Sahara occidentale: Aminatou Haidar privata della cittadinanza ed espulsa



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/091204it.html

Sahara occidentale: Aminatou Haidar privata della cittadinanza ed espulsa
L'attivista per i diritti umani perseguitata è in sciopero della fame da 19 giorni - l'Europa deve impegnarsi per il suo ritorno nel Sahara Occidentale

Bolzano, Göttingen, 4 dicembre 2009

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) è molto preoccupata per lo stato di salute dell'attivista per i diritti umani Aminatou Haidar che da 19 giorni si trova in sciopero della fame sull'isola spagnola di Lanzarote. La 43-enne Aminatou Haidar sta protestando per la sua espulsione dal Marocco, che le ha tolto la cittadinanza e quindi il passaporto. L'attivista saharawi assume solo acqua zuccherata, è ormai molto indebolita ma non ha alcuna intenzione di interrompere lo sciopero della fame. L'Unione Europea (UE) ha sempre confermato di volersi impegnare a fondo per il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco. E' ora che l'UE dimostri la propria serietà nell'impegno assunto a favore della popolazione del Sahara Occidentale poiché è evidente che senza pressione internazionale il Marocco non sarà mai disposto a risolvere la questione di Aminatou Haidar.

Un alto rappresentante delle autorità marocchine ha dichiarato alla televisione spagnola che il governo si aspetta dalla Haidar delle scuse ufficiali visto che è, secondo le autorità, colpevole di alto tradimento e di aver danneggiato l'immagine del Marocco a livello internazionale. Di fatto la Haidar è colpevole unicamente di aver denunciato a livello internazionale l'illegittima occupazione marocchina del Sahara Occidentale e le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza marocchine. L'impegno della Haidar, spesso definita la Gandhi dei Saharawi, è stato premiato nel 2008 con il Premio per i diritti umani "Robert F. Kennedy" e nel 2009 a New York con il Premio per il coraggio civile.

Il re del Marocco Mohammed VI, che in Europa è considerato un riformatore e un democratico, fa rapire dai servizi segreti, torturare e condannare a lunghe pene detentive gli attivisti per i diritti umani del Sahara Occidentale che risultano troppo incomodi. Altri vengono espulsi dal paese o messi in fuga ma privare della cittadinanza le persone scomode non risolverà certo la situazione del Sahara Occidentale, per la quale la popolazione aspetta ancora il referendum popolare sullo status definitivo della regione chiesto dall'ONU nel 1992.

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