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MA QUALE "AUTOREGOLAMENTAZIONE" PROMOSSA
DELLA UNIONE EUROPEA !!!
2 ARTICOLI NUOVI E COMMENTI
•Maggio 15, 2009 • Nessun Commento
ANSIA, “NUOVA” SOSTANZA PER GUARIRE E COCA-DIPENDENZA LEGAYA A GENI
RICOMPERSA
La scoperta di una sostanza chimica
responsabile dello sviluppo cerebrale e delle riparazioni cellulari in caso di
danneggiamenti, un composto del cervello chiamato FGF2, apre delle “speranze a
depressi e ansiosi, ma soprattutto potrebbe portare alla creazione di
nuovi farmaci, per la felicità dell’industria farmaceutica.
La rivista Neuron pubblica un articolo, dove sostiene
che recenti studi che la dipendenza dalla cocaina si deve ad alterazioni geniche
in una zona del cervello. Durante gli esperimenti, i ricercatori
guidati da Regina M. Carelli dell’Università North Carolina di Chapel Hill
hanno usato microscopici elettrodi nel cervello dei topi per registrare
e individuare il rilascio del neurotrasmettitore dopamina dalla regione
chiamata Nucleus Accumbens . Quasi tutti i farmaci di abuso provocano un
rilascio di dopamina da questa regione, che fa parte del sistema cerebrale della
ricompensa. La sostanza attiva i neuroni in altre parti del cervello, generando
la piacevole sensazione associata al consumo di queste droghe. Gli scienziati
hanno inizialmente addestrato i topi ad autosomministrarsi la cocaina premendo
una leva quando si accendeva una luce nella gabbia. Poi hanno smorzato questo
comportamento sostituendo una soluzione salina alla cocaina. Infine, hanno
nuovamente reintegrato la cocaina. Le misurazioni hanno rivelato tre tipi
distinti di rilascio di dopamina dal Nucleus Accumbens: un segnale
immediatamente prima della pressione della leva (che avveniva anche quando i
topi non ricevevano cocaina), che secondo gli scienziati rifletterebbe la
motivazione di ottenere la droga; un altro segnale subito dopo aver premuto la
leva (che declinava rapidamente quando la cocaina non era fornita), che potrebbe
codificare l’associazione appresa fra stimoli ambientali e droga; e un terzo
segnale spontaneo, diverso dal secondo, associato con i livelli di cocaina nel
sistema dei topi, che potrebbe attivare i circuiti cerebrali associati con gli
effetti piacevoli della droga.
I cambiamenti persistenti che avvengono in questi circuiti
cerebrali, evidenziando le vie molecolari regolate dalla cocaina che potrebbero
diventare target di farmaci contro la dipendenza. Tutto per la felicità
dell’industria farmaceutica.
City venerdì 15 maggio 2009
Pubblicato in Scientifica
•Maggio 14, 2009 • Nessun Commento
MAXI MULTA DALL’UE ALLA INTEL L’AZIENDA PRODUTRICE DI
SEMICONDUTORI
L’Unione Europea fa deciso di infliggere una delle multe più
alte finora che sono state inflitte: un miliardo di euro, alla Intel
Corporation, l’azienda multinazionale produttrice di semiconduttori
(microprocessori, dispositivi di memoria, circuiti di supporto alle
telecomunicazioni e alle applicazioni informatiche) con sede a Santa Clara,
California (USA). La Intel è nota soprattutto per essere la prima produttrice
mondiale di microprocessori.
I motivi di questa multa erano che la Intel praticava sconti e
pagava i produttori di computer e rivenditori di PC per annientare i suoi
concorrenti.
Già la Intel era stata in passato al centro di polemiche. Quando
introdusse sul mercato i Pentium III, il primo processore a includere un numero
d’identificazione univoco e recuperabile via software chiamato PSN (acronimo di
Personal Serial Number, Numero Seriale Personale). Si tratta di un numero che
permette a terze parti di seguire dall’esterno (ad esempio quando ci collega a
Internet) i comportamenti dell’utente a sua insaputa. Per questi motivi il 29
novembre 1999, il Science and Technology Options Assessment Panel (STOA) del
Parlamento europeo, a seguito del suo rapporto sulle tecniche di sorveglianza
elettronica chiese ai membri del comitato parlamentare di considerare misure
legali per prevenire di questi chip sui computer dei cittadini europei. Tale
decisione costrinse quindi la Intel alla disattivazione di tale codice.
