25 aprile 2010. Oggi il fascismo ha il volto della Lega



25 aprile 2010. Oggi il fascismo ha il volto della Lega

25 aprile antirazzista ed antileghista

Programma:
Mercoledì 21 aprile.
Bicchierata benefit anarchici sotto processo,
proiezione del film “Welcome” di Philippe Lioret.
L’odissea di un giovane curdo attraverso le frontiere d’odio della
Fortezza Europa, tra trafficanti d’uomini e leggi razziste.
Poi assemblea
in piazza Madama Cristina.
Dalle ore 20,30.

Sabato 24 aprile.
Ore 10: punto info antirazzista/antifascista al Balon – via Andreis angolo
Borgodora.
Ore 16: deposizione di fiori, ricordo e bicchierata alla lapide del
partigiano anarchico Ilio Baroni.
Appuntamento in corso Giulio Cesare angolo corso Novara.

Oggi il fascismo ha il volto della Lega: dalle squadracce alle ronde,
dalle camice nere alle camicie verdi, dalle leggi razziali a quelle
razziste, da ebrei e rom a immigrati e rom. La musica è sempre la stessa.
Come la Resistenza.

Alla vigilia dello scorso 25 aprile davanti alla sede della Lega apparve
un fantoccio con la faccia di Borghezio appeso a testa in giù, come
Mussolini a piazzale Loreto. Manifesti analoghi furono affissi in città.
Un gesto simbolico per mostrare che il fascismo è al governo e in
parlamento.
Per quell’episodio due anarchici della FAI di Torino sono stati rinviati a
giudizio – si va in aula il 18 giugno - per minacce e diffamazione nel
confronti di Borghezio.

Borghezio è uno dei volti del fascismo di oggi. Uno che disinfettava le
carrozze dei treni dove viaggiavano ragazze africane, lo stesso che diede
fuoco ad un ricovero per senzatetto rumeni sotto il Ponte Mosca. Lo scorso
anno in Francia, ad un convegno dell’estrema destra europea, credendosi a
microfoni spenti Borghezio diceva ai suoi camerati neofascisti che
“occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. È un buon
modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì
come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera … ma, dietro tutto
ciò, siamo sempre gli stessi”. In Francia ne discussero TV e giornali. In
Italia pochissimi ne hanno parlato. E chi oserebbe? Il ministro
dell’Interno è il leghista Maroni. I fascisti sono al governo nel nostro
paese.

I nostri due compagni sono accusati di aver minacciato e diffamato Borghezio.
Sono accusati di aver detto e scritto che Borghezio è un fascista ed un
razzista.
Sono accusati di aver voluto ricordare, alla vigilia del 25 aprile, che la
Lega Nord è il fascismo che torna, che il fascismo non è morto in quel
lontano aprile quando i partigiani combattevano e morivano per la libertà
e per la giustizia sociale. Senza se e senza ma.
Oggi il fascismo colpisce ogni giorno.
I CIE, centri per immigrati senza carte, stanno trasformandosi nei lager
del nuovo secolo. Sono le galere che lo Stato italiano riserva a quelli
che non servono più. I muri che rinchiudono i migranti, sono intrisi del
dolore di uomini e donne che vi assaggiano processi lampo, soprusi,
pestaggi, umiliazioni, stupri.
Il diritto legale di vivere nel nostro paese è riservato solo a chi ha un
contratto di lavoro, a chi accetta di lavorare come qui nessuno più era
obbligato a fare. Oggi i migranti, con permesso o in nero, sono i nuovi
schiavi di quest’Europa fatta di confini e filo spinato. Gente la cui vita
vale poco o nulla.
È scritto nelle leggi. Leggi razziste.
Ma a quelli come Borghezio non bastano certo. Il loro appetito assassino è
insaziabile. Ogni giorno, ogni ora, qualcuno muore in mare, inghiottito
dalle norme che impediscono la libera circolazione degli individui. Quelle
leggi che la Lega Nord vorrebbe sempre più dure, sempre più feroci. Campi
di concentramento e deportazioni non sono ricordo di un infame passato ma
sono nelle nostre città, a pochi metri dai giardinetti dove giocano i
nostri figli.
Contro il razzismo di Stato non basta la testimonianza, non basta
l’indignazione. Bisogna mettersi in mezzo: contrastare retate e
deportazioni, rifiutare ronde e militari in strada, sostenere chi lotta
nei CIE, chi sciopera contro la schiavitù legale, chi cerca di scavalcare
i muri e buttare giù le barriere.
Ribellarsi è giusto, l’indifferenza è complicità.

L’Italia è in guerra. Come ai tempi di Mussolini. Quelli come Bossi,
Maroni, Borghezio sono fatti della stessa pasta.

E gli anarchici, oggi come allora, finiscono in tribunale.

per info e contatti:
Federazione Anarchica Torino
corso Palermo 46 - la sede è aperta ogni giovedì dalle 21.
fai_to at inrete.it 338 6594361