CONTINUANO LE NS.DENUNCE SULL'ABUSO NAZI-SCIENTIFICO DELLE "NEUROSCIENZE" DELLE FALSE DEMOCRAZIE D'OCCIDENTE



 
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MA QUALE "AUTOREGOLAMENTAZIONE" PROMOSSA  DELLA UNIONE EUROPEA !!!

2 ARTICOLI NUOVI E COMMENTI

da http://marcos61.wordpress.com

ANSIA NUOVA SOSTANZA PER GUARIRE

•Maggio 15, 2009 • Nessun Commento

ANSIA, “NUOVA” SOSTANZA PER GUARIRE E COCA-DIPENDENZA LEGAYA A GENI RICOMPERSA

 

   La scoperta di una sostanza chimica responsabile dello sviluppo cerebrale e delle riparazioni cellulari in caso di danneggiamenti, un composto del cervello chiamato FGF2, apre delle “speranze a depressi e ansiosi, ma soprattutto potrebbe portare alla creazione di nuovi farmaci, per la felicità dell’industria farmaceutica.

   La rivista Neuron pubblica un articolo, dove sostiene che recenti studi che la dipendenza dalla cocaina si deve ad alterazioni geniche in una zona del cervello.  Durante gli esperimenti, i ricercatori guidati da Regina M. Carelli dell’Università North Carolina di Chapel Hill hanno usato microscopici elettrodi nel cervello dei topi per registrare e individuare il rilascio del neurotrasmettitore dopamina dalla regione chiamata Nucleus Accumbens . Quasi tutti i farmaci di abuso provocano un rilascio di dopamina da questa regione, che fa parte del sistema cerebrale della ricompensa. La sostanza attiva i neuroni in altre parti del cervello, generando la piacevole sensazione associata al consumo di queste droghe. Gli scienziati hanno inizialmente addestrato i topi ad autosomministrarsi la cocaina premendo una leva quando si accendeva una luce nella gabbia. Poi hanno smorzato questo comportamento sostituendo una soluzione salina alla cocaina. Infine, hanno nuovamente reintegrato la cocaina. Le misurazioni hanno rivelato tre tipi distinti di rilascio di dopamina dal Nucleus Accumbens: un segnale immediatamente prima della pressione della leva (che avveniva anche quando i topi non ricevevano cocaina), che secondo gli scienziati rifletterebbe la motivazione di ottenere la droga; un altro segnale subito dopo aver premuto la leva (che declinava rapidamente quando la cocaina non era fornita), che potrebbe codificare l’associazione appresa fra stimoli ambientali e droga; e un terzo segnale spontaneo, diverso dal secondo, associato con i livelli di cocaina nel sistema dei topi, che potrebbe attivare i circuiti cerebrali associati con gli effetti piacevoli della droga.

   I cambiamenti persistenti che avvengono in questi circuiti cerebrali, evidenziando le vie molecolari regolate dalla cocaina che potrebbero diventare target di farmaci contro la dipendenza. Tutto per la felicità dell’industria farmaceutica.

City venerdì 15 maggio 2009

MAXI MULTA AD AZIENDA PRODUTRICE DI SEMICONDUTORI

•Maggio 14, 2009 • Nessun Commento

MAXI MULTA DALL’UE ALLA INTEL L’AZIENDA PRODUTRICE DI SEMICONDUTORI

 

   L’Unione Europea fa deciso di infliggere una delle multe più alte finora che sono state inflitte: un miliardo di euro, alla Intel Corporation, l’azienda multinazionale produttrice di semiconduttori (microprocessori, dispositivi di memoria, circuiti di supporto alle telecomunicazioni e alle applicazioni informatiche) con sede a Santa Clara, California (USA). La Intel è nota soprattutto per essere la prima produttrice mondiale di microprocessori.

   I motivi di questa multa erano che la Intel praticava sconti e pagava i produttori di computer e rivenditori di PC per annientare i suoi concorrenti.

