Torino. Capodanno al CIE



Torino. Capodanno al CIE

Torino 1 gennaio 2011. Due blindati, due grupponi di poliziotti e
finanzieri in assetto antisommossa e un folto nugolo di digos piazzati
attendevano gli antirazzisti venuti a fare i fuochi di capodanno davanti
al Centro di corso Brunelleschi.
In mattinata era arrivata la notizia che, grazie alla “direttiva
rimpatri”, la normativa europea entrata in vigore il 24 dicembre, sei
immigrati accusati di non aver ottemperato al decreto di espulsione, sono
stati rimessi in libertà.

A Natale i reclusi avevano raccontato ai microfoni di radio Blackout di un
pranzo a base pasta fredda e immangiabile. Nel pomeriggio del 31 dicembre
quattro grosse borse piene di cose buone sono state consegnate ai reclusi
delle quattro sezioni “operative” del Centro, la rossa, la verde, la
viola, la gialla. Sorrisi e complicità hanno accolto il dono, specie nella
sezione femminile.
In contemporanea, da un balcone di fronte, ben visibile dall’interno del
CIE, è stato appeso uno striscione bianco con la scritta “Freedom”: un
fumogeno rosso lo ha reso ben visibile.

Allo scoccare della mezzanotte davanti al muro del Centro sono partiti
slogan e battiture.
Libertà, libertà, libertà. E poi i fuochi, i petardi, i fumogeni. Quelli
dell’antisommossa si sono spostati lesti lesti un po’ più in là. Gli
antirazzisti, numerosi nonostante il freddo, si sono fatti sentire ancora
più forte.
Un lungo anno è appena trascorso. Fuori e dentro le gabbie è cresciuta la
resistenza: a noi tutti l’impegno perché non sia troppo in là un tempo
senza muri e senza gabbie.

www.senzafrontiere.noblogs.org