Torino No CIE. Sfilata con gabbia e capitalista a Porta Palazzo. Scritte a Misericordia, Kairos, CRI



Torino No CIE. Sfilata con gabbia e capitalista a Porta Palazzo. Scritte a
Misericordia, Kairos, CRI.

Torino 14 novembre. Day of action contro i CIE – Giornata internazionale
contro i centri di detenzione per immigrati.

Cronaca e foto qui:
http://piemonte.indymedia.org/article/6367

“Fratello devi stare attento. Tu difendi i poveri e quindi sei nemico
della democrazia. Stai con chi cerca lavoro e quindi finirai a
Guantanamo”. Lo dice ad un compagno un anziano immigrato all’angolo tra
piazza della Repubblica e via Cottolengo.

Un gruppo di antirazzisti sta facendo un giro attraverso il Balon e il
mercato di Porta Palazzo, bloccando brevemente il traffico in via Andreis,
piazza della Repubblica, corso Giulio Cesare.
Davanti c’è uno striscione “CIE = lager. Rompere le gabbie”. Poi incede
rigido un capitalista in gessato e Borsalino seguito da una gabbia con due
lavoratori immigrati senza permesso di soggiorno.
C’è anche il suono straziante di una chitarra elettrica ed un tamburo che
batte il tempo. Il tempo di uomini e donne in catene, che marciano al
ritmo del padrone.
La sfilata antirazzista fa numerose soste. Il capitalista apostrofa la
folla, vantandosi dei soldi fatti sulle spalle di chi lavora. Magari in
nero, senza permesso, ricattato ogni giorno. Grazie, e lo sottolinea con
forza, alle leggi razziste fatte da governi amici, di destra e di
sinistra.
Sono storie che tanti lì riconoscono come proprie: la schiavitù legale dei
lavoratori immigrati, il lavoro senza diritti né tutele, le gabbie del CIE
che si ingoiano quelli che non servono e minacciano la vita di tutti gli
altri. Ad ogni sosta i due immigrati in gabbia urlano e si avventano sul
capitalista. Nel cuore del mercato le grida si moltiplicano. La gente si
ferma, alcuni si uniscono nel gridare al padrone “razzista!”, “vai via!”.
In piazza una macchina suona forte alle nostre spalle. Alla guida c’è una
ragazza rom con una sfilza di bambini. Sorride, saluta e mostra il pollice
in segno di approvazione.
Tanti altri si avvicinano e ringraziano.

Nel pomeriggio scritte sono comparse sui muri della Misericordia a
Collegno, del consorzio Kairos e della Croce Rossa in via Bologna.
Su muri della Misericordia che gestisce i CIE di Modena e Bologna, la
scritta “Misericordia complice nei CIE/lager di Stato. Rompere le
gabbie!”.
Sui muri di Kairos, del consorzio Connecting People, che gestisce i CIE di
Gradisca e Trapani, in corsa per aggiudicarsi Torino la scritta “Gestire i
CIE/lager non è un’opportunità. Maurino aspirante aguzzino”. Mauro
Maurino, presidente di Kairos e membro del direttivo di Connecting People,
considera gestire un CIE “un’opportunità” da non farsi scappare.
Infine alla sede CRI di via Bologna è comparsa l’ultima di una lunga serie
di scritte “CRI complice dei pestaggi al CIE. Rompere le gabbie!”.

L’ennesima mano di vernice non basterà a coprire la vergogna di chi lucra
sulla vita di uomini e donne in gabbia.

Al CIE di Torino il 14 è stato anche il giorno di Adel deportato in
Tunisia. Da mesi lottava e resisteva nel CIE di corso Brunelleschi: in
settembre aveva cercato di svignarsela guadagnando un feroce pestaggio. Il
coraggio nel denunciare i suoi aguzzini gli aveva reso altre botte e un
arresto. Per metterlo a tacere hanno dovuto imbarcarlo in fretta e furia.
In serata le proteste dei reclusi sono riprese.

In fondo a questa Italia di gabbie, al CIE di Caltanissetta, nella notte
tra il 13 e il 14, un gruppo di immigrati ha tentato la fuga, utilizzando
un tavolo come ariete. Respinti dalla polizia i reclusi hanno dato fuoco
ai materassi.

La resistenza continua. Ogni giorno. Dentro e fuori le gabbie.

Per info e contatti:
Resistere al razzismo
noracism at inventati.org
338 6594361