   Già la Intel era stata in passato al centro di polemiche. Quando introdusse sul mercato i Pentium III, il primo processore a includere un numero d’identificazione univoco e recuperabile via software chiamato PSN (acronimo di Personal Serial Number, Numero Seriale Personale). Si tratta di un numero che permette a terze parti di seguire dall’esterno (ad esempio quando ci collega a Internet) i comportamenti dell’utente a sua insaputa. Per questi motivi il 29 novembre 1999, il Science and Technology Options Assessment Panel (STOA) del Parlamento europeo, a seguito del suo rapporto sulle tecniche di sorveglianza elettronica chiese ai membri del comitato parlamentare di considerare misure legali per prevenire di questi chip sui computer dei cittadini europei. Tale decisione costrinse quindi la Intel alla disattivazione di tale codice.

   Ora tutto questo è anche una delle conseguenze dell’accentuazione della crisi economica in atto. Infatti, una delle conseguenze della crisi è l’esasperazione della concorrenza, per decidere chi debba fare le spese dell’eccedenza del capitale. Ne consegue un’enorme accelerazione del processo di concentrazione del capitale per raggiungere una “massa critica” indispensabile per reggere lo scontro con i concorrenti. Tale processo, nel corso degli ultimi anni, ha trovato una proiezione nello sforzo di ciascuna grande potenza imperialista di costituire aree economiche integrate, al cui interno si cerca di portare al minimo la concorrenza tra i capitali, in modo di concentrare i propri sforzi nella lotta contro i concorrenti esteri.

   Dall’esigenza di confortarsi con le due aree a dominanza statunitense e giapponese è nata l’esigenza materiale da parte della borghesia europea dell’integrazione europea.

   Perciò questo fatto nasce dal conflitto tra il polo imperialistico europeo e quello USA.

 

Tra le accuse anche quella di pratiche anticoncorrenziali illegali

Ue contro Intel, maxi multa da 1,06 mld

La Commissione ha deciso di sanzionare la società dei microprocessori per abuso di posizione dominante

BRUXELLES – La Commissione Europea ha deciso di infliggere al colosso dei microprocessori Intel una gigantesca multa da 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali illegali. Lo rende noto un comunicato della Commissione diffuso a Bruxelles. È la più grande singola multa mai inflitta dall’esecutivo Ue a una società. La Commissione ha inoltre ordinato alla Intel di interrompere immediatamente tali pratiche assicurando che vigilerà sull’ottemperanza di questa decisione. La Intel, dal canto suo, ha già fatto sapere di essere intenzionata a presentare ricorso contro la decisione. In una nota, il presidente e amministratore delegato Paul Otellini afferma che «Intel ha forti eccezioni su questa decisione. Noi crediamo che sia sbagliata e ignori la realtà di un’alta competizione nel mercato dei microprocessori, caratterizzato da una costante innovazione e da miglioramenti di prestazioni con prezzi in calo. Questo non danneggia affatto i consumatori». Di parere opposto Giuliano Meroni, presidente per l’area Emea di Amd, il principale concorrente di Intel: «La decisione odierna della Commissione Europea contribuirà a creare un nuovo equilibrio, diminuendo il potere di mercato di un’impresa che abusa della propria posizione dominante a favore dei produttori di computer, dei rivenditori e degli utenti finali».

