Accorciare la miccia. Sul decreto flussi



Accorciare la miccia. Sul decreto flussi

Il 30 novembre il governo ha emanato il decreto flussi per il 2011. Il
decreto autorizza oltre 80mila ingressi - di cui circa 50mila per
lavoratori subordinati provenienti da paesi che hanno accordi di
cooperazione in materia migratoria con l'Italia - e permetterà la
conversione di 12mila permessi di soggiorno, rilasciati ad altro titolo,
in permessi per lavoro.
Il decreto flussi è una sanatoria mascherata. Nel nostro paese entri
regolarmente se hai già in tasca il contratto di lavoro, ma nessuno entra
così, perché nessun padrone ti prende senza averti mai visto. Nel 2010 non
arriverà nessuno, se non quelli che riusciranno a sbarcare da una
carretta, o a fingersi studenti o turisti. Gli altri, quelli del decreto,
sono già qui. Lavorano in nero nei cantieri, nelle officine, nei campi.
Chi trova un padrone disposto a regolarizzarlo – purché ovviamente si
paghi le spese -presenta la domanda. Poi parte l’attesa. Possono passare
mesi e mesi prima di ottenere il nulla osta. A questo punto basta uscire
dall’Italia in punta di piedi, clandestinamente, ti rechi all’ambasciata
italiana nel tuo paese dove ritiri il documento che ti consentirà di
(ri)entrare da regolare. Una sceneggiata tanto stupida quanto volgare.
Così il governo mantiene intatta la propria immagine da duro contro i
clandestini. Il prezzo, in soldi, tempo, rischi lo pagano gli immigrati.
Il governo Berlusconi, che sul contrasto all’immigrazione ha fondato una
parte non trascurabile delle sue fortune, per quasi tre anni si è ben
guardato dal fare il decreto flussi, ossia di indicare, come prescrive la
legge, il numero di immigrati che possono entrare regolarmente in Italia
nell’anno successivo.
Val la pena di chiedersi come mai, proprio quest’anno – nonostante la
crisi – il governo abbia fatto il decreto. Una scelta strana per un
governo che rischia di dover chiudere in anticipo la sua avventura e che
si presenterà alle urne, sbandierando la propria inflessibilità.
L’autunno appena trascorso non è stato un autunno come gli altri. Gli
immigrati vittime della sanatoria riservata colf e badanti del settembre
2009 hanno alzato la testa. La lotta il cui emblema resta la gru di
Brescia ha attraversato le comunità migranti del paese, mettendo in
difficoltà il governo, perché, per la prima volta, gli immigrati sono
riusciti a rompere il clichè mediatico che li dipinge come clandestini,
delinquenti, pericolosi. Un lavoratore che vuole il pezzo di carta per
mettersi a posto riesce a catalizzare intorno alla propria lotta un ampio
consenso. Il governo ha risposto con la violenza, le deportazioni, la
caccia all’uomo, per stroncare sul nascere un movimento che stava
crescendo.
Chi ci governa è un criminale ma non uno stupido. La crisi ha colpito duro
e non ha risparmiato le comunità migranti, mettendo sul lastrico famiglie
che vivono in Italia da anche da molti anni. In tanti hanno perso il
lavoro e, con il lavoro, la possibilità stessa di rimanere qui. La
clandestinità ha investito così anche gente convinta di aver finalmente
afferrato l’effimera sicurezza del permesso.
Una polveriera.
Un decreto flussi emanato in sordina è un modo per accorciare la miccia
destinata a farla esplodere.

Per approfondimenti: www.senzafrontiere.noblogs.org