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DDL 773 (quello che toglie il divieto di segnalazione dei clandestini, e non
permetterà atti civil: matrimoni, denunce, riconoscimento figli e altre
pratiche; agli irregolari)
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733: "NE CONTRO NE A FAVORE DEL GOVERNO, SOLO A FAVORE DELLA
GIUSTIZIA" http://www.facebook.com/group.php?gid=51164427021
Appello ai parlamentari non contro il governo, ma il rispetto e la dignità delle
persone
Organismi cattolici scrivono ai parlamentari italiani
in merito al Ddl 733
La Fondazione Migrantes , la Caritas Italiana, la Comunità di
Sant’Egidio, le A.C.L.I., la Fondazione Centro Astalli e la
Comunità Papa Giovanni XXIII, rivolgono il seguente appello ai parlamentari
italiani: "Solo una legge giusta potrà davvero rendere più sicuri i
cittadini. È per questa ragione che, nell’imminenza della discussione in aula
del disegno di legge sulla sicurezza (n.733), rivolgiamo il nostro appello ai
parlamentari ed ai politici italiani confidando in soluzioni legislative che
sappiano coniugare la tutela degli interessi dello Stato con il rispetto della
dignità umana. La sicurezza dei cittadini, delle loro famiglie e dello Stato è
infatti un bene prezioso che va perseguito con responsabilità.
Animati non da interessi di parte e a nome di numerose associazioni
e organismi cattolici, esprimiamo la nostra viva apprensione per alcune
tra le norme proposte che, se approvate, influiranno negativamente sulla vita e
la dignità delle persone e persino sul bene della sicurezza che pure esse
intenderebbero tutelare.
1. Il disegno di legge limita
gravemente i diritti della comunità familiare, prevedendo l’incapacità al
matrimonio con effetti civili per lo straniero privo del permesso di soggiorno.
“Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una
famiglia” (art.16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo). Si
tratta di un diritto fondamentale della persona, inalienabile anche per coloro
che sono in posizione amministrativa irregolare. Per i credenti l’intangibilità
del matrimonio consegue inoltre dalla sua elevazione a sacramento, la
quale fonda il dovere della comunità politica “di onorare la famiglia”
assicurandole “la libertà di costituirsi” proprio attraverso il patto di
matrimonio (Catechismo della Chiesa cattolica, n.1601, 2211). D’altra
parte la possibilità di vivere legalmente in famiglia – talvolta usufruendo per
sé e per i figli della posizione di regolarità amministrativa mutuata dal
coniuge - assicura non solo serenità e stabilità a uomini, donne e minori, ma
evita loro percorsi di marginalità garantendo alla nostra società, e in questo
modo davvero, una maggiore sicurezza.
2. Il disegno di legge
introduce il reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio dello Stato.
Si tratta del cosiddetto “reato di clandestinità” che, se confermato,
costringerebbe lo Stato a celebrare con inutile spesa decine di migliaia di
processi che si concluderanno, in caso di condanna, con la comminazione di una
sostanziosa pena pecuniaria di fatto inesigibile a carico di indigenti, o
comunque di non abbienti. Persone, vale la pena ricordarlo, giunte nel nostro
Paese sospinte da necessità gravi, non di rado anche a rischio della loro stessa
vita. Già l’esperienza di altri paesi europei ha dimostrato che l’adozione
di legislazioni penalizzanti nei riguardi dell’immigrazione più disperata non
solo non aiuta a contrastare e governare il fenomeno della irregolarità ma rende
addirittura più inefficace la risposta dello Stato, colpendo le vittime invece
che i loro approfittatori. Non è in questione il diritto dello Stato di
regolare le migrazioni e controllare efficacemente la proprie frontiere, ma non
bisogna confondere i criminali con i migranti, riguardo ai quali è
consueto che “ci si soffermi sul problema costituito dal loro ingresso e non ci
si interroghi anche sulle ragioni del loro fuggire dal Paese d'origine. La
Chiesa guarda a tutto questo mondo di sofferenza e di violenza con gli occhi di
Gesù, che si commuoveva davanti allo spettacolo delle folle vaganti come pecore
senza pastore” (Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la giornata mondiale
del migrante del rifugiato del 2006). Se dunque si vuole davvero una
diminuzione dei flussi clandestini “La scelta più appropriata è quella della
cooperazione internazionale, che mira a promuovere la stabilità politica e a
rimuovere il sottosviluppo” (Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la
Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato del
1996).
