CONTINUA LA CONTROINCHIESTA: LA PREMIATA AZIENDA DALLA LONGA & COMPANY SPA - nel sito www.paolodorigo.it
- Subject: CONTINUA LA CONTROINCHIESTA: LA PREMIATA AZIENDA DALLA LONGA & COMPANY SPA - nel sito www.paolodorigo.it
- From: "ACOFOINMENEF" <acofoinmenef at gmail.com>
- Date: Sat, 3 Oct 2009 11:33:47 +0200
29 settembre-3 ottobre 2009, 16° anniversario dell’arresto per narcotraffico di Angelo Dalla Longa in Sacile (PN) ad opera dei carabinieri DALLA LONGA & COMPANY SpA C’è una azienda in Italia che fiorisce di
affari e malaffare da oltre quindici anni. E non paga le tasse. Ha la struttura
del reticolo di interessi, ed è agganciata con forti connivenze nella Polizia di
Stato e nella Polizia Penitenziaria, oltre che nella fognatura delle malavita
più disparate. Questa azienda si giova ancora oggi nella
sinistra dei danni fatti in zone non ben centrali nello scontro di classe in
Italia, della copertura data dalla Banda Bassotti con la sua canzone in cui
mescolava nomi di prigionieri politici e nomi di infami di galera della
malavita, e da “Rifondazione comunista” (che abbiamo più volte denunciato aveva
dato copertura a Venezia a Michele Galati e Antonio Savasta), al signorino
Angelo Dalla Longa, perfida e infetta zanzara della borghesia nera: sfruttatore
della prostituzione di una donna cieca negli anni ’70, “palo” in rapine, viene
messo insieme a compagni negli anni ’70 ed ’80, e poi a Porto Azzurro tesse
rapporti intensi con molte componenti della malavita italiana e anche con alcune
componenti mafiose. E’ in quel periodo che conosce un altro personaggio espulso
dal movimento rivoluzionario nelle carceri, Elfino Mortati, di cui in carcere
diviene amico. C’è il dubbio che Elfino Mortati sia attualmente un suo
“terminale” politico. Dalla Longa infatti, pur essendo un infame ed un verme,
sarebbe secondo una certa ipotesi, ancora “usato” da LOD e LOS carcerarie,
secondo un collaudato metodo di utilizzo di persone che “hanno sbagliato” e che
quindi si prestano ancora, in cambio del silenzio tra il pubblico, a qualsiasi
genere di azioni. NON sono poche in Italia queste persone. La figura di Angelo Dalla Longa ed il suo
ruolo forse possono essere importanti per giungere alla Verità su chi siano i
nazisti ed infami, nello Stato e non, che continuano a tessere la tela di
calunnia sulla persona di Paolo, per continuare a “legittimare” ed imporre il
silenzio di chi “sa” sulle torture a Paolo stesso. Tra l’altro, che questa non sia una ipotesi
sciocca nostra, c’è il ridicolo tentativo, organizzato tra l’estate 2003 e il
marzo 2004 dalla DIA a livello nazionale, di utilizzare un ubriacone
tossicodipendente di religione cattolica e nazionalità tunisina, Jelassie Riadh,
per montare varie biciclette giudiziarie a Paolo e ad altri prigionieri (tra i
quali Matteo Boe); nel caso di Paolo, la bicicletta, (smentita anche in questo
sito con documentazione inoppugnabile di sua mano di questo ex detenuto a
Spoleto), consisteva nella accusa che Paolo avrebbe “commissionato” ad un
ubriacone peraltro vile che veniva aiutato da vari detenuti a Spoleto giusto per
impedirgli di fare cazzate, qualora fosse uscito dal carcere, l’assassinio di
Dalla Longa stesso. Sia chiaro: Angelo Dalla Longa per le sue
“dichiarazioni” e calunnie merita la gogna e di essere calpestato almeno da un
milione di operai ed operaie italiani-e che hanno avuto danni anche pesanti, per
quanto indiretti, dalle montature della Procura pordenonese, ma non merita certo una azione di stampo
mafioso peraltro commissionata ad un incapace di intendere e volere quale
Jelassie Riadh. “Se fosse vero che Paolo
avesse detto qualcosa del genere al Riadh, lo avrebbe fatto apposta, per vedere
