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Torino. Verso il Primo Marzo
- Subject: Torino. Verso il Primo Marzo
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Mon, 31 Jan 2011 10:31:33 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Torino. Verso il Primo Marzo Lunedì 31 gennaio ore 21 assemblea antirazzista nella sala di corso Ferrucci 65° Sabato 29 gennaio un gruppo di antirazzisti si è dato appuntamento al mercato di Porta Palazzo per un presidio informativo. Il presidio è quasi subito diventato itinerante. Gli antirazzisti, aperti due striscioni, con due striscioni, “Torino è antirazzista” e “W le rivolte nei paesi arabi”, sono partiti, seguiti passo passo dalla polizia politica. Al ritmo della Samba Band hanno fatto un lungo giro per il mercato, chiudendo la giornata nella piazzetta del Balon. Di seguito il testo del volantino, in italiano e arabo, distribuito sabato tra i banchi del mercato. Italiani e immigrati: tanti popoli, una lotta Algeria, Tunisia, Albania, Egitto: governi travolti dalla rabbia delle nuove generazioni, intrappolate in un presente che sembra non conoscere futuro. Studenti, laureati, giovani lavoratori, disoccupati. Uomini e donne che hanno perso anche la speranza dell'emigrazione, perché raggiungere la Fortezza Europa, se ci si riesce, significa ormai trovare un lavoro precario di bassa manovalanza, sotto il ricatto continuo del permesso di soggiorno da rinnovare. Destinati, per di più, a essere il capro espiatorio di ogni tensione sociale e lo spauracchio su cui la politica costruisce ampie fette del poco consenso che ancora raccoglie. Eppure il futuro arriverà comunque, qualunque sia la sua tinta, e solo una lotta congiunta, Italiani e immigrati, ci può garantire che sia meno fosco. Per questo stesso futuro hanno lottato i migranti in Italia sino ad oggi. Dalla gru di Brescia alla torre di Milano, dalle rivolte nei CIE fino a Rosarno. I migranti hanno alzato la testa per dire no alle politiche razziste e securitarie che il nostro governo continua ad attuare, insieme ai tagli che distruggono l'istruzione pubblica e gratuita o alla complicità in contratti capestro come quello di Mirafiori. Intanto, la sanatoria per colf e badanti si è ormai rivelata per quello che è: una truffa colossale. Accordi bilaterali riempiono il deserto del Nord Africa di orribili lager per clandestini, che magari sono stati respinti in mare aperto, a rischio della vita. Lo stato italiano cerca di selezionare gli immigrati con test di lingua e cultura italiana, per regolarizzare quelli più istruiti e tenere tutti gli altri nell'ombra dell'illegalità e del ricatto. Noi non ci stiamo! Impediamo la tratta globale dei nuovi schiavi! Solidarizziamo con gli sfruttati: italiani, regolari e clandestini! Riprendiamoci il futuro! Vi invitiamo tutti, Lunedì 31 gennaio, ore 21, presso la sala circoscrizionale di corso Ferrucci 65/a, a un'assemblea cittadina per realizzare percorsi di lotta che mirino a ottenere conquiste concrete per tutti. Il primo marzo 2011 costruiamo un grande sciopero dei lavoratori immigrati. Per contatti: antirazzisti10luglio at inventati.org Di seguito l’appello per l’assemblea di questa sera. Verso il 1 marzo 2011 Primo marzo 2010. Sono tante le immagini di quella giornata stampate nella nostra memoria. Quella della gente che vaga stupita tra le poche bancarelle aperte in una Porta Palazzo quasi vuota. Porta Palazzo, il mercato all’aperto più grande d’Europa, ha fatto sciopero: i venditori e i migranti addetti al montaggio delle bancarelle hanno incrociato le braccia. Oltre il 90% le adesioni a questa giornata di lotta. L’altro fermo immagine di quel primo marzo è alla stazione di Porta Nuova, dove le persone hanno iniziato ad affluire ben prima dell’ora fissata per l’inizio della manifestazione. Poi il fermo vigliacco di Idrissa, un giovane senegalese portato via dalla Polfer mentre si stava dirigendo al corteo, la rabbia per le vie di San Salvario, il blocco ad oltranza davanti alla stazione per chiederne il rilascio, la gioia per la sua liberazione quando Idrissa è tornato tra noi, perché migliaia di persone non si sono scoraggiate, non hanno abbassato la testa, resistendo per ore contro uno dei tanti soprusi quotidiani, che segnano la vita degli immigrati. A un anno da quella giornata di lotta e di orgoglio sono tante le ragioni per riempire – italiani ed immigrati insieme - strade e piazze, ma dopo quel corteo la capacità di rimetterci in moto non sempre è stata adeguata alle sfide che una realtà sociale sempre più dura ci imponeva. Nell'estate del 2010, la rete antirazzista 10 luglio, costituitasi per dare vita a una giornata contro la vergogna dei CIE, ha saputo, dopo il corteo, innescare momenti di lotta significativi, culminati nel presidio permanente di solidarietà con un ragazzo tunisino salito sul tetto di una sezione del CIE per tentare di evitare il rimpatrio. Nell'autunno la rete si è mossa ancora, riempiendo di idee, musica convivialità una prima piazza antirazzista a S. Salvario. Sul fronte della sanatoria truffa ha costruito insieme ad altre realtà cittadine un presidio (24 novembre) ed un corteo perché a nessuno sia negata la possibilità di vivere nel nostro paese (27 novembre). Momenti di lotta importanti che tuttavia non hanno saputo innescare una resistenza tale da mettere in difficoltà un governo che, lo sappiamo bene, non è disposto a fare sconti a nessuno. La durissima repressione che ha investito gli immigrati e gli antirazzisti bresciani e milanesi quest’autunno è il segno che occorre maggiore impegno e sempre maggiore coordinamento nelle lotte per riuscire a dare un segnale forte. A Brescia e Milano gli immigrati torinesi hanno comunque guardato con attenzione, senza però riuscire a eguagliarne la capacità organizzativa e il protagonismo. Eppure le ragioni per lottare, certo, non mancano. La truffa della sanatoria è ben lontana dal trovare una soluzione soddisfacente; i meccanismi discriminatori che regolano l'accesso degli immigrati ai permessi di lungo soggiorno sono ormai una realtà; il razzismo di stato, con le sue derive securitarie, non accenna a placarsi; la crisi, come ci ricorda l'infame accordo di Mirafiori, morde le vite dei lavoratori e gli immigrati si ritrovano nella duplice veste di capro espiatorio per il malcontento diffuso e strumento di pressione sui diritti di tutti; i deserti del Nord Africa si riempiono di prigioni disumane grazie ad accordi bilaterali criminali; Paesi come Tunisia e Algeria sono percorsi da insurrezioni figlie della claustrofobia per frontiere ormai sigillate; della rabbia di giovani, magari laureati, la cui rosea prospettiva è di raggiungere l'agognato Occidente per svolgere sotto ricatto lavori malpagati; della disperazione di gente affamata dai colpi di coda del mercato globale. Diamo forza e continuità alle lotte. Non permettiamo che le energie si disperdano e prevalga la rassegnazione. Incontriamoci per discutere, per confrontarci, per riprendere i ragionamenti sul significato e sulla possibilità di costruire uno sciopero, per dare vita insieme a un 1 marzo che veda ancora gli immigrati protagonisti della propria lotta. Incontriamoci lunedì 31 gennaio alle ore 21, nella sala di corso Ferrucci 65/a. Rete 10 luglio antirazzista
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