Ora tutto questo è anche una delle conseguenze
dell’accentuazione della crisi economica in atto. Infatti, una delle conseguenze
della crisi è l’esasperazione della concorrenza, per decidere chi debba fare le
spese dell’eccedenza del capitale. Ne consegue un’enorme accelerazione del
processo di concentrazione del capitale per raggiungere una “massa critica”
indispensabile per reggere lo scontro con i concorrenti. Tale processo, nel
corso degli ultimi anni, ha trovato una proiezione nello sforzo di ciascuna
grande potenza imperialista di costituire aree economiche integrate, al cui
interno si cerca di portare al minimo la concorrenza tra i capitali, in modo di
concentrare i propri sforzi nella lotta contro i concorrenti esteri.
Dall’esigenza di confortarsi con le due aree a dominanza
statunitense e giapponese è nata l’esigenza materiale da parte della borghesia
europea dell’integrazione europea.
Perciò questo fatto nasce dal conflitto tra il polo
imperialistico europeo e quello USA.
Tra le accuse anche quella di pratiche anticoncorrenziali illegali
Ue contro Intel, maxi multa da 1,06 mld
La Commissione ha deciso di sanzionare la società dei microprocessori per
abuso di posizione dominante
BRUXELLES – La Commissione Europea ha deciso di infliggere al colosso dei
microprocessori Intel una gigantesca multa da 1,06 miliardi di euro per abuso di
posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali illegali. Lo rende noto un
comunicato della Commissione diffuso a Bruxelles. È la più grande singola multa
mai inflitta dall’esecutivo Ue a una società. La Commissione ha inoltre ordinato
alla Intel di interrompere immediatamente tali pratiche assicurando che vigilerà
sull’ottemperanza di questa decisione. La Intel, dal canto suo, ha già fatto
sapere di essere intenzionata a presentare ricorso contro la decisione. In una
nota, il presidente e amministratore delegato Paul Otellini afferma che «Intel
ha forti eccezioni su questa decisione. Noi crediamo che sia sbagliata e ignori
la realtà di un’alta competizione nel mercato dei microprocessori,
caratterizzato da una costante innovazione e da miglioramenti di prestazioni con
prezzi in calo. Questo non danneggia affatto i consumatori». Di parere opposto
Giuliano Meroni, presidente per l’area Emea di Amd, il principale concorrente di
Intel: «La decisione odierna della Commissione Europea contribuirà a creare un
nuovo equilibrio, diminuendo il potere di mercato di un’impresa che abusa della
propria posizione dominante a favore dei produttori di computer, dei rivenditori
e degli utenti finali».
SCONTI ANTI-CONCORRENZA – «Per tutto il periodo ottobre
2002-2007 – si legge nel comunicato – Intel ha avuto una posizione dominante nel
mercato mondiale dei CPU (microprocessori) x86, per almeno il 70% della quota di
mercato». Bruxelles ricorda che il mercato mondiale di questi microprocessori
rappresenta circa 22 miliardi di euro l’anno, la quota europea è di circa il 30%
del totale. Non basta. «La Commissione – prosegue la nota – ha ritenuto che
l’Intel abbia fatto ricorso a due specifiche forme di pratiche illegali. Primo,
Intel ha dato sconti integralmente o parzialmente occulti a fabbricanti di
computer a condizione che le acquistassero la totalitá o la quasi totalitá dei
processori x86 di cui avevano bisogno». Inoltre, si legge ancora nel comunicato,
«Intel ha effettuato pagamenti diretti in favore di un grande distributore a
condizione che questo vendesse esclusivamente computer dotati di processori x86.
