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DDL 773 (quello che toglie il divieto di segnalazione dei clandestini, e non 
permetterà atti civil: matrimoni, denunce, riconoscimento figli e altre 
pratiche; agli irregolari)
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733: "NE CONTRO NE A FAVORE DEL GOVERNO, SOLO A FAVORE DELLA 
GIUSTIZIA"
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 Appello ai parlamentari non contro il governo, ma il rispetto e la dignità delle 
persone
Organismi cattolici scrivono ai parlamentari italiani 
in merito al Ddl 733La Fondazione Migrantes , la Caritas Italiana, la Comunità di 
Sant’Egidio, le  A.C.L.I., la  Fondazione Centro Astalli  e la 
Comunità Papa Giovanni XXIII, rivolgono il seguente appello ai parlamentari 
italiani:"Solo una legge giusta potrà davvero rendere più sicuri i 
cittadini. È per questa ragione che, nell’imminenza della discussione in aula 
del disegno di legge sulla sicurezza (n.733), rivolgiamo il nostro appello ai 
parlamentari ed ai politici italiani confidando in soluzioni legislative che 
sappiano coniugare la tutela degli interessi dello Stato con il rispetto della 
dignità umana. La sicurezza dei cittadini, delle loro famiglie e dello Stato è 
infatti un bene prezioso che va perseguito con responsabilità.
 Animati non da interessi di parte e a nome di numerose associazioni 
e  organismi cattolici, esprimiamo la nostra viva apprensione per alcune 
tra le norme proposte che, se approvate, influiranno negativamente sulla vita e 
la dignità delle persone e persino sul bene della sicurezza che pure esse 
intenderebbero tutelare.
 
 1. Il disegno di legge limita 
gravemente i diritti della comunità familiare, prevedendo l’incapacità al 
matrimonio con effetti civili per lo straniero privo del permesso di soggiorno.
 “Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una 
famiglia” (art.16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo). Si 
tratta di un diritto fondamentale della persona, inalienabile anche per coloro 
che sono in posizione amministrativa irregolare. Per i credenti l’intangibilità 
del matrimonio  consegue inoltre dalla sua elevazione a sacramento, la 
quale fonda il dovere della comunità politica “di onorare la famiglia” 
assicurandole “la libertà di costituirsi” proprio attraverso il patto di 
matrimonio (Catechismo della Chiesa cattolica, n.1601, 2211).
 D’altra 
parte la possibilità di vivere legalmente in famiglia – talvolta usufruendo per 
sé e per i figli della posizione di regolarità amministrativa mutuata dal 
coniuge - assicura non solo serenità e stabilità a uomini, donne e minori, ma 
evita loro percorsi di marginalità garantendo alla nostra società, e in questo 
modo davvero, una maggiore sicurezza.
 
 2. Il disegno di legge 
introduce il reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio dello Stato. 
Si tratta del cosiddetto “reato di clandestinità” che, se confermato, 
costringerebbe lo Stato a celebrare con inutile spesa decine di migliaia di 
processi che si concluderanno, in caso di condanna, con la comminazione di una 
sostanziosa pena pecuniaria di fatto inesigibile a carico di indigenti, o 
comunque di non abbienti. Persone, vale la pena ricordarlo, giunte nel nostro 
Paese sospinte da necessità gravi, non di rado anche a rischio della loro stessa 
vita.
 Già l’esperienza di altri paesi europei ha dimostrato che l’adozione 
di legislazioni penalizzanti nei riguardi dell’immigrazione più disperata non 
solo non aiuta a contrastare e governare il fenomeno della irregolarità ma rende 
addirittura più inefficace la risposta dello Stato, colpendo le vittime invece 
che i loro approfittatori.
 Non è in questione il diritto dello Stato di 
regolare le migrazioni e controllare efficacemente la proprie frontiere, ma non 
bisogna confondere i criminali con i migranti,  riguardo ai quali è 
consueto che “ci si soffermi sul problema costituito dal loro ingresso e non ci 
si interroghi anche sulle ragioni del loro fuggire dal Paese d'origine. La 
Chiesa guarda a tutto questo mondo di sofferenza e di violenza con gli occhi di 
Gesù, che si commuoveva davanti allo spettacolo delle folle vaganti come pecore 
senza pastore” (Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la giornata mondiale 
del migrante del rifugiato del 2006).
 Se dunque si vuole davvero una 
diminuzione dei flussi clandestini “La scelta più appropriata è quella della 
cooperazione internazionale, che mira a promuovere la stabilità politica e a 
rimuovere il sottosviluppo” (Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la 
Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato del 
1996).
 
