Torino. La mannaia sulla città



Torino. La mannaia sulla città

Mercoledì 25 novembre punto info contro sgomberi e repressione.
Appuntamento alle 18 in via Po 16.

Viviamo tempi difficili. La crisi morde con violenza le periferie, dove
ogni giorno qualcun altro perde il lavoro, va in cassa, si adatta a
scaricare cassette per tre euro l’ora. Chi resiste, chi lotta, chi si
mette di mezzo, chi semplicemente dice la propria viene inquisito,
sorvegliato, arrestato.

Sul piano istituzionale assistiamo al consolidamento di un regime di
democrazia identitaria ed autoritaria, dove il riallinearsi delle alleanze
è funzione dell’assestamento di posizioni di potere. Le prossime elezioni
regionali fanno da sfondo ad una partita trasparente e volgare.

In questo contesto chi si oppone davvero – e sono ormai ben pochi – paga
prezzi sempre più alti. In prima fila gli anarchici, che certo non hanno
mai goduto di buona stampa e da sempre rifuggono padri e padrini
istituzionali.

In questo scampolo di autunno 2009, a Torino succede che a due
antirazzisti sia data la sorveglianza speciale; che le case occupate siano
minacciate di sgombero; che sui compagni della FAI-TO - ma non solo -
piovano – oltre alle “solite” multe - denunce per reati legati alle lotte
antirazziste, antifasciste, antimilitariste. Si va dalla “violenza
privata” per chi osa parlare di fronte ad un’assessore, al vilipendio alla
bandiera sino alle minacce a nazisti dichiarati come Borghezio.

Sullo sfondo, l’incarognirsi del regime berlusconiano, la partita tutta
aperta delle elezioni regionali della prossima primavera, l’imminente
inizio dei sondaggi per il TAV. Si mescolano contingenza e prospettive
politiche di lungo periodo, ma tutto si raccoglie nella faccia del sindaco
di Torino Chiamparino che è l’icona del disfacimento della politica ai
tempi della peste. Un uomo per il quale la ricetta per affermarsi e
restare al potere è stato ed è rincorrere la destra più becera, ponendosi
in aperta alternativa con essa sul suo stesso terreno: indifferenza ai
destini del mondo del lavoro; affermazione di un modello di
amministrazione che fa leva sulla gestione di grandi opere e grandi
eventi; intolleranza nei confronti di tutti coloro che non accettano di
allinearsi e continuano anche solo a parlare di un diverso modo di vivere
e lo praticano in prima persona; piena sintonia con il razzismo
istituzionale e pervicace sottolineatura del tema sicurezza in modo da
lucrare sulla paura indotta da quegli stessi che già detengono il potere.

La Torino dei processi amianto e Thyssen-Krupp è un deserto politico e
sociale, in cui gli anarchici, oggi come ieri, lottano con la stessa
convinzione e determinazione per ciò in cui credono. Ma quel che rischiano
oggi è di essere ristretti nella loro libertà non per ciò che hanno fatto,
ma per quel che potrebbero fare (e gli viene applicata la sorveglianza
speciale); quel che rischiano oggi è di veder cancellata l’esperienza di
occupazioni ultradecennali solo perché un sindaco triste e mediocre possa
presentarsi più di destra della destra; quel che rischiano oggi è che a
chiamare le cose con il loro nome (ad esempio, nazista Borghezio o
assassino l’esercito) si rischiano procedimenti penali.

Inizia un altro inverno, le montagne intorno a Torino iniziano ad avere le
cime imbiancate, dalle valli scende a tratti il primo vento freddo,
pungente. Dalla Val di Susa torna a levarsi la voce che dice: “A sarà
dura”.
Forse la verità è che la Torino vetrina di Chiamparino è una balla bella e
buona; forse la verità è che la Torino operaia è sempre lì al suo posto:
certo parla lingue diverse, ha facce straniere, abita le case ed i
quartieri che avevano abitato gli immigrati dal meridione degli anni ’50 e
’60; ha la faccia del precario a vita della pubblica amministrazione o del
lavoratore “in affitto” ed interinale o a giornata; forse la Torino
ribelle ha il merito di non essersi mai piegata e di continuare, con la
sua sola esistenza, a dire tutti i giorni che “Il re è nudo” e che per
quanti sforzi si faccia, la voglia di libertà, di lottare e praticare la
libertà, è assolutamente indomabile ed è quanto di più umano gli uomini
abbiano. E che è contagiosa, molto contagiosa…

Appuntamenti successivi:

Giovedì 26 riunione della rete “Resistere al razzismo”. Ore 19 in corso
Palermo 46

Sabato 5 dicembre serata musicale

Domenica 6 dicembre ore per “CinePalermo46” proiezione di “In questo mondo
libero” di Ken Loach

Lunedì 7 dicembre “Cantare l’anarchia”
Presentazione de “Il canto anarchico in Italia”. Intervengono gli autori:
Santo Catanuto e Franco Schirone.
Poi serata di canti anarchici con la chitarra e la voce di Santo

Martedì 8 dicembre fiaccolata No Tav a Venaus

Sabato 12 dicembre.
A 40 anni dalla strage di Stato. Punto info itinerante.
Appuntamento in via Po 16 alle 15.
Pinelli è stato assassinato, Calabresi era uno dei suoi assassini.

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21
Info: fai_to at inrete.it
338 6594361