L'equivoco democratico






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  L'equivoco democratico
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Agonia di una democrazia, crisi democratica, democrazia colpita, la scomparsa della democrazia, ripristinare la democrazia: questi sono solo alcuni titoli dei mille tra interventi ed iniziative che stanno ottenebrando la mente delle persone, cercando di convincerle che la democrazia era ormai cosa fatta ed acquisita e che solo ora sta venendo persa ad opera di politici da avanspettacolo.

Fatto è però che nessun Paese al mondo, tantomeno l'Italia, ha mai ancora raggiunto una condizione di vera democrazia. Questa si ha per davvero solo quando ogni ruolo di pertinenza e proprietà della collettività, della Res Publica, viene periodicamente restituito al popolo. La qual cosa non è solo un fatto di giustizia sociale. Attraverso la partecipazione, le persone acquisiscono consapevolezza di come funzioni la società, di come si ottenga il benessere, e riescono ad afferrare e fare loro il senso dell'essere una comunità.

Solo partecipando le persone maturano. E maturando viene scongiurata ogni minaccia autoritaria.


Al contrario a tutt'oggi soltanto i ruoli di governo vengono periodicamente restituiti al popolo, mentre i ruoli della funzione pubblica (spesso perfino più importanti di quelli di governo) sono ancora ostaggio degli statali. Fintantoché non vi sarà una periodica redistribuzione al popolo dei ruoli pubblici, fintantoché non si potrà cambiare chi ci informa, chi ci educa, chi ci cura, chi ci tassa, chi ci giudica, chi ci imprigiona, chi ci misura con le statistiche, etc. scordiamoci la democrazia.

Perché democrazia non è soltanto governo e politica ma pure mansione pubblica e partecipazione funzionale. Guardando in avanti vedremo anzi che proprio dalla PARTECIPAZIONE FUNZIONALE può venire ciò che sostituirà politica ed elezioni-farsa. I cittadini dapprima praticherebbero le mansioni pubbliche e poi i migliori tra loro potrebbero venire posti al governo. Senza più far ricorso alla politica! Capite che rivoluzione di pensiero ed organizzativa?!


Invece oggi, perfino quando si parla di partecipazione e di democrazia diretta, le persone pensano che queste riguardino solo l'ambito decisionale e non pure quello mansionale. Si pretende di decidere, che si sia pronti a decidere, prima ancora di partecipare concretamente! Sapete perché? Ebbene lasciate che siano eventi come questo a spiegarlo:

“LE REGOLE DELLA PARTECIPAZIONE”
http://www.unipg.it/convegni/Giurisprudenza-2010/locandina.pdf

Sbaglio o c'è una concentrazione di statali (od aspiranti tali) un tantino elevata?
E' una mia impressione oppure di semplici cittadini ve n'è appena un'ombra sbiadita?
Com'è che a dettare le regole della partecipazione sono sempre loro, gli statali?!
Che partecipazione può essere quella regolamentata dagli statali?

Eppure questi convegni, incontri e seminari sono presi per oro colato da progressisti che non si sono ancora emancipati dalla loro dipendenza dai tanti dott. prof. emeriti accaparratori di ruoli che sono un sacro BENE COMUNE.


Quindi, piuttosto che manifestare per le strade contro potenti che se ne impipano e fanno lo stesso quel che vogliono, è importante e prioritario:

- invitare gli statali che stanno tra noi, gli statali che pretendono essere nostri amici, ad esprimersi pubblicamente in favore di un ordinamento democratico della funzione pubblica;

- spingere quei giornali, quegli editori che dicono di avere a cuore la democrazia di cominciare ad affermare a loro volta che gli statali vanno sostituiti da cittadini a rotazione;

- non perdere occasione d'ogni iniziativa progressista o che pretende essere tale per controllare se vi siano statali e nel caso vi fossero (sono quasi tutti di loro!) dire chiaro e tondo:

"non vi ascoltiamo più finché non vi sarete posti sullo stesso piano degli altri cittadini; non possiamo avere alcuna fiducia di chi da una parte parla di democrazia e dall'altra contribuisce a costituire in prima persona la struttura di una ottocentesca funzione pubblica autoritaria ed antipartecipativa, quindi inevitabilmente corrotta".


Rendiamoci conto che forse si sta già preparando il Dopo Berlusconi. In TV è già nata una nuova stella di sangue reale. Tempo tre anni trascorsi a fare spettacolo e quel tizio blasonato diverrà pronto a sostenere un referendum per il ritorno alla monarchia. E' allora estremamente importante capire come stanno per davvero le cose e fare ciò ch'è giusto e necessario. E' inutile dare la colpa ad altri. Assumiamoci le nostre responsabilità e tutto andrà per il meglio.


Gentili Signore, gentili Signori: rassettiamo per bene la nostra azione, rendiamo i nostri pensieri coerenti coi nostri ideali. Solo operando una trasformazione in primis su noi stessi piuttosto che su altri possiamo sperare di raggiungere obiettivi importanti in modo del tutto pacifico. Per noi persone di pace non è questo forse un "must"?


Ringrazio e saluto,

Danilo D'Antonio

Monti della Laga
Appennino Centrale

tel. 339 5014947
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