Occupare l’area della megadiscarica di amianto di Cappella Cantone (CR)



L’Assemblea dei Comitati riunitasi nel corso del Convegno “ Facciamo la “festa “ all’amianto”, che si è tenuto il 13 settembre 2009 a San Daniele Po ( CR), ha discusso e approvato il seguente documento che  sarà diffuso in modo capillare per raccogliere altre adesioni di Comitati e singole realtà  impegnati nella lotta per la difesa della salute e del territorio.
PREMESSA
 Si calcola che vi siano in Italia 32 miliardi di tonnellate di amianto da smaltire, di cui 2 milioni e mezzo nella sola Lombardia. Lo smaltimento dell’amianto è quindi un’emergenza nazionale. La giunta Formigoni è in grave ritardo rispetto agli impegni prefissati nel piano regionale amianto, perché invece di realizzare  in modo rigoroso e scientifico le nuove tecnologie alternative all’interramento in discarica dei rifiuti contenenti amianto, privilegia sfacciatamente l’iniziativa di cavatori e speculatori vari in vista dell’Expo 2015.
1)	La megadiscarica di amianto a Cappella Cantone (Cremona)  NON SI DEVE FARE perché è pericolosa per la salute dei cittadini: é vicina ai centri abitati, in presenza di falde acquifere affioranti, in mezzo a terreni coltivati a mais destinato alle vacche da latte, vicino ad attività estrattive e ad un’altra discarica di rifiuti solidi urbani.
2)	Ci impegniamo ad intensificare e combattere a fondo le commistioni di interessi fra cavatori privati,  istituzione regionale e  istituzioni locali. La Regione Lombardia, l’impresa Cave nord e il sindaco del comune di Cappella Cantone dovranno pubblicamente spiegare come mai  la Cave nord dei f.lli Testa ha acquistato il terreno dove dovrebbe sorgere la megadiscarica ad un prezzo doppio del valore di mercato. Esistevano già impegni e assicurazioni con esponenti della giunta regionale o del comune di Cappella Cantone per realizzare comunque lì la megadiscarica? Perché è già stata stipulata in data 6 agosto 2009 una convenzione tra i f.lli Testa ( legati esplicitamente alla  Lega Nord e al PdL) e il sindaco di Cappella Cantone, rendendola nota solo un mese dopo? Tale convenzione stabilisce, fra l’altro, una “compensazione” ad un comune di 500 abitanti pari a 3 milioni di euro.  Si “svende” la salute di tutti i cittadini per favorire torbidi interessi privati.
In questo contesto si ribadisce la validità di portare avanti la richiesta di dimissioni del sindaco di Cappella Cantone. Le stesse problematiche esistenti  sul territorio cremonese sono presenti  con impressionanti analogie in altri luoghi della Lombardia e d’Italia: Treviglio, Brescia, Verona, Treviso, Ragusa, Marano e Chiaiano, Val di Sangro ecc...
3)	La realizzazione delle discariche di amianto non è più la soluzione per lo smaltimento corretto. L’interramento dei rifiuti contenenti amianto non è un sistema chiuso in quanto nel medio e lungo termine reintroduce nell’ambiente il minerale amianto attraverso il percolato, così come è stato ampiamente dimostrato dal prof. Alessandro Gualtieri , dell’Università di Modena, durante il convegno.  La ricristallizzazione dell’amianto garantisce un sistema chiuso e la possibilità di riciclare il rifiuto amianto in materia prima pulita.
4)	Cremona non può diventare la pattumiera della Lombardia per smaltire l’amianto in vista dell’apertura dei lavori per l’EXPO 2015 di Milano, attorno alla quale vi sono interessi economici per centinaia di milioni di euro e una pesante ipoteca dei poteri mafiosi. Il parere contrario alla realizzazione della megadiscarica di amianto a Cappella Cantone espresso da un pluralità di soggetti non deve essere vanificato da una decisione arbitraria e decisionista del presidente della Regione e del suo “ utilizzatore finale” Salini.
5)	Dal dibattito è emerso come i processi di autorganizzazione sociale debbano diventare l’elemento centrale nella battaglia contro le discariche, siano esse di amianto o di rifiuti solidi urbani (RSU). Ricordiamo anche come la costruzione di lotte dal basso siano qualificanti dell’intero processo di opposizione a questo modello di sviluppo e solo il coinvolgimento e il coordinamento più ampio della popolazione potrà garantire il successo della nostra battaglia. L’estendere le problematiche dei territori, rapportandole a livello nazionale, è l’aspetto che ci permetterà di uscire dalle logiche localistiche che sono miopi e perdenti.
6)	In questo anno e mezzo sono state messe in atto tutta una serie di iniziative di mobilitazione sociale che hanno certamente contribuito ad ottenere il risultato di rinviare nel tempo la realizzazione della megadiscarica. Ora occorre rilanciare e fare ancora di più. LA PARTITA PER NOI NON E’ ANCORA CHIUSA. ALLARGHEREMO A LIVELLO NAZIONALE LA MOBILITAZIONE, CON FORME E METODI NUOVI DI LOTTA COORDINATI FRA LORO, coinvolgendo nuovi soggetti e nuove realtà. I lavoratori e i cittadini  saranno di nuovo chiamati a scendere in piazza ed OCCUPARE L’AREA DELLA MEGADISCARICA per fermare gli affaristi e impedire l’aggressione alla salute e al territorio. 
                     
                                  
S.Daniele Po (Cremona), 13 settembre 2009