 3. il disegno di legge prevede che 
la detenzione dei migranti irregolari nei centri di identificazione per 
l’espulsione potrà giungere sino a diciotto mesi, quando l’esperienza di ormai 
un decennio di attuazione della legge sull’immigrazione( Bossi-Fini, 
Turco-Napolitano) mostra come le verifiche necessarie a valutare l’effettiva 
espellibilità, dai Centri di Permanenza, di un soggetto si esauriscano 
mediamente in un tempo molto inferiore (esattamente calcolato nella legge 
attuale tra i 30 e i 60 giorni) con la conseguenza che il maggiore periodo di 
detenzione amministrativa, assorbendo ingenti risorse che meriterebbero più 
positiva destinazione, si trasformerà in una sofferta privazione della libertà 
personale priva di scopo pratico.
 
 4. Il disegno di legge prevede - sia 
per i residenti italiani che per quelli stranieri regolarmente soggiornanti - il 
divieto di iscrizione anagrafica in mancanza della disponibilità di un alloggio 
dotato di idonea certificazione dei requisiti igienico-sanitari, relegando le 
persone senza fissa dimora in uno speciale registro presso il Ministero 
dell’interno.
 A causa della scadente qualità media delle abitazioni italiane 
– specie nei comuni o centri storici, nelle zone rurali e nei quartieri popolari 
antecedenti ai piani regolatori – questa norma, se approvata, condurrebbe al 
blocco in massa delle iscrizioni o variazioni anagrafiche, lasciando senza 
residenza un’ampia porzione della popolazione pur legalmente presente sul 
territorio. Diverranno allora difficili il sostegno pubblico alle famiglie in 
difficoltà, il controllo sulla scolarizzazione dei minori, la programmazione dei 
servizi, la notifica degli atti legali e molte altre funzioni civiche e 
costituzionali, rendendo improvvisamente non rintracciabili e meno tutelate 
vaste fasce della popolazione, incluse le persone senza fissa dimora, schedate 
in un archivio non comunale e  privo di oggettive connessioni con le 
necessarie funzioni di servizio sociale.
 
 5. Il disegno di legge prevede 
l’onere di esibizione del titolo di soggiorno per la presentazione di istanze o 
l’ottenimento di autorizzazioni od atti riguardanti lo stato civile delle 
persone; nonché per l’accesso ai servizi pubblici.
 Questa norma renderebbe 
inaccessibili agli stranieri irregolarmente soggiornanti servizi pubblici anche 
essenziali, mettendone in alcuni casi a rischio la sicurezza della vita e della 
salute, senza alcun giovamento ed anzi con maggiore danno per la pubblica 
sicurezza.
 Verrebbe inoltre pregiudicato il compimento di atti di stato 
civile fondamentali, primi fra tutti la richiesta delle pubblicazioni per il 
matrimonio e la stessa formazione degli atti di nascita dei minori stranieri, 
con grave pregiudizio per la certezza dei rapporti familiari e di stato civile, 
pregiudicando l’esercizio dei diritti e dei doveri nascenti dalla relazione di 
coppia e dal  legame di procreazione.
 
 6. È infine possibile che tra 
gli emendamenti al disegno di legge ne vengano votati alcuni che, confondendo il 
giusto obiettivo di ridurre l’irregolarità con l’accanimento nei riguardi delle 
persone prive del permesso di soggiorno, aggraverebbero ancor più la penosa 
condizione dei “forestieri più vulnerabili; vale a dire i migranti senza 
documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d’asilo, i profughi a causa di 
persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo e le vittime – in 
maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che è il traffico di esseri 
umani” (Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la giornata mondiale del 
migrante e del rifugiato del 2003). In particolare sarebbero inaccettabili la 
limitazione del fondamentale diritto alle cure mediche essenziali  per 
tutti e l’introduzione dell’obbligo di segnalazione alla polizia dello straniero 
privo del permesso di soggiorno che chieda di essere curato.
 
 Ben 
consapevoli della complessità delle sfide, dei problemi e delle risorse che il 
fenomeno dell’immigrazione comporta, confidiamo nell’ascolto attento e nella 
riflessione paziente del legislatore, certamente capace di concludere il 
dibattito parlamentare rispondendo alle necessità attuali con fermezza ma anche 
con lungimiranza e civiltà. Perchè garantire il rispetto e la dignità delle 
persone divenga il primo obiettivo di leggi giuste che diano sicurezza e 
serenità a tutti i cittadini".
 
 Fondazione Migrantes, Caritas 
Italiana, Comunità di Sant’Egidio, A.C.L.I. , Fondazione Centro Astalli e la 
Comunità Papa Giovanni XXIII
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