SCONTI ANTI-CONCORRENZA – «Per tutto il periodo ottobre 2002-2007 – si legge nel comunicato – Intel ha avuto una posizione dominante nel mercato mondiale dei CPU (microprocessori) x86, per almeno il 70% della quota di mercato». Bruxelles ricorda che il mercato mondiale di questi microprocessori rappresenta circa 22 miliardi di euro l’anno, la quota europea è di circa il 30% del totale. Non basta. «La Commissione – prosegue la nota – ha ritenuto che l’Intel abbia fatto ricorso a due specifiche forme di pratiche illegali. Primo, Intel ha dato sconti integralmente o parzialmente occulti a fabbricanti di computer a condizione che le acquistassero la totalitá o la quasi totalitá dei processori x86 di cui avevano bisogno». Inoltre, si legge ancora nel comunicato, «Intel ha effettuato pagamenti diretti in favore di un grande distributore a condizione che questo vendesse esclusivamente computer dotati di processori x86. Questi sconti e pagamenti hanno effettivamente impedito ai clienti, e, in fin dei conti, ai consumatori, di rivolgersi a prodotti alternativi». Secondo, «Intel ha effettuato pagamenti diretti a favore di fabbricanti di computer allo scopo di arrestare o ritardare il lancio di prodotti specifici contenenti processori di tipo x86 dei concorrenti e di limitare i circuiti di vendita utilizzati da questo prodotti». La Commissione cita tra i fabbricanti di computer coinvolti Acer, Dell, Hp, Lenovo e Nec. Il distributore è Media Saturn Holding, proprietario della catena MediaMarkt (in Italia MediaWorld).

«CONSUMATORI DANNEGGIATI»- In questo contesto, è scritto ancora nella nota della Commissione, «la Commissione ha ritenuto che tali pratiche costituiscano, da parte di Intel, abuso di posizione dominante nel mercato dei processori x86, che hanno danneggiato i consumatori in tutto lo Spazio economico europeo». Secondo Bruxelles, «riducendo la capacitá dei concorrenti di fare concorrenza attraverso la qualitá intrinseca dei loro prodotto, le azioni di Intel hanno minato la concorrenza e l’innovazione». «Intel -ha commentato il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes – ha danneggiato milioni di consumatori europei agendo deliberatamente per tenere i concorrenti fuori dal mercato per i processori da computer per molti anni. Un’infrazione così grave e così sostenuta nel tempo delle regole antitrust Ue non può essere tollerata».


13 maggio 2009(ultima modifica: 14 maggio 2009)

Link   http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_13/intel_multa_ue_posizione_dominante_73946b58-3fa1-11de-bc3f-00144f02aabc.shtml

 

Da “Nova” 15.1.2009

 

NEUROSCIENZE LE NUOVE FRONTIERE SECONDO JOHN ASSAD (IIT)

 

Le leggi che governano il cervello

 

