Caro Baccelli, non è per niente vero che Prodi ha fatto sparire la
Sinistra; si è anzi alleato con la Sinistra.
Ma poi che cosa pensa sia la Sinistra? E' vero che per un certo tempo
è stata egemonizzata dai sovietici, ma la Sinistra è il partito dei lavoratori,
della gente del popolo che vive del suo lavoro; il partito che cerca giustizia
per questa gente. La Sinistra è la speranza dell'umanità. Ora in Italia è
debole, ma in Francia, ad esempio, è forte e nelle ultime elezioni
amministrative ha battuto il partito del presidente. In Spagna è al
governo.
Da Berlusconi non si può sperare nulla: è un truffatore, giunto al governo
con una dozzina di processi da cui si è liberato con varie leggi e leggine,
diminuendo tra l'altro i tempi di prescrizione. Ed è stato eletto proprio
dall'italietta di cui Lei parla. Secondo le analisi del voto del 2001 suoi
grandi elettori sono la "casalinga di Voghera", cioè l'ignoranza, la
disinformazione, la soccombenza mediatica; e l'operaio del Sud, che è più o
meno la stessa cosa (che gli aveva dato tutta la Sicilia e tutta la Publia meno
un seggio, quello di Vendola). E' proprio l'italietta degl'ignoranti e dei
disinformati la massa che elegge Berlusconi. E' questa la triste situazione
nella quale siamo caduti. Ma ci risolleveremo.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
----- Original Message -----
Sent: Sunday, June 20, 2010 5:32 AM
Subject: Re: Re:
[forum_immoderato_degli_immoderati] post
- il più grande merito di prodi è quello di aver
fatto sparire le sinistre in italia - in quanto a berlusconi,
la stragrande maggioranza degli italiani si riconosce in lui, c'è una
bella differenza dall'italietta piccola e balbettante di prodi
all'immagine che oggi noi diamo al
mondo
Caro Di
Monaco,
guardi che Prodi
aveva avviato un piano virtuoso per ridurre il debito pubblico che ci
attanaglia e ci sottrae 70 miliardi d'interessi all'anno; e cioè ridurre il
debito del 3% l'anno, sì da portarlo in 10 anni dal 103% a circa il 70%,
cioè alla media comunitaria. Ora invece, con questo governo, siamo oltre il
118% e andiamo verso il 120.
Che in Europa si
guardi all'Italia con rispetto è falso.Basta leggere la stampa estera e i
suoi commenti alle imprese e alle sparate di Berlusconi, e a certe decisioni
del suo governo. Quanto a Saramago, non ha avuto peli sulla lingua e ha
detto chiaro che "Berlusconi è un delinquente".
Un cattolico non può
stare con Berlusconi, e tanto meno ringraziare per questo il Padreterno.
Basta vedere certe recenti proposte, come la riduzione delle aliquote
dell'imposta diretta, a tutto favore degli alti redditi; o la famosa manovra
di Tremonti. E tutte le falsità che Berlusconi racconta ogni giorno
(l'ultima che 10 milioni d'italiani sono intercettati; mentre le
intercettazioni sono solo 26 mila), e tutte le leggi inique cui ha costretto
il Parlamento per liberarsi dai suoi processi.
Forse Di Monaco
dovrebbe conoscere meglio quanto accade in Italia e riflettervi
meglio.
Un saluto fraterno da
Arrigo Colombo
Il prestigio dell’Italia cresce
19 giugno 2010 L’azione del nostro
governo non si limita ad agire nei confronti della crisi che ci attanaglia e
ci avrebbe sommerso, se al timone dell’Italia ci fosse stata l’attuale
opposizione. Chi è cattolico come me non può che ringraziare
il Padreterno, che ha avuto un po’ di compassione e ci ha evitato il
naufragio. Nella primavera del 2008 si accendeva nel mondo una crisi che si
sarebbe poco dopo rilevata spaventosa e gli elettori, come se fossero stati
guidati da una mano benevola, hanno fatto sloggiare da Palazzo Chigi il
corridore Romano Prodi. Ci si domanda perché il Padreterno
non quieti anche la tempesta, che perdura, ma forse ci vuol far capire che è
chiedere troppo. A superare la tempesta ci dobbiamo pensare noi. Lui ci ha
evitato il naufragio. Che sia difficile governare la nave
nella tempesta, lo vediamo tutti i giorni. I rematori si sono divisi in due.
Quelli che remano nella direzione giusta, là dove il cielo appare più
sereno, e quelli che remano all’incontrario, cercando di farci ritornare
sotto la nuvolaglia nera. Non rinunciano al
naufragio. Tuttavia, le cose, contrariamente all’apparenza,
non vanno bene alle cassandre. È vero, portano a segno qualche colpo, ma per
il resto beccano certe sberle! Come in Europa. E non
solo. Ormai in Europa si guarda all’Italia con rispetto.