se effettivamente la DIA era ancora o meno interessata alla persona di Dalla
Longa, in un momento in cui già da due anni Paolo veniva torturato
tecnologicamente”, è la argomentazione ancor più interessante, di un
compagno a noi vicino. Era argomento consueto infatti in carcere,
nelle mie chiacchierate con prigionieri anche di un certo peso, molti dei quali
aprivano i loro fascicoli processuali alla sua attenzione per essere aiutati
nella stesura di ricorsi di varia natura, il fatto che certe persone di cui era
noto il ruolo, per esempio ad Opera, andassero indirettamente “usate” per fare a
nostra volta delle biciclette ai nostri aguzzini e
carcerieri. Torniamo a questa azienda, che abbiamo
chiamato per comodità nel titolo, con il nome del più infido serpente della
storia carceraria italiana, ha avuto il placet di LOD e LOS carcerarie, a causa
di contatti privilegiati del suo “Presidente” (il nomignolo di questo infame sin
dagli anni ’80 nelle galere italiane) con aree di prigionieri politici ed ex
prigionieri politici, (due dei quali “tutelati” da una non chiara personaggia,
sua seconda moglie e centralinista dell’ospedale di Pordenone, bugiarda pubblica
che si affatica nella fine di ottobre 1993 a negare il coinvolgimento in fatti
di droga del “compagno” Dalla Longa), i quali non è ben chiaro di che favori gli
debbano essere debitori anche dopo le sue lunghe e non del tutto note
“confessioni concordate” dell’ottobre 1993 e dei mesi ed anni
successivi. Al sottoscritto, è capitata la disgrazia di
conoscere questa “persona”, ed è noto lo sviluppo giudiziario e le condanne che
ne sono seguite, grazie alle sue delazioni ed agli sconti di pena di cui ha
potuto giovarsi. Quello che non è completamente noto, e lo
scriviamo prima di entrare nel merito dell’analisi di questa SpA, è che il
sottoscritto è stato non solo infamato e fatto condannare, e con lui, altra
persona convivente da anni, che amavo, ma anche calunniato con il placet della
Questura di Pordenone e in particolare del sig.Serratore, (già discusso ed
inquisito, per traffico clandestino di mitragliette ed altri aggeggi,
commissario di PS a Marghera prima di divenire capo Digos a Pordenone e poi
declassato a capo della mobile sempre a Pordenone), e con i favori del
quotidiano padronale Il Gazzettino (cronaca di Pordenone), il quale quotidiano
non a caso, appena crollata la montatura e commesso autogol da un suo
giornalista all’avvio del processo di Udine, lo silurava e faceva sparire dalle
cronache del processo. IL COLMO INSOMMA: essere FATTO ARRESTARE E
CONDANNARE, INNOCENTE, da un verme, ED ESSERE IN AGGIUNTA CALUNNIATO E
PERSEGUITATO PER LE GALERE DA STUOLI DI INFAMI COLLABORAZIONISTI che ben
sapevano dalle esperienze precedenti che la mia sola presenza militante in una
qualsiasi galera dava luogo a conflitti sociali contro lo Stato e gli abusi
delle guardie (lotte e reclami collettivi avvenuti in almeno 8 dei 15 carceri
visitati in 15 anni di detenzioni dal sottoscritto). Andiamo ora al sodo. In qualche tempo degli
anni ’80 è possibile che il sottoscritto fosse GIA’ stato interferito con mezzi
invasivi arretrati, durante una delle detenzioni in cui rimase circa 1 anno su 2
in carcere (poi assolto), e quindi all’avvenire dell’atto di protesta estrema
del 4 gennaio 1996, probabilmente è stato il direttore del carcere di Novara a
decidere con parti carcerarie e mediche, di innestare meglio il
sottoscritto. Questo dubbio precedente sorge da alcuni
episodi, non pochissimi, strani, che erano accaduti tra il 1986 e il 1993, pur
non trattandosi di episodi importanti tali da mettere in discussione in modo
alcuno la militanza portata avanti, a posteriori sono episodi che mi fanno
