PER RICORDARE ALBERTO BRASILI, ASSASSINATO DAI FASCISTI IL 25 MAGGIO DEL 1975




PER RICORDARE ALBERTO BRASILI
ASSASSINATO DAI FASCISTI IL 25 MAGGIO DEL 1975


Alberto Brasili, studente lavoratore di 26 anni, e la sua fidanzata Lucia Corna vennero aggrediti il 25 maggio 1975, una domenica, alle 22.30, in via Mascagni, proprio davanti alla sede dell'Anpi, da cinque militanti dell'Msi che li seguirono da piazza San Babila non solo perché “vestiti da comunisti”, ma soprattutto per aver osato strappare un manifesto del partito di Giorgio Almirante. Brasili fu raggiunto da cinque coltellate e spirerà poco dopo il suo arrivo in ospedale. La sua fidanzata, colpita due volte, sopravvisse solo perché la lama mancò il cuore per pochissimi centimetri. Solo da poco più di un mese erano stati uccisi Claudio Varalli, colpito il 16 aprile alla nuca da un colpo di pistola esploso da un militante di Avanguardia nazionale, e Giannino Zibecchi, travolto il giorno dopo da un camion dei carabinieri lanciato in una folle carica contro i manifestanti antifascisti.

MARTEDÌ 25 MAGGIO

 ORE 16,15
IN COLLABORAZIONE CON I COLLETTIVI UNIVERSITARI
DELLA STATALE DI MILANO
PROIEZIONE DEL FILM
“SAN BABILA ORE 20. UN DELITTO INUTILE”
DI CARLO LIZZANI
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
VIA CONSERVATORIO 7

ORE 18,30
VIA MASCAGNI
DEPOSIZIONE DI UNA CORONA
E PRESIDIO DAVANTI ALLA LAPIDE DEDICATA A BRASILI

CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO!

Amici e compagni di Luca Rossi-Associazione “Amici e familiari di Fausto e Iaio”-Associazione Antifascista “Dax 16 marzo 2003”-Associazione “Per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi”-Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa-Fondazione Roberto Franceschi-Osservatorio democratico sulle nuove destre-Teatro della Cooperativa-Rosa Piro, mamma di Dax, Licia, Claudia e Silvia Pinelli

I GIOVANI UCCISI A MILANO
NEL DOPOGUERRA
DAI FASCISTI O IN SCONTRI
CON LA POLIZIA


Da Giovanni Ardizzone, schiacciato da una camionetta della Polizia il 27 ottobre del 1962, nei pressi di piazza Duomo, durante una protesta contro il blocco navale attuato dagli Stati Uniti contro Cuba, a Davide Cesare, ucciso dai fascisti nel marzo del 2003, ad Abba, massacrato a sprangate il 14 settembre 2008, i giovani morti a Milano in scontri con la polizia o perché aggrediti dai razzisti e dai fascisti, sono undici. Ad essi va aggiunto Luca Rossi, vittima il 23 febbraio 1986 dell’uso scriteriato delle armi da parte di un poliziotto coinvolto in una rissa stradale con altri automobilisti.

La maggior parte di questi giovani cadde negli anni Settanta, non, come taluni vorrebbero sostenere, in una sorta di guerra civile scatenata da opposti estremismi, ma per difendere la libertà. In Italia, a quel tempo, l’attacco venne portato alla democrazia, attraverso lo stragismo e lo squadrismo. A maggior ragione assolutamente inaccettabili paiono le recenti rievocazioni di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, un gerarca fascista firmatario del “Manifesto sulla razza”, promosse da alcuni gruppi di estrema destra, con il patrocinio scandaloso delle istituzioni locali, che hanno dato luogo a raduni e lugubri parate in stile nazista nelle vie della nostra città.

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