Torino. Contro la violenza sessista, razzista, di Stato
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- Date: Fri, 6 Mar 2009 04:03:30 +0100
Torino. Contro la violenza
sessista, razzista, di Stato Sabato 7 marzo
Contro la violenza
sessista, razzista, di Stato Ore 10 punto info al Balon
– via Andreis angolo Borgodora Sabato 7 marzo
corteo femminista da piazza
Vittorio alle 15. Nello spezzone promosso
dalle Sommosse di Torino ci saranno anche gli antirazzisti che si incontrano
nell’Assemblea Antirazzista di Torino con lo striscione “Contro il razzismo
azione diretta. Di seguito il volantino che
stiamo distribuendo in questi giorni. Tempi di
guerra Soldati e belle
donne Stiamo scivolando in un
baratro. Ultimo atto il decreto “antistupro” emanato dopo una campagna mediatica
giocata su alcuni gravi episodi, selezionati con cura per mettere in evidenza la
pericolosità dell’immigrato povero, clandestino, ignorante e, quindi, un po’
bestia. Nessuno nega che molti immigrati vengano da culture dove l’immaginario
patriarcale investe sul piano simbolico e materiale le relazioni tra uomini e
donne, segnandole profondamente. Nondimeno il patriarcato è iscritto
profondamente nel passato e nel presente della nostra società, la brutalità
contro le donne è diffusa tra gli italiani come tra gli
stranieri. La violenza è espressione
del patriarcato non una sua aberrazione: se c’è patriarcato, se c’è arroganza di
genere, c’è anche violenza. Una violenza che anche quando si fa stupro non è mai
violenza sessuale ma violenza sessuata, che non esprime un desiderio ma la sua
negazione, poiché lo scopo è la dominazione, l’umiliazione, la manifestazione
del disprezzo, l’annullamento dell’autonomia. Lo stupro è corollario di
tutte le guerre: violare le donne del nemico significa privarlo di una sua
proprietà, metterne a repentaglio la stirpe, renderne indegne le figlie. In
quanti paesi le vittime di stupro vengono uccise, bandite, imprigionate? Le
donne pagano due volte: subiscono la violenza e il marchio che l’accompagna
indelebilmente. Oggetti e non soggetti sono rovinate dallo stupro, non più degne
del ruolo di mogli e madri. Merci andate a male, da scartare. Da noi tutto
questo è storia recentissima, eliminata dai codici da anni di lotte, che
rischiano di venire cancellate da una risacca profonda, una risacca che si
esprime nella volgarità dei fascisti e leghisti di governo ma ha le sue radici
nel cuore stesso delle nostre relazioni sociali. Il ginocidio è una realtà
quotidiana: non manca giorno che non sia diffusa la notizia di uomini che
ammazzano le donne a loro vicine. Qualche volta fanno fuori anche i figli e non
sempre hanno la buona grazia di togliersi a loro volta di torno, rivolgendo
contro di se la pistola o il coltello. Solo i casi più gravi di
abusi salgono alla ribalta dei media, ma la violenza in casa nei confronti di
donne, bambini e bambine è molto più diffusa di quella in strada, pure al centro
dell’allarme sociale e delle pelose attenzioni del governo.
Il decreto antistupro
emanato dal governo a fine febbraio è un tassello della re-iscrizione
dell’universo femminile all’interno di un immaginario patriarcale, che vuole le
donne deboli, incapaci di autodifesa, proprietà da tutelare contro i maschi
predatori stranieri. L’immagine polemologica è rafforzata dalle parole di Silvio
Berlusconi, che ha dichiarato che ci vorrebbe “un soldato per ogni bella donna”.
Le imprese dei “nostri” militari all’estero sono lì a testimoniare che cosa
fanno i soldati italiani alle donne degli “altri”. L’immagine della ragazza
somala denudata, legata a gambe larghe sul retro di un camion e stuprata con un
razzo illuminante dai parà della Folgore, in missione umanitaria nel corno
d’Africa, è lì a testimoniare la brutalità degli eserciti, di tutti gli
eserciti, contro le donne. Chi legifera in difesa
delle donne, legifera contro ciascuna di noi, racchiudendoci nello stereotipo
dell’eterna minore da tutelare. Quando i corpi delle donne sono il pretesto per
accelerare l’iter di alcune tra le norme più pericolose e razziste del pacchetto
sicurezza, la posta in gioco non è la libertà femminile ma la guerra contro gli
immigrati poveri, che occorre mantenere sotto un tallone di ferro, se si vuole
che lavorino senza alzare la testa. Di qui
l’istituzionalizzazione delle ronde e l’estensione della reclusione nei CIE,
Centri di Identificazione e Espulsione, da due a sei mesi. Se a questo si
aggiunge il l’esercito di pattuglia in città ben si coglie che la libertà
femminile, e quella di tutti, non è certo l’obbiettivo di chi fa leva sulle
emozioni suscitate da alcuni stupri per spingere ulteriormente l’acceleratore
della guerra contro gli immigrati, guerra che lascia sullo sfondo lo scontro
sociale, per mantenere ben aperto il fronte della guerra tra
poveri. Il percorso della libertà
femminile è altrove. Lo è sempre stato. In questi anni la libertà femminile di
strada ne ha fatta tanta. Abbiamo imparato a camminare e a difenderci da sole.
Senza legge. Libere. Le leggi, tutte le leggi,
persino quelle considerate “conquiste”, non fanno altro che imbrigliare, anche
quando pretendono di tutelare. Specie quando pretendono di tutelare. Persino la
legge sull’aborto non lo permette ma lo regolamenta, non apre la strada alla
libera scelta ma ne definisce i confini. Si fa leva sulla paura. La
paura è l’arma potente che serra le porte delle case, facendone prigioni
volontarie, la paura stringe le ginocchia e rende corti e rapidi i nostri passi,
la paura chiude gli occhi e rinfocola il pregiudizio, la paura serve solo chi
vuole una società di guerra. Una società di soldati e belle donne: una società
basata sullo stupro. Prossimi
appuntamenti. Mercoledì 11 marzo
Spagna 1936 – 1939.
Rivoluzione guerra autogestione Video: “Spagna ’36. Un
popolo in armi” Proiezione documentari e
interventi a 70 anni dall’ultimo, tragico atto della rivoluzione spagnola: la
sconfitta, l’esilio, i massacri del marzo 1939. In corso Palermo 46 alle
21 Martedì 17 marzo ore
Punto info su lavoro,
caporalato, resistenza e mutuo appoggio CinePalermo46
Paura e furia. Il fascino
osceno della sicurezza Lunedì 16 marzo ore
21 Film. Minority
Report USA 2002
Regia di Steven Spielberg Lunedì 23 marzo ore
21 Film. La
Zona Messico
2007 Regia di Rodrigo
Plà Per info e contatti con
la Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo
46 La sede è aperta ogni
giovedì dopo le 21 338
6594361 |
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