Questi sconti e pagamenti hanno effettivamente impedito ai clienti, e, in fin
dei conti, ai consumatori, di rivolgersi a prodotti alternativi». Secondo,
«Intel ha effettuato pagamenti diretti a favore di fabbricanti di computer allo
scopo di arrestare o ritardare il lancio di prodotti specifici contenenti
processori di tipo x86 dei concorrenti e di limitare i circuiti di vendita
utilizzati da questo prodotti». La Commissione cita tra i fabbricanti di
computer coinvolti Acer, Dell, Hp, Lenovo e Nec. Il distributore è Media Saturn
Holding, proprietario della catena MediaMarkt (in Italia MediaWorld).
«CONSUMATORI DANNEGGIATI» -
In questo contesto, è scritto ancora nella nota della Commissione, «la
Commissione ha ritenuto che tali pratiche costituiscano, da parte di Intel,
abuso di posizione dominante nel mercato dei processori x86, che hanno
danneggiato i consumatori in tutto lo Spazio economico europeo». Secondo
Bruxelles, «riducendo la capacitá dei concorrenti di fare concorrenza attraverso
la qualitá intrinseca dei loro prodotto, le azioni di Intel hanno minato la
concorrenza e l’innovazione». «Intel -ha commentato il commissario alla
Concorrenza Neelie Kroes – ha danneggiato milioni di consumatori europei agendo
deliberatamente per tenere i concorrenti fuori dal mercato per i processori da
computer per molti anni. Un’infrazione così grave e così sostenuta nel tempo
delle regole antitrust Ue non può essere tollerata».
13 maggio 2009(ultima
modifica: 14 maggio 2009)
Link http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_13/intel_multa_ue_posizione_dominante_73946b58-3fa1-11de-bc3f-00144f02aabc.shtml
Da “Nova” 15.1.2009
NEUROSCIENZE LE NUOVE FRONTIERE
SECONDO JOHN ASSAD (IIT)
Le leggi che governano il cervello
DI GUIDO ROMEO Il cervello è il calcolatore più potente che conosciamo, a
dispetto di un hardware sorprendentemente lento. «I nostri neuroni sono molto
più fragili e lenti nel trasmettere gli impulsi elettrici di qualsiasi microprocessore, ma diventano incredibilmente
efficaci quando combinati in miliardi in una struttura massicciamente parallela
e ridondante come il nostro cervello» spiega John
Assad, 45 anni, neurobiologo
all'Università di Harvard, e ora neo-direttore della
ricerca della Piattaforma di neuroscienze e sistemi
cognitivi dell'Istituto italiano di tecnologia. Assad, che per i prossimi cinque anni dirigerà il nuovo
centro per le neuroscienze dell'Iit con sede nei locali
dell'Università di Parma, ma separato da essa nel suo funzionamento, va a
completare il panorama della ricerca dell'Iit guidata
da Roberto Cingolani e che vede già al suo attivo
Fabio Benfenati (dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie),
Giulio Sandini, Darwin Caldwell e Guy Fontaine (dipartimento di Robotica, scienze cognitive e del
cervello) e Daniele Piomelli (dipartimento di Ricerca
e sviluppo farmaci). «Il centro per le neuroscienze e
sistemi cognitivi dell'Iit
studierà le funzioni del cervello umano in vivo nel suo complesso – spiega Assad, che a Parma collaborerà anche con il laboratorio di
Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio –
per espandere la conoscenza dei circuiti neuronali
della nostra corteccia. Ci interessa capire il
funzionamento del cervello come sistema complesso e integrato, guardando a tutto
l'arco della sua attività. Da quando percepiamo un oggetto
fino all'elaborazione dell'informazione che ci fa poi passare
all'azione». Si tratta di ricerca di base, ma con forti ricadute pratiche
sia nel settore farmaceutico e clinico che in quello
dell'informatica applicata al biomedicale. «Nel caso
del morbo di Parkinson, ad esempio, è un numero molto
ristretto di neuroni che cessa di lavorare correttamente – osserva Assad – ma ciò è sufficiente per mettere in crisi tutto il funzionamento del nostro cervello, un po'