riflettere. Nel 1996 allora si profittano, 8 ore e
mezzo di anestesia totale per una operazione di 2 ore e 15 minuti sono un po’
troppe. Dopo una settimana, una “psicologa”
dell’Università di Padova si reca al mio letto al CTO di Torino, reparto grandi
ustionati dove era stato ricoverato dopo 12 ore (di cui circa 3 ore di coma o di
addormentamento chimico non è del tutto chiaro al sottoscritto) di ricovero in
quello di Novara, e prima di andarsene dopo un ben infruttuoso per lei “non
colloquio”, attiva un telecomando. Si era al 6° piano dell’Ospedale, lei non
poteva portare nulla nella stanza, le guardie erano fuori armate con mitra, le
finestre erano chiuse e le tapparelle abbassate per impedirmi di calarmi con un
lenzuolo (peraltro al piano terra c’era un elicottero). Anni dopo, leggo su
“Babele” (cfr. nella nostra rassegna stampa scientifica nella pagina del sito
dell’Acofoinmenef www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org ) che le protesi acustiche bioniche
sottocutanee del Biocampus di Roma vengono attivate dopo 1 settimana
dall’innesto chirurgico con un telecomando. Le immagini di queste microscopiche
protesi peraltro somigliano molto con i corpi estranei rilevati radiologicamente
nel timpano sx e nelle tube di Eustachio del sottoscritto. Negli anni, IL PRINCIPALE QUANTO STERILE E
RIDICOLO ARGOMENTO DI TORTURA dei nazisti-e che operano neurofisiologicamente a
distanza e con torture uditive, affettive, sessuali, scientifico-psicologiche,
sul sottoscritto, E’ PROPRIO LA VICENDA PROCESSUALE DI AVIANO, di cui Angelo
Dalla Longa appunto è lo strumento promotore. Perché ciò ? Perché nel monopolio della Storia degli
anni ’90, occorreva cancellare la vita e le idee del sottoscritto
? Solo per il fatto che attorno alla tortura
del sottoscritto gira un sistema clandestino di comunicazione intercarceraria
mirante al guadagno di poliziotti e funzionari corrotti con LOD e LOS. Che siano
costoro è chiarissimo ai principali analisti della vicenda di Paolo, interni
alla ACOFOINMENEF, i quali hanno ben chiaro che Paolo terminalizzato è una
“gallina dalle uova d’oro” per questi INFAMI INDEGNI ESSERI
ANIMALI. Sul piano storico, quale è stato il
principale effetto delle “delazioni” di Angelo Dalla Longa, a parte la galera
per una dozzina di persone e la galera lunga per 4 compagni-e
? Il principale effetto a parte rovinare la
vita di Paolo e compromettere fortemente la vita e le condizioni economiche
della sua famiglia, è stato la fine della carriera politica di Martino Dorigo,
che nei primi anni ’90 era, con “Rifondazione comunista”, uno dei più notevoli
flagellatori del malaffare nella politica e nell’economia del Veneto. Un danno
per tutta la sinistra e la classe operaia del veneziano e non solo. L’unico
deputato comunista (o revisionista, ma qui conta meno la cosa), ad essere stato
eletto nelle maggioritarie nelle regioni del Nord Italia (ovviamente non
consideriamo nel ragionamento l’Emilia Romagna), nelle elezioni politiche del
1994, che videro il (pur breve) trionfo della malavita craxiana di Berlusconi.
Per quale motivo ancora adesso nella sinistra si continua a sminuire la portata
delle denunce di Paolo E NON GLI SI TROVA UN MEDICO CHIRURGO che estragga queste
ed eventuali altre presenze tecnologiche dal suo corpo ? La AZIENDA DALLA LONGA & C. Spa dunque,
lo sappiano tutti i giovani compagni, ha ben poco a che spartire con la politica
rivoluzionaria e con la vita e le vicissitudini dei comunisti, sia di quelli che
lottano fuori, sia di quelli che nelle galere NON colludono con le guardie dei
GOM neppure quando sono, da detenuti, in pericolo di vita. Paolo Dorigo, militante comunista
maoista |
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