Siamo ascoltati. Le nostre proposte sono considerate sempre degne di
attenzione, e spesso adottate. Così lo fu quando si discusse del come
affrontare la crisi, allorché perfino la Germania era in preda allo
smarrimento, e lo è stato l’altro
giorno quando ha accolto le sue proposte sul debito
pubblico. Per non parlare poi del ruolo internazionale
svolto per la risoluzione di conflitti delicati. L’amicizia con il mondo
arabo – che fu il sogno di Andreotti – Berlusconi lo ha realizzato. Così
anche l’amicizia con Putin gioca positivamente sullo scacchiere dei rapporti
tra Stati. Oggi si può dire che l’Italia, a partire dagli Stati Uniti e
fino agli arabi e a Israele è riconosciuta come Nazione a cui ci si può
affidare. Ci sono ancora, è vero, giornali stranieri che
sfruttano, da neri corvacci, perfino la morte di José Saramago per
indirizzare strali a Berlusconi (si veda l’articolo di ieri su Le Monde
di Philipe Riddet: “José Saramago en croisade contre la “chose”
Berlusconi”). Senza che si faccia notare che quello che il povero Saramago
sapeva dell’Italia era frutto delle letture che ne faceva sui giornali
stranieri (qui
la sua ammissione: “Le qualificazioni che ho dato di Berlusconi non
nascono dalla mia testa ma si basano su informazioni
giornalistiche che ogni giorno appaiono sulla stampa europea. Io
semplicemente osservo e concludo.”) Figurarsi che idea possa essersi
fatta del nostro Paese! Se fosse venuto ad abitare qui qualche anno, invece
che immergersi nel bel clima delle Canarie, avrebbe potuto constatare che di
libertà da noi ce n’è almeno quanto in Portogallo, se non di più. E avrebbe
evitato di profferire contro Berlusconi epiteti infamanti. Che non ha mai
rivolto alla dittatura di Fidel Castro, suo amico: “Nel 2004, dopo la
primavera “negra” di Cuba, ruppe anche con Fidel Castro ma in seguito ci
ripensò.” (qui). Gli
scrittori, più grandi sono e più spesso si perdono in un bicchier d’acqua.
Davanti alla realtà diventano degli scioccherelli, facilmente influenzabili.
Così è successo a Saramago, che prima di lanciare certe accuse non si è
premurato di verificare di persona, così succede a Umberto Eco, per fare un
esempio italiano. Eco ed altri scrittori nostrani (ci aggiungo Andrea
Camilleri) sono ambasciatori di un’Italia che non c’è, e che è solo il
frutto delle loro fantasie zoppicanti. Non amano l’Italia e non amano il
popolo italiano. Questa è la verità. Naturalmente sono proletari danarosi, i
nostri sinistrorsi. Niente a che fare con il proletariato vero, che guardano
anzi con disgusto. Mi meraviglio come i lavoratori delle
catene di montaggio, degli altiforni, dei cantieri edili, delle cave e delle
miniere, e così via, possano essere orgogliosi di avere dalla loro parte
costoro, che sono proletari solo a parole, nelle opere che scrivono, ma nel
momento che incassano i lauti diritti d’autore si guardano bene dal
mescolarsi al popolino ignorante e miserabile. È sempre stato così per
certi intellettualoidi, a cui mancano il coraggio e la coerenza di un
Tolstoj. Tornando a bomba. Dei buoni risultati conseguiti
anche all’estero dal nostro Paese, fateci caso, non si parla molto in casa
nostra. E men che meno ne parla l’opposizione. Alla quale interessa un
fico secco che l’Italia aumenti il suo prestigio nel mondo. A lei importa
arrivare al naufragio del Paese. Non dà una mano per corroborare gli sforzi
del governo, ma dà una mano per affondare la nave. Di questo si nutre la sua
corrosiva e devastante politica
antitaliana. Annotazione. “Io voglio
rafforzare la mia costituzione – ha replicato Bersani – che è la più bella
del mondo, e voglio contrastare il modello plebiscitario. Su questo, ripeto,
sono aperte le iscrizioni”. L’invito era rivolto anche a Fini, che ha
ironizzato (qui). Ma
quello che mi preme sottolineare è questa mentalità comunista che è dura a
morire come la gramigna. Quando un politico avversario ha il consenso della
maggioranza degli elettori (è il caso di Berlusconi), secondo la mentalità
comunista, che ha imparato a memoria la favola della volpe e dell’uva, egli
instaura nel Paese una dittatura, che Bersani chiama garbatamente “modello
plebiscitario”. Quante formule, quanti slogan fasulli ha
intessuto la doppiezza comunista nel nostro Paese. Bisognerà che qualcuno un
giorno ne vada in cerca per farne un florilegio. Che sarà di molte pagine,
naturalmente. Bartolomeo Di
Monaco (Pubblicato da Legno
Storto)
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