come se alzando al massimo il volume di una radio, le comunicazioni all'interno
di una stanza venissero tutte disturbate». Oggi questi pazienti vengono trattati soprattutto per via farmacologica, con terapie a base di levodopa, una molecola che ristabilisce gli equilibri
naturali di dopamina, ma diventa gradualmente meno
efficace e alla ricomparsa di tremori e difficoltà motorie. Alcune
sperimentazioni con elettrodi introdotti nella corteccia cominciano però a dare
risultati molto interessanti. «Oggi questo è un approccio empirico e non
sappiamo esattamente cosa lo renda efficace – osserva Assad – Sono però sicuro che conoscendo meglio le leggi che
governano i nostri neuroni, potremmo mettere a punto
cure molto più efficaci e precise». Altri beneficiari delle nuove conoscenze che
verranno dagli studi di Assad
all'Iit potrebbero essere i pazienti affetti di
schizofrenia e da altri disturbi psichiatrici. Una priorità non meno importante
del nuovo centro parmense sarà lo sviluppo di
interfacce uomo-macchina e di tecnologie all'avanguardia per studiare le
funzioni corticali in vivo. Si tratta di un settore fortemente innovativo, nel quale si fondono informatica,
biologia, neuroscienze, nanotecnologie e studi di intelligenza artificiale. «Oggi
siamo già capaci di captare onde e impulsi cerebrali, ma abbiamo una conoscenza
molto limitata del loro significato – sottolinea il
ricercatore – ma se cominceremo a decrittare il linguaggio del nostro cervello,
avremo a disposizione uno strumento formidabile non solo per la medicina, ma
anche per costruire robot intelligenti». I locali del centro parmense dell'Iit sono in ristrutturazione,
ma nelle prossime settimane dovrebbe venire bandita la prima chiamata
internazionale per reclutare i ricercatori che daranno vita al centro attraverso
una procedura analoga a quella dei centri americani e senza ricorrere ai tanto
controversi concorsi dell'università italiana. «Ci aspettiamo candidature da
tutto il mondo – spiega il direttore – e naturalmente da molti italiani che
vorranno rientrare, anche se la nazionalità non darà alcun punto in più. A
regime il centro dovrebbe avere una cinquantina di persone divise in 7-8 piccoli gruppi di ricerca, tipicamente guidati da un junior leader e fortemente specializzati, ma che
interagiscano molto perché la particolarità dei centri dell'Iit è proprio l'enfasi dell'interdisciplinarietà». Il centro, che nasce con un
finanziamento di start-up di cinque milioni di euro per
i primi tre anni (che copre anche i lavori di ristrutturazione), a termine
dovrebbe finanziarsi per almeno un 30% con grant per
la ricerca. Ma che cosa spinge un ricercatore
affermato, con un'invidiata posizione da "tenure
professor" in uno dei primi 10 atenei del mondo a lanciarsi nello start-up di un
nuovo laboratorio in Italia, più conosciuta per la fuga dei cervelli e i tagli
alla ricerca che per la capacità di attrarre talenti? «Ad attirarmi è stata
soprattutto la vocazione interdisciplinare piuttosto unica del centro che,
paradossalmente, sento invece manca proprio in posti molto affermati come l'Mit e Harvard – spiega Assad, originario
di Buffalo, nello stato di New York – e il pacchetto
messo a punto dall'Iit è competitivo a livello
internazionale perché permette di attirare alcuni dei migliori giovani da tutto
il mondo. La qualità dei vostri ricercatori invece la conoscevo già perché molti giovani italiani producono ottimi
risultati nei nostri laboratori
oltreoceano». guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com
Come si definisce - John Assad, 45 anni, neurobiologo
all'Harvard Medical School di Boston è uno dei massimi esperti
nelle neuroscienze. In aspettativa dall'ateneo Usa, per 5 anni sarà il direttore
della ricerca in Neuroscienze e sistemi cognitivi
dell'Istituto italiano di tecnologia all'Università di Parma.
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