giustizia sociale? Nulla cambia ogni volta che si sposta una frontiera. Ma i tricolori garriscono spavaldi sulle tombe di chi è morto senza un perché. La nazione, la patria, la bandiera sono le favole tristi che gli Stati raccontano quando mandano qualcuno ad ammazzare e a morire. Magari per la pace. O l’umanità. Soldati e bandiere. I nazionalisti di ogni dove fanno festa con divise e vessilli: cambiano fogge e colori, ma la musica è sempre la stessa. Quella delle marcette che accompagnano gli assassini di professione. L’Italia si è fatta – e si continua a fare – con il sangue degli “italiani”. Con il sangue della povera gente. La povera gente ha la stessa faccia in ogni dove, perché ovunque – qualunque sia la bandiera, i padroni lucrano sulle nostre vite, rubandocele pezzo a pezzo. Chi vuole un mondo diverso, senza sfruttati né sfruttatori, non vuole frontiere, Stati, bandiere, eserciti. Per info e contatti: Federazione Anarchica Torinese – FAI Corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì dalle 21 – fai_to at inrete.it – 338 6594361
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