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Torino. Mauro e Calabresi delinquenti quotidiani
- Subject: Torino. Mauro e Calabresi delinquenti quotidiani
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Wed, 31 Mar 2010 15:03:48 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Torino. Mauro e Calabresi delinquenti quotidiani Giovedì 1 aprile “Mauro e Calabresi delinquenti quotidiani” dalle 17,30 in piazza Carignano Presidio sulla “libera” informazione in occasione della conferenza al Carignano dei direttori dei due principali quotidiani cittadini. In solidarietà agli antirazzisti accusati di associazione a delinquere. Ogni giorno su Stampa e Repubblica solerti “giornalisti” creano il mostro, descrivono come delinquente chi si oppone alle leggi e alle politiche razziste nei confronti degli immigrati senza carte, “illegali” per il solo fatto di essere nati poveri. Le inchieste della procura sono “anticipate”, preparate e rese possibili da questi questurini con mause e tastiera. Il 24 marzo del 2009 – un anno fa - Massimo Numa, sulle pagine de “La Stampa” annunciava la “nuova strategia giudiziaria: riunificare i fascicoli più recenti, per non rischiare di indebolire e vanificare le indagini ora divise in mille rivoli.” Un anno dopo, puntuali all’appuntamento, i PM Padalino e Pedrotta hanno lanciato la loro offensiva contro una settantina di antirazzisti, in buona parte anarchici, accusandoli di associazione a delinquere. I quotidiani cittadini hanno plaudito. Gli antirazzisti? Sono delinquenti! In questo modo manifestazioni, occupazioni simboliche, contestazioni pubbliche, presidi solidali si sono trasformati in un reato che potrebbe privare della libertà chi si è macchiato della colpa di mettersi in mezzo, di non accettare retate e deportazioni, di non accettare che esseri umani siano rinchiusi in gabbie, imbottiti di psicofarmaci, insultati ed umiliati nei centri di detenzione per “clandestini”. In questo paese clandestina, sotto attacco – lo dimostra il coinvolgimento nell’inchiesta di radio Blackout – è la libera informazione. Con buona pace di Calabresi e Mauro, delinquenti “quotidiani”. Di seguito un volantino del Coordinamento Antirazzista della FAI sull’inchiesta dei PM Padalino e Pedrotta. Ci chiamano delinquenti, siamo antirazzisti! Il PM Padalino ha posto sotto accusa diverse decine di antirazzisti torinesi. Gli stessi antirazzisti che da anni ne denunciano l’esplicita attitudine razzista. Padalino, qualche anno fa, propose di prendere le impronte a tutti gli immigrati, considerati, tout court, delinquenti. L’operazione è scattata il 23 febbraio con 27 perquisizioni, sei arresti e un divieto di dimora. Il 12 marzo il tribunale del riesame ha liberato tutti con obbligo di firma. Ma resta l’accusa. Gravissima. Associazione a delinquere. Manifestazioni, presidi, occupazioni simboliche, striscioni, scritte, azioni di protesta diventano tasselli di un disegno criminoso elaborato “all’interno del movimento anarchico” e, in particolare, “dell’assemblea antirazzista”. La Questura e la Procura della Repubblica studiavano da tempo un mezzo per incastrare con un teorema repressivo chi lotta contro il razzismo, la militarizzazione del territorio, la caccia all’immigrato, i controlli dell’azienda del trasporto pubblico, la schiavitù legale di chi lavora per paghe da fame sotto il ricatto della clandestinità, dei CIE, dell’espulsione. La Procura vuole la galera. A tutti i costi. Ma gli episodi contestati – per esempio 23 manifestazioni lampo davanti al CIE per salutare i reclusi, lanciare messaggi, dare sostegno alle proteste – sono semplici manifestazioni di protesta. Su alcune ci sono già fascicoli aperti, poiché il codice offre numerosi appigli a chi vuole impedire nei fatti la libera manifestazione delle idee, formalmente garantita dalla carta costituzionale. Non ci stupiamo. Le leggi, e non da oggi, sono fatte per tutelare i potenti, non chi contesta un assetto sociale feroce ed ingiusto. Quando non bastano le accuse di violenza privata, occupazione, o manifestazione non autorizzata, ecco pronto un bel reato associativo. L’associazione a delinquere è la colla con cui provano ad ingabbiare la resistenza antirazzista. L’accusa punta il dito sull’esperienza dell’Assemblea Antirazzista Torinese, riferimento, tra il maggio 2008 e quello 2009, di un’area ampia e trasversale, molto attiva. Da lì parte l’offensiva ma, lo sappiamo, certe inchieste a volte fanno scuola. Delinquenti, dunque! Perché per lo Stato denunciare la discriminazione e l’ingiustizia sociale sono dei delitti, perché lo Stato non può tollerare che il meccanismo infernale del razzismo per legge venga contestato e contrastato attivamente. Quali sarebbero i delitti contestati? Nel mirino la battitura di pentole, il “cacerolazo” – 2 giugno 2008 - alla casa del colonnello e medico Baldacci, responsabile del CPT, dove un immigrato era morto senza cure il 23 maggio; l’occupazione simbolica dell’atrio del Museo egizio – 29 giugno 2008 – per ricordare l’operaio egiziano ucciso dal padrone per avergli chiesto il pagamento del salario; la contestazione – 17 luglio 2008 - dell’assessore all’integrazione degli immigrati Curti, dopo lo sgombero della casa occupata da rom in via Pisa; la giornata – 11 luglio 2008 - contro la proposta di prendere le impronte ai bambini rom di fronte alla sede leghista di largo Saluzzo; la protesta – 20 marzo 2009 - alla lavanderia “La nuova”, che lava i panni al CIE di corso Brunelleschi… ma l’elenco è ben più lungo. In tutto 80 iniziative messe insieme per cucire addosso ad un po’ di anarchici un reato associativo capace di portarli in galera. Gli indagati, tra cui numerosi compagni della FAI di Torino, sono in tutto 69. Una farsa giudiziaria. Una farsa montata per spezzare la resistenza al razzismo, perché nessuno osi mettere a nudo la violenza istituzionale, cercando di porre fine all’orrore dei CIE, le prigioni per migranti, dove soprusi, pestaggi, umiliazioni, cure negate, sedativi nel cibo sono pane quotidiano. Contro il razzismo di Stato non basta la testimonianza, non basta l’indignazione. Bisogna mettersi in mezzo: contrastare retate e deportazioni, rifiutare ronde e militari in strada, sostenere chi lotta nei CIE, chi sciopera contro la schiavitù legale, chi cerca di scavalcare i muri e buttare giù le barriere. La magistratura dice che chi lo fa è un delinquente. È un delinquente perché non tollera che vi siano uomini e donne “illegali”, perché non vuole un mondo diviso in uomini e no. Voi, da che parte state? Coordinamento antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI Per info e contatti: Federazione Anarchica – Torino Corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21 338 6594361 fai_to at inrete.it
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