Una politica nuova




L’Italia è un paese fatto di gente "normale", che ha abbandonato le suggestioni "ideologiche" del secolo scorso e ragiona in termini di bene comune.

La politica non pensa più a "cosa" fare o a "come" farlo. Pensa solo a come organizzarsi, come ripartire gli incarichi, con chi allearsi, a chi vince e chi perde, a come votare e quando votare. Insomma, la politica si è trasformata in una sorta di gioco di ruolo autoreferenziale, assolutamente scollegato dalla realtà del paese e dalle sue esigenze. E poi, il bipolarismo in Italia non ha funzionato. I partiti politici hanno pensato di declinare il bipolarismo come una sorta di guerra civile da combattere con tutte le armi possibili. Da qui la sensazione concreta che la politica coincida sempre e comunque con la propaganda, con l'effetto annuncio che non porta mai a nulla se non a rinviare i problemi all'infinito.

I cittadini vogliono e devono contare loro per migliorare le cose. Ormai solo con la democrazia diretta del popolo possiamo affrontare i problemi reali e i nodi scottanti della nostra vita pubblica e noi dobbiamo appoggiare questo, se desideriamo avere successo.

Occorre un connubio fra i partiti democratici progressisti, il sindacato, il movimento della democrazia diretta e i cittadini, perché lo scopo finale può essere lo stesso, la democrazia diretta è perno di unità. I diritti popolari sono diventati in tutto il globo l’espressione chiave di uno sviluppo democratico duraturo. Negli ultimi 20 anni, oltre un centinaio di Paesi nel mondo ha introdotto meccanismi istituzionali di partecipazione diretta all’interno della democrazia rappresentativa. Tra questi la Germania ha introdotto la democrazia diretta in tutti i suoi 16 Länder e in tutti i suoi Comuni (grazie a politici illuminati e a un partito progressista, i Verdi, con la collaborazione del movimento democratico diretto tedesco, per cui detto partito ha recentemente superato lo SPD) ed ora la Germania ha la migliore ripresa dell’Unione Europea. I problemi non possono essere risolti con le stesse strutture che li hanno prodotti.

Da recenti sondaggi, effettuati in vari Stati europei e negli USA su chi vuole l’istituzione della democrazia diretta, le risposte favorevoli della popolazione sono tra il 68% e l’85%, mentre quelle dei politici sono tra il 17% e, in Germania, il 50%. Per le nostre conquiste democratiche occorre darci da fare, occorre convertirci.

Aggiungo in prospettiva che una Costituzione federale, in cui sono presenti forme avanzate di democrazia diretta col controllo vincolante dei cittadini, crea automaticamente un circuito virtuoso, che sviluppa maggiore benessere economico, minore debito pubblico, minori tasse, ambiente vivibile, più giustizia sociale, pensioni eque, occupazione ottimale, minori costi degli enti pubblici, maggiore efficienza, minore spesa per i rifiuti, maturità politica dei cittadini, pace duratura (la gente non vuole mandare i loro figli in guerra, né i loro mariti), più tolleranza. Tutto viene semplificato, giacché è sufficiente che il popolo voti ed è in tal modo immediatamente decisa la soluzione migliore e più condivisa da prendere in quel momento, in quel territorio, per la collettività. Invio in allegato una bozza di Costituzione dell’Unione Europea basata sulla DD.

Cordiali saluti.
Carlo Marinis
Allegato Rimosso