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Torino. Antimilitaristi incatenati e blocco stradale alla Camera di Commercio
- Subject: Torino. Antimilitaristi incatenati e blocco stradale alla Camera di Commercio
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Wed, 28 Oct 2009 17:09:58 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Torino. Antimilitaristi incatenati e blocco stradale alla Camera di Commercio Torino 28 ottobre. A meta mattinata un gruppo di antimilitaristi si è incatenato al primo piano della Camera di Commercio in piazzale Valdo Fusi. Sul lungo striscione legato alla balconata la scritta “Nessuna pace per chi fa guerra! No all’aerospace and defence meeting!”. Altri striscioni sono comparsi in strada “Fuori i militari dai quartieri”, “Stop alle fabbriche di morte!”. Alcuni compagni si alternavano al megafono e distribuivano volantini. Slogan, sirene e battiture hanno fatto da colonna sonora. Numerosi i passanti che si fermavano chiedendo le ragioni della protesta. Alcuni hanno anche applaudito l’azione. Proprio oggi – promossa dalla Camera di Commercio - all’Oval Lingotto ha preso avvio la mostra/mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che raccoglie il fior fiore della produzione di morte nel nostro paese. I responsabili della Camera di Commercio hanno chiamato immediatamente la Digos, che si è presentata in forze. Dopo un’ora di occupazione e incatenamento l’edificio è stato chiuso al pubblico. Gli antimilitaristi in strada hanno a questo punto attuato un blocco stradale chiudendo la via con uno striscione e accampandosi a turno in terra. Intorno alle due la protesta è terminata. Ma la lotta contro le fabbriche di morte continua. Ogni giorno. Quella di oggi è solo l’ultima delle iniziative fatte per mettere sabbia nel motore del militarismo nostrano. Scritte, azioni dirette, presidi contro gli alpini in strada e la due giorni antimilitarista dello scorso weekend hanno contribuito a rompere il silenzio intorno ad un business di morte. Qui trovate qualche foto di oggi: http://piemonte.indymedia.org/article/6137 e quelle delle iniziative dei giorni scorsi: http://piemonte.indymedia.org/article/5949 http://piemonte.indymedia.org/article/6070 http://piemonte.indymedia.org/article/6031 http://piemonte.indymedia.org/article/6126 Di seguito anche il volantino distribuito in strada: Camera di Commercio e mercanti di morte Nessuna pace per chi fa guerra! Comincia oggi e prosegue domani Torino – all’Oval Lingotto di Torino – una mostra/mercato dell’industria aerospaziale di guerra, l’“Aerospace and defence meeting”, che Camera di Commercio, Regione, Provincia e Comune di Torino, sponsorizzano. Una montagna di soldi pubblici al servizio di produzioni di morte. Le industrie piemontesi – Alenia, Microtecnica, Fiat Avio – giocano un ruolo di primo piano. La mostra di Torino è la vetrina di una bottega molto grossa. Il nostro paese è tra i primi al mondo tra i produttori e commercianti di armamenti. Lo scorso anno l’export made in Italy ha segnato cifre da record. Oltre tre miliardi di euro di nuovi contratti, il 29% rispetto al 2007. Armi consegnate per 1,8 miliardi di euro: 500 milioni in più. E poi ci sono i 2,7 miliardi di euro delle coproduzioni. La lista dei clienti mostra bene a cosa servano i giocattolini prodotti e venduti nel nostro paese. In prima fila paesi in guerra o che non amano distinguersi troppo nella salvaguardia di libertà e vita di chi vive sotto il loro controllo. Quasi tutti sono impegnati in conflitti aperti o latenti al di fuori dei loro confini o attuano violente politiche repressive contro minoranze ed oppositori politici. In cima alla classifica del made in Italy della guerra ci sono tre aziende del gruppo Finmeccanica: AgustaWestland (1.535 milioni) Alenia Aeronautica (279), Oto Melara (185); Fincantieri (163); Simmel Difesa (161); Fiat IVECO (116); Selex Sistemi Integrati (99); Galileo Avionica (44); Avio (42); Microtecnica e Selex Communications (39). La spesa militare aumenta ogni anno. I tagli nei servizi hanno finanziato l’acquisto di nuove armi. Con i soldi di uno solo dei cento cacciabombardieri F35 acquistati dal governo si pagherebbero tante cose utili alla vita di noi tutti, non armi per ammazzare qualcuno dall’altra parte del mondo. Come la bambina che quelli della Folgore hanno ucciso lo scorso maggio in Afganistan. Anche il bilancio della difesa è in costante aumento. Negli ultimi tre anni soldati in strada, missioni all’estero, finanziamento per nuovi sistemi d’arma hanno assorbito una montagna di soldi. Li abbiamo pagati tutti noi di tasca nostra. L’Italia ha il record del costo più alto per i cittadini, ben 689 dollari a testa. La spesa militare complessiva si aggira intorno ai 24 miliardi di euro. Cifre da capogiro. Provate a immaginare… cosa si potrebbe fare con quei 689 dollari. Immaginate la scuola dei vostri figli, l’assistenza per gli anziani, i treni dei pendolari… A Torino da oltre un anno l’esercito pattuglia le strade. La chiamano sicurezza ma ha il sapore agre di un’occupazione militare. I protagonisti sono i medesimi della Somalia, dell’Iraq e dell’Afganistan. Quelli delle torture, delle ambulanze mitragliate, dei civili bombardati. I militari nelle città costano a noi tutti 62 milioni di euro l’anno. Anche questa è guerra, guerra interna. Nel mirino sono gli immigrati, i rom, i senza casa, chi si ribella ad un ordine sociale feroce. La propaganda della paura, che ci vorrebbe nemici dei più poveri, degli ultimi arrivati costruisce il consenso intorno alla barbarie bellica. Stiamo sempre peggio, tra lavori precari e in nero, senza tutele e senza sicurezza, ma ci convinciamo che i nemici siano quelli che stanno peggio di noi, non i padroni che ogni giorno lucrano sulla nostra vita. Bisogna rompere la propaganda di guerra, costruendo ponti solidali tra gli oppressi e gli sfruttati. Un lavoro quotidiano, difficile, concreto. E altrettanto concreta deve essere la lotta a chi la guerra la prepara, la finanzia, la alimenta, la fa. Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade. No all’aerospace and defence meeting! Per info e contatti con: Federazione Anarchica Torinese – FAI fai_to at inrete.it 338 6594361
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