Condivisione del profitto e cogestione dell'impresa. Documento da inviare e diffondere se condiviso
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- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Sat, 19 Sep 2009 21:15:24 +0200
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento per la condivisione dei
profitti e le cogestione delle imprese; per il quale chiede il vostro aiuto
nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio e
anche mutato. Gl'indirizzi:
Min.Giulio Tremonti, ufficio.stampa at tesoro.it Pres. Emma Marcegaglia, presidenza at confindustria.it Segr. Guglielmo Epifani, info at cgil.it Segr. Raffaele Bonanni, segreteriagenerale at cisl.it Segr. Luigi Angeletti, info at uil.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti alla Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ai Segretari di CGIL, CISL, UIL, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti Condivisione del profitto e cogestione
dell’impresa Il Ministro Tremonti, e altri con lui, hanno istanziato la condivisione del profitto da parte dei lavoratori; punto che nella tradizione cattolica era presente già nelle encicliche sociali dei papi, nella Quadragesimo anno di Papa Ratti, che è del 1931. C’è dunque un ritardo di quasi ottant’anni. Il Ministro
ha però escluso la cogestione, non si sa
con quale coerenza. Si tratta di capire che condivisione del profitto e cogestione dell’impresa sono un fondamentale diritto del lavoratore, di tutto il corpo che opera nell’impresa, del “lavoro” rispetto al “capitale”. Perché il capitale fornisce la base materiale, strumentale e finanziaria, ma chi inopera tutto questo e lo rende produttivo, lo rende profittuale è il lavoro. È davvero paradossale, e profondamente ingiusto, che il detentore del capitale, l’azionista, possa profittare dell’impresa senza operarvi, semplicemente col suo pacchetto, e con qualche colpo di telefono. O anche, operandovi, appropriarsi dell’intero profitto escludendo il lavoro. Lo stesso vale per la gestione dell’impresa da cui il lavoro è escluso, mentre è lui che la fa; e dovrebbe perciò anche gestirla, e come tale sedere nel consiglio di amministrazione con una maggioranza di due terzi, o di tre quarti. Il fatto che sia escluso dall’uno e dall’altro costituisce un’ingiustizia che non può essere ulteriormente tollerata. Che procede dall’arroganza del capitale e dall’ignavia del sindacato; o anche dalla distorsione ideologica della Sinistra che mirava al perverso modello sovietico, dove tutto era posseduto e gestito non dai lavoratori ma dallo Stato. Un capitalismo di Stato. Certo condivisione e cogestione sono solo un primo passo verso la costruzione di un ordinamento giusto nell’impresa e nell’intera economia. Ma un passo importante proprio in quella direzione, e affinché i lavoratori come i sindacati non permangano nell’ignavia attuale, e non finiscano con l’obliare i grandi principi e obiettivi di giustizia. Lecce, il 14 settembre 2009 per il Movimento, il Responsabile Prof. Arrigo Colombo
Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte
S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160 |
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