Undici anni, ma sembra ieri. La strage al CIE di Trapani



Undici anni, ma sembra ieri. La strage al CIE di Trapani

Trapani. 28 e 29 dicembre contro i CIE e il razzismo
Presidio antirazzista davanti il CIE “Serraino Vulpitta” dalle ore 15

Undici anni, ma sembra ieri. La strage dell’allora Centro di Permanenza
Temporanea “Serraino Vulpitta” – (istituito con la legge Turco-Napolitano)
in cui sei migranti persero la vita in seguito a un tentativo di fuga –
continua a essere attualissima nella sua tragicità.
Le rivolte, le fughe, gli atti di autolesionismo e le vibranti proteste
dei migranti continuano a caratterizzare la quotidianità di questa
struttura come di tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) in
Italia. Negli ultimi mesi, da Torino a Milano, da Bologna a Bari, da
Gradisca d’Isonzo a Crotone, tutti questi lager del terzo millennio,
impermeabili a qualunque forma di controllo dall’esterno, sono diventati
polveriere in cui è scoppiata la rivolta dei reclusi. Sempre e soltanto
per chiedere quello che spetta a tutte e tutti, a prescindere dal luogo in
cui si è nati: libertà e diritti.
Nonostante tutto questo, il governo italiano alza il tiro in termini di
repressione.
A Trapani è stato praticamente ultimato un nuovo e più grande Centro di
Identificazione ed Espulsione in contrada Milo, all’estrema periferia
della città. Una struttura terribile che continuerà a ingrassare i
professionisti della falsa solidarietà che, nella gestione dei centri,
continueranno a lucrare sulla pelle dei migranti.
Più in generale, le leggi sull’immigrazione continuano ad assolvere una
funzione repressiva che schiaccia le esistenze di migliaia di donne e
uomini. L’inasprimento della repressione si misura drammaticamente nelle
norme contenute nel cosiddetto pacchetto-sicurezza in cui non solo si
dispone la costruzione di nuovi centri di internamento per migranti, ma
anche il prolungamento della detenzione fino a sei mesi e il carattere
penale del reato di clandestinità.
Ottenere il permesso di soggiorno è sempre più difficile e, così, la
mancata regolarizzazione serve a creare un’enorme massa di manodopera a
basso costo alla mercé degli sfruttatori, esposta al ricatto della
clandestinità, delle mafie e dei trafficanti di esseri umani. E quando non
riescono ad approdare sulle coste italiane, i migranti vengono respinti in
mare dalle motovedette libiche (con la complicità del governo italiano)
per poi essere reclusi nei centri di detenzione di Tripoli o mandati a
morire nel deserto.
Non è più possibile continuare a ignorare le proteste nei CIE, sempre più
frequenti; la rivolta degli schiavi di Rosarno contro mafiosi e
sfruttatori; le numerose manifestazioni autorganizzate per la
regolarizzazione generalizzata in tutta Italia fino alle recenti clamorose
proteste di Brescia e Milano contro la sanatoria-truffa. È necessario
rinnovare l’impegno per una resistenza quotidiana che deve unire tutti,
italiani e immigrati, nella capacità di opposizione e autorganizzazione
contro la deriva autoritaria in cui sta sprofondando il paese, dove
l’erosione della libertà e dei diritti colpisce tutti, indistintamente.

•    Per ricordare Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim morti
nel rogo del 1999 e tutti i migranti annegati in mare, morti lavorando
nelle campagne o nei nostri cantieri.
•    Per la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione “Serraino
Vulpitta” e contro l’apertura del nuovo CIE di contrada Milo.
•    Per la chiusura di tutti i CIE, per l’abolizione delle leggi razziste
(Bossi-Fini e pacchetto-sicurezza).
•    Per l’eliminazione del legame obbligatorio tra contratto di lavoro e
permesso di soggiorno.
•    Per il riconoscimento dei diritti fondamentali per tutti, immigrati e
non.
•    Per la libertà di movimento di tutte e tutti, in Italia e nel mondo.
•    Per la solidarietà e la giustizia sociale, contro il razzismo e la
repressione.

Coordinamento per la Pace – Trapani
Circolo “aMalaTesta” – Arci Trapani
Emergency – Trapani

Per info e approfondimenti: www.senzafrontiere.noblogs.org