DI GUIDO ROMEO
Il cervello è il calcolatore più potente che conosciamo, a dispetto di un hardware sorprendentemente lento. «I nostri neuroni sono molto più fragili e lenti nel trasmettere gli impulsi elettrici di qualsiasi microprocessore, ma diventano incredibilmente efficaci quando combinati in miliardi in una struttura massicciamente parallela e ridondante come il nostro cervello» spiega John Assad, 45 anni, neurobiologo all'Università di Harvard, e ora neo-direttore della ricerca della Piattaforma di neuroscienze e sistemi cognitivi dell'Istituto italiano di tecnologia.
Assad, che per i prossimi cinque anni dirigerà il nuovo centro per le neuroscienze dell'Iit con sede nei locali dell'Università di Parma, ma separato da essa nel suo funzionamento, va a completare il panorama della ricerca dell'Iit guidata da Roberto Cingolani e che vede già al suo attivo Fabio Benfenati (dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie), Giulio Sandini, Darwin Caldwell e Guy Fontaine (dipartimento di Robotica, scienze cognitive e del cervello) e Daniele Piomelli (dipartimento di Ricerca e sviluppo farmaci). «Il centro per le neuroscienze e sistemi cognitivi dell'Iit studierà le funzioni del cervello umano in vivo nel suo complesso – spiega Assad, che a Parma collaborerà anche con il laboratorio di Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio – per espandere la conoscenza dei circuiti neuronali della nostra corteccia. Ci interessa capire il funzionamento del cervello come sistema complesso e integrato, guardando a tutto l'arco della sua attività. Da quando percepiamo un oggetto fino all'elaborazione dell'informazione che ci fa poi passare all'azione». Si tratta di ricerca di base, ma con forti ricadute pratiche sia nel settore farmaceutico e clinico che in quello dell'informatica applicata al biomedicale. «Nel caso del morbo di Parkinson, ad esempio, è un numero molto ristretto di neuroni che cessa di lavorare correttamente – osserva Assad – ma ciò è sufficiente per mettere in crisi tutto il funzionamento del nostro cervello, un po' come se alzando al massimo il volume di una radio, le comunicazioni all'interno di una stanza venissero tutte disturbate». Oggi questi pazienti vengono trattati soprattutto per via farmacologica, con terapie a base di levodopa, una molecola che ristabilisce gli equilibri naturali di dopamina, ma diventa gradualmente meno efficace e alla ricomparsa di tremori e difficoltà motorie. Alcune sperimentazioni con elettrodi introdotti nella corteccia cominciano però a dare risultati molto interessanti. «Oggi questo è un approccio empirico e non sappiamo esattamente cosa lo renda efficace – osserva Assad – Sono però sicuro che conoscendo meglio le leggi che governano i nostri neuroni, potremmo mettere a punto cure molto più efficaci e precise». Altri beneficiari delle nuove conoscenze che verranno dagli studi di Assad all'Iit potrebbero essere i pazienti affetti di schizofrenia e da altri disturbi psichiatrici. Una priorità non meno importante del nuovo centro parmense sarà lo sviluppo di interfacce uomo-macchina e di tecnologie all'avanguardia per studiare le funzioni corticali in vivo. Si tratta di un settore fortemente innovativo, nel quale si fondono informatica, biologia, neuroscienze, nanotecnologie e studi di intelligenza artificiale. «Oggi siamo già capaci di captare onde e impulsi cerebrali, ma abbiamo una conoscenza molto limitata del loro significato – sottolinea il ricercatore – ma se cominceremo a decrittare il linguaggio del nostro cervello, avremo a disposizione uno strumento formidabile non solo per la medicina, ma anche per costruire robot intelligenti». I locali del centro parmense dell'Iit sono in ristrutturazione, ma nelle prossime settimane dovrebbe venire bandita la prima chiamata internazionale per reclutare i ricercatori che daranno vita al centro attraverso una procedura analoga a quella dei centri americani e senza ricorrere ai tanto controversi concorsi dell'università italiana. «Ci aspettiamo candidature da tutto il mondo – spiega il direttore – e naturalmente da molti italiani che vorranno rientrare, anche se la nazionalità non darà alcun punto in più. A regime il centro dovrebbe avere una cinquantina di persone divise in 7-8 piccoli gruppi di ricerca, tipicamente guidati da un junior leader e fortemente specializzati, ma che interagiscano molto perché la particolarità dei centri dell'Iit è proprio l'enfasi dell'interdisciplinarietà».
Il centro, che nasce con un finanziamento di start-up di cinque milioni di euro per i primi tre anni (che copre anche i lavori di ristrutturazione), a termine dovrebbe finanziarsi per almeno un 30% con grant per la ricerca. Ma che cosa spinge un ricercatore affermato, con un'invidiata posizione da "tenure professor" in uno dei primi 10 atenei del mondo a lanciarsi nello start-up di un nuovo laboratorio in Italia, più conosciuta per la fuga dei cervelli e i tagli alla ricerca che per la capacità di attrarre talenti? «Ad attirarmi è stata soprattutto la vocazione interdisciplinare piuttosto unica del centro che, paradossalmente, sento invece manca proprio in posti molto affermati come l'Mit e Harvard – spiega Assad, originario di Buffalo, nello stato di New York – e il pacchetto messo a punto dall'Iit è competitivo a livello internazionale perché permette di attirare alcuni dei migliori giovani da tutto il mondo. La qualità dei vostri ricercatori invece la conoscevo già perché molti giovani italiani producono ottimi risultati nei nostri laboratori oltreoceano».
guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com

Come si definisce
- John Assad, 45 anni, neurobiologo all'Harvard Medical School di Boston è
uno dei massimi esperti nelle neuroscienze. In aspettativa dall'ateneo Usa, per 5 anni sarà il direttore della ricerca
in Neuroscienze e sistemi cognitivi dell'Istituto italiano di tecnologia all'Università di Parma.

 

 





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