Caselle (TO). Bloccata la strada per l'Alenia
- Subject: Caselle (TO). Bloccata la strada per l'Alenia
- From: "FAI Torino" <fat at inrete.it>
- Date: Fri, 29 May 2009 05:20:37 +0200
Caselle (TO). Bloccata la
strada per l’Alenia Questa notte la strada di
accesso allo stabilimento dell’Alenia Aeronautica - tra Caselle torinese e
Malanghero - è stata chiusa. Cartelli stradali e
transenne avvertivano gli automobilisti dell’interruzione con scritte quali
“Strada chiusa. Pericolo assassini.” “Pericolo fabbrica di morte”.
Legato alla catena che
chiudeva la strada uno striscione con scritto “NoF35. No fabbriche di guerra”.
Ecco le foto scattate da
alcuni antimilitaristi di passaggio: http://piemonte.indymedia.org/article/5084 Una piccola azione diretta
contro la guerra, contro le fabbriche di morte, contro chi costruisce le armi
per i massacri che insanguinano il pianeta. Ma, soprattutto, un segnale. Fermare
la guerra si deve e si può. Non basta l’indignazione, non basta la rivolta
morale: bisogna mettersi in mezzo. A partire da noi, dal territorio in cui
viviamo, dove ci sono caserme, aeroporti, scuole militari, fabbriche
d’armi… L’Alenia Aeronautica del
gruppo Finmeccanica è il principale partner italiano della statunitense Loockeed
Martin per la produzione degli F35, cacciabombardieri di nuova generazione,
capaci di portare anche armamento atomico. L’8 aprile di quest’anno le
commissioni “Difesa” di Camera e Senato hanno dato parere positivo alla proposta
del governo di acquisto di 131 cacciabombardieri F35 e della costruzione in
Italia, all’aeroporto di Cameri (NO), di una linea di assemblaggio per questi
gioielli dell’industria di morte. Gli F-35 sono
cacciabombardieri monoposto, stealth (cioè invisibili ai radar), e possono
portare anche armamento nucleare. Gli F-35 servono per attacchi al suolo di ogni
genere. Possono fare terra bruciata nei territori dei nemici, preparare
invasioni, stanare e distruggere truppe avversarie, fare strage di civili
inermi. Gli F-35 sono giocattolini
da 150 milioni di euro l’uno. Con i soldi di uno solo di quelli acquistati dal
governo si pagherebbe un quartiere all’Aquila, un nuovo ospedale, gli insegnanti
per il tempo pieno alle elementari, la manutenzione delle linee ferroviarie per
i pendolari… Tante cose utili alla vita di noi tutti, non armi per ammazzare
qualcuno dall’altra parte del mondo. Come la bambina che quelli della Folgore
hanno ucciso una decina di giorni fa in Afganistan.
L’Italia è in guerra.
Truppe tricolori combattono in Afganistan. Lo chiamano “peace keeping”: suona
meglio e mette la coscienza a posto. Ma, là, in Afganistan, ogni giorno
bombardano, uccidono, imprigionano, torturano. A morire sono uomini, donne e
bambini. In silenzio. Otto anni di guerra e dicono che sono lì per mantenere la
pace. Dicono che sono lì per la libertà. Dopo otto anni le donne sono ancora
incarcerate sotto i burqua, le poche scuole per bambine sono fatte saltare in
aria, le attiviste vengono uccise. Un massacro senza fine. Ma che importa? Gli
affari dei petrolieri e dei fabbricanti di armi vanno a gonfie vele.
L’esercito è anche nelle
nostre strade. Nel mirino sono i poveri, gli immigrati, i rom, i senza casa, chi
si ribella alla devastazione del territorio ed al saccheggio delle risorse.
Lo Stato militarizza il
strade e le piazze e tratta da delinquenti quelli che si ribellano. È la guerra.
La guerra interna. Anche questa serve alla pace, la pace
sociale. Viviamo tempi difficili. La
crisi morde e molti fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Il lavoro,
quando c’è, è precario, pericoloso, malpagato. In tanti, in troppi, vivono
l’incubo del mutuo da pagare, dei figli da mandare a scuola, degli anziani che
hanno bisogno di cure ed assistenza. I paracadute sociali che nei decenni
passati garantivano qualche servizio, una pensione decente, l’accesso
all’istruzione, la difesa del lavoro sono stati eliminati uno ad uno. Oggi, per
la prima volta da decenni, figli e figlie rischiano di avere un futuro peggiore
di quello di padri e madri. Nei quartieri dove non è
mai stato facile vivere, la crisi strangola un po’ tutti: se i lavoratori
dipendenti se la vedono brutta, non va meglio ad artigiani e commercianti. Se il
salario è poco, se l’impiego c’è e non c’è, tutti guardano il centesimo e
difficilmente ci scappa una pizza o un paio di scarpe nuove.
Chi governa questo paese,
oggi la destra ieri la sinistra, ha tagliato pensioni, sanità, scuola, ha fatto
leggi che condannano alla precarietà a vita, ha inventato il caporalato legale,
favorito il sistema degli appalti a catena dove chi sta in fondo è poco più di
uno schiavo. Solo la spesa militare
aumenta ogni anno. In Afganistan ci sono 2.600
soldati italiani: questo orrore costa a tutti noi milioni di euro. La spesa di
guerra comprende il mantenimento di basi, caserme, aeroporti ed un buon numero
di ben addestrati assassini di professione. I governi di destra e quelli di
sinistra hanno fatto a gara nel finanziare le imprese belliche.
A Vicenza costruiscono la
più grande base militare USA d’Europa. A Novara hanno fanno lo stabilimento per
l’assemblaggio dei nuovi bombardieri F35. Bisogna mettersi in mezzo.
Fermare la guerra. Quella esterna, che si combatte in Afganistan, quella interna
contro i poveri, gli immigrati, i senza casa, opponendosi all’esistenza stessa
degli eserciti, vere organizzazioni criminali
legali. Chiudere l’Alenia, chiudere
tutte le fabbriche di morte. No F35. Sabato 30 maggio
giornata di lotta e festa
antimilitarista ai giardini (ir)reali
di fronte alla palazzina ex
Fenix sgomberata per antifascismo in corso S. Maurizio angolo
via Rossini. Concerti , performance,
video, interventi di compagni impegnati nelle lotte antimilitariste e di
resistenza alla presenza dei soldati nelle nostre strade.
Suoneranno: Officine Aurora
* Cabrones * Adrenocore * Area Limite * MikiMarcoDJ * MarcoTestaonemanband
*. Interventi di compagni del:
Comitato Antirazzista di Milano e dell’Assemblea No F35 di
Novara. Martedì 2 giugno Novara
corteo contro i bombardieri F35. Ore 15 piazza Garibaldi
(stazione FS). Da Torino partenze
collettive. Per info: 338 6594361 Scarica qui la
locandina: http://piemonte.indymedia.org/article/5079 Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46 Torino –
la sede è aperta ogni giovedì dalle fai_to at inrete.it 338
6594361 |
- Prev by Date: venditori di microchip online ! ma in quanti ci mangiano sopra tra quanti cercano di costruire provocazioni contro di noi ?
- Next by Date: R: Sindaci predatori
- Previous by thread: venditori di microchip online ! ma in quanti ci mangiano sopra tra quanti cercano di costruire provocazioni contro di noi ?
- Next by thread: R: Sindaci predatori
- Indice: