Torino. Li ammazzerei tutti. Con le mie mani



Torino. Li ammazzerei tutti. Con le mie mani

 

Cronaca criminale

Il corteo contro la moschea

Il presidio dei Comitati spontanei “in solidarietà alle forze dell’ordine e per la sicurezza”

 

Lunedì 5 maggio. All’angolo tra strada del Fortino e via Cigna, circondati da un nugolo di angeli custodi in divisa, partono quelli del corteo contro la moschea indetto dalla Lega. Non sono più di cento cinquanta: i leghisti capeggiati da Borghezio e un po’ di fascisti e postfascisti. Procedono in silenzio a parte qualche slogan sull’Italia cristiana. Da un balcone un uomo grida forte la propria rabbia per il corteo razzista nel suo quartiere. I piccoli crociati camminano svelti svelti: per raggiungerli un paio di anarchici deve allungare il passo. Due digos si precipitano a dire che “loro” no, al corteo non ci possono andare. Naturalmente i due anarchici continuano imperterriti la loro passeggiata serale osservando le persone “perbene” che di leggi razziste, ronde e polizia non ne hanno mai abbastanza. Stupisce sempre guardare in faccia il male e scoprire che ha il volto normale del tuo vicino di casa.

Sui muri intorno grida la protesta antirazzista: “via i razzisti dai quartieri”.

I due anarchici, dopo un po’ di giri tallonati dai digos con il telefonino incollato, se ne vanno sussurrando ai due poliziotti, “sono tutti vostri, ve li lasciamo”.

Ma il giro nel cuore marcio della città non è ancora finito. In piazza Sassari si sono radunati quelli del Coordinamento dei Comitati Spontanei di quartiere di Torino per una manifestazione “in solidarietà alle forze dell’ordine e per la sicurezza”, dal titolo “basta carabinieri morti”. La scorsa settimana, un carabiniere, inseguendo un pusher tra i binari, è morto sotto un treno che sopraggiungeva.

Ci sono una quarantina di persone, raccolte intorno ad un’auto con l’ampli. In giro qualche fascistello, altri digos, un pattuglione di quelli dell’antisommossa. Il tizio dal microfono sta invitando la gente a prendere la parola. Una donna bruna con una giacca rossa vomita odio per i peruviani del suo condominio. Un tale che “fa l’operatore a Porta Palazzo” incita a farsi giustizia con le proprie mani, perché la polizia, poverina, ha le mani legate dai politici. Poi è il turno di una bionda, sui quarantacinque, bassetta intrampolata su vertiginosi tacchi a spillo. Dice che nel suo palazzo “quelli” non osano aprire la bocca, perché gli italiani si fanno rispettare. A scuola invece, “quelli” sono la maggioranza. Poi, con sommessa rabbia, aggiunge: “Io sto diventando razzista. Anzi sono razzista. Non mi importa se muoiono nei tir, non mi importa se annegano. Li ammazzerei tutti. Con le mie mani.” Gli altri applaudono a lungo.

A Torino troppi chiudono gli occhi, non vedono, non vogliono vedere la tenebra che cresce tra le viscere di questa città.

In questi anni sono morti una decina di immigrati durante controlli e retate: qualcuno è annegato nel Po o nella Stura, una ragazza è scivolata dal tetto, un uomo è caduto dalla finestra di casa, un altro è stato sparato ad un posto di blocco.

In Afganistan ieri è morta una bambina. L’hanno ammazzata dei professionisti, i parà della Folgore, ma i mandanti sono in mezzo a noi. Sono gli stessi cui non importa se gli immigrati muoiono, perché li ammazzerebbero tutti. Con le loro mani.

Bisogna fermarli. Subito.

 

Per info:

Federazione Anarchica Torinese – FAI

Corso Palermo 46 – la sede è aperta ogni giovedì dalle 21

fai_to at inrete.it 338 6594361