3. il disegno di legge prevede che
la detenzione dei migranti irregolari nei centri di identificazione per
l’espulsione potrà giungere sino a diciotto mesi, quando l’esperienza di ormai
un decennio di attuazione della legge sull’immigrazione( Bossi-Fini,
Turco-Napolitano) mostra come le verifiche necessarie a valutare l’effettiva
espellibilità, dai Centri di Permanenza, di un soggetto si esauriscano
mediamente in un tempo molto inferiore (esattamente calcolato nella legge
attuale tra i 30 e i 60 giorni) con la conseguenza che il maggiore periodo di
detenzione amministrativa, assorbendo ingenti risorse che meriterebbero più
positiva destinazione, si trasformerà in una sofferta privazione della libertà
personale priva di scopo pratico.
4. Il disegno di legge prevede - sia
per i residenti italiani che per quelli stranieri regolarmente soggiornanti - il
divieto di iscrizione anagrafica in mancanza della disponibilità di un alloggio
dotato di idonea certificazione dei requisiti igienico-sanitari, relegando le
persone senza fissa dimora in uno speciale registro presso il Ministero
dell’interno. A causa della scadente qualità media delle abitazioni italiane
– specie nei comuni o centri storici, nelle zone rurali e nei quartieri popolari
antecedenti ai piani regolatori – questa norma, se approvata, condurrebbe al
blocco in massa delle iscrizioni o variazioni anagrafiche, lasciando senza
residenza un’ampia porzione della popolazione pur legalmente presente sul
territorio. Diverranno allora difficili il sostegno pubblico alle famiglie in
difficoltà, il controllo sulla scolarizzazione dei minori, la programmazione dei
servizi, la notifica degli atti legali e molte altre funzioni civiche e
costituzionali, rendendo improvvisamente non rintracciabili e meno tutelate
vaste fasce della popolazione, incluse le persone senza fissa dimora, schedate
in un archivio non comunale e privo di oggettive connessioni con le
necessarie funzioni di servizio sociale.
5. Il disegno di legge prevede
l’onere di esibizione del titolo di soggiorno per la presentazione di istanze o
l’ottenimento di autorizzazioni od atti riguardanti lo stato civile delle
persone; nonché per l’accesso ai servizi pubblici. Questa norma renderebbe
inaccessibili agli stranieri irregolarmente soggiornanti servizi pubblici anche
essenziali, mettendone in alcuni casi a rischio la sicurezza della vita e della
salute, senza alcun giovamento ed anzi con maggiore danno per la pubblica
sicurezza. Verrebbe inoltre pregiudicato il compimento di atti di stato
civile fondamentali, primi fra tutti la richiesta delle pubblicazioni per il
matrimonio e la stessa formazione degli atti di nascita dei minori stranieri,
con grave pregiudizio per la certezza dei rapporti familiari e di stato civile,
pregiudicando l’esercizio dei diritti e dei doveri nascenti dalla relazione di
coppia e dal legame di procreazione.
6. È infine possibile che tra
gli emendamenti al disegno di legge ne vengano votati alcuni che, confondendo il
giusto obiettivo di ridurre l’irregolarità con l’accanimento nei riguardi delle
persone prive del permesso di soggiorno, aggraverebbero ancor più la penosa
condizione dei “forestieri più vulnerabili; vale a dire i migranti senza
documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d’asilo, i profughi a causa di
persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo e le vittime – in
maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che è il traffico di esseri
umani” (Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la giornata mondiale del
migrante e del rifugiato del 2003). In particolare sarebbero inaccettabili la
limitazione del fondamentale diritto alle cure mediche essenziali per
tutti e l’introduzione dell’obbligo di segnalazione alla polizia dello straniero
privo del permesso di soggiorno che chieda di essere curato.
Ben
consapevoli della complessità delle sfide, dei problemi e delle risorse che il
fenomeno dell’immigrazione comporta, confidiamo nell’ascolto attento e nella
riflessione paziente del legislatore, certamente capace di concludere il
dibattito parlamentare rispondendo alle necessità attuali con fermezza ma anche
con lungimiranza e civiltà. Perchè garantire il rispetto e la dignità delle
persone divenga il primo obiettivo di leggi giuste che diano sicurezza e
serenità a tutti i cittadini".
Fondazione Migrantes, Caritas
Italiana, Comunità di Sant’Egidio, A.C.L.I. , Fondazione Centro Astalli e la
Comunità Papa Giovanni XXIII
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