Torino. La resistenza dei profughi
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- Date: Mon, 2 Feb 2009 01:32:45 +0100
| Torino. La resistenza dei profughi Oltre trecento profughi e rifugiati dal Sudan, Somalia, 
Eritrea, Etiopia vivono in due case occupate, l’ex palazzina dei vigili urbani 
di via Bologna e l’ex clinica S. Paolo di corso Peschiera. 
 L’ex clinica S. Paolo, ribattezzata dagli africani “casa 
bianca”, ospita 200 uomini, donne e bambini. La “casa bianca” è da tempo sotto 
sgombero: i proprietari non vogliono rinunciare ad uno stabile di gran valore e 
il comune non è disposto ad acquisirlo per un uso pubblico. In questi mesi la 
giunta Chiamparino deve fare i conti con il prevedibile buco olimpico e, pur di 
fare cassa, si sta vendendo persino i giardinetti pubblici. Non ultimo quello di 
via Medici, dove si trova la Boccia Squat. Il 
comitato di sostegno ai profughi, costituito principalmente da esponenti dei 
centri sociali post disobbedienti e post autonomi ha comunque scelto la strada 
della trattativa con il comune. Martedì 27 gennaio era previsto un incontro tra una 
delegazione di profughi e gli assessori Borgione e Borgogno: per l’occasione era 
stato indetto un presidio di fronte al Comune di Torino. L’incontro era 
organizzato da alcune moderatissime associazioni antirazziste, quelle che vivono 
grazie alle sovvenzioni comunali. Borgione e Borgogno chiariscono che lo sgombero può 
essere “soft” ma deve essere rapido: in ballo ci sono i 200mila euro che il 
Comune ha stanziato per la cosiddetta “emergenza freddo” e che certo non può 
spendere a marzo. 200mila euro fanno gola a tanti ed ecco pronta la proposta dei 
due assessori. A 80/90 uomini (niente donne, niente bambini, niente per tutti 
gli altri) la Croce Rossa mette a disposizione le brande del nuovo cpa informale 
che gestisce a Settimo Torinese. Di giorno i profughi potranno recarsi in 
qualche circolo Arci per una non meglio precisata formazione. Colazione e cena 
al sacco e poi tutti a nanna con le galline. Lauti guadagni per tutti i compagni 
di merende. I 
profughi rispediscono al mittente l’indecente proposta, i due assessori se ne 
lavano le mani rimandando la decisione sullo sgombero al 
prefetto. Il 
presidio di fronte al municipio si trasforma in corteo verso la prefettura, 
dove, invece del prefetto, sono in attesa gli uomini dell’antisommossa. Parte 
una prima carica alla quale i manifestanti rispondono come possono: cassonetti, 
panchine e qualche sasso. Le cariche si susseguono con grande violenza: gli 
uomini in divisa inseguono i cento profughi e solidali sin nelle vie limitrofe. 
Cinque poliziotti si fanno medicare per lievi ferite, diversi manifestanti hanno 
sul corpo i segni dell’attenzione dello Stato nei confronti delle questioni 
sociali. Un ragazzo del comitato di sostegno, caduto a terra durante la 
ritirata, viene circondato da otto poliziotti che infieriscono a lungo su di 
lui. Una mano rotta, una spalla lussata e la faccia gonfia sono il risultato 
dell’azione dei tutori del disordine statale. A 
Torino il governo ha celebrato a suo modo il giorno della 
memoria. Il 
giorno dopo i giornali parlano di “assalto alla questura” e “guerriglia” per le 
vie del centro. Profughi e solidali sono pesantemente criminalizzati. 
 Giovedì  Il 
nuovo provvedimento che il parlamento si accinge a varare aumenta il potere 
discrezionale della polizia, colpisce i senza casa, rende difficili i 
ricongiungimenti familiari e il matrimonio degli stranieri, sanziona duramente 
chi scrive la propria su un muro o dice ad alta voce quello che pensa di 
giudici, poliziotti, parlamentari, ministri, vigili, prolunga la detenzione nei 
CPT/CIE sino a un anno e mezzo, impone ai medici di denunciare i senza carte, 
scheda chi vive in strada e nega la residenza, e quindi il medico e la scuola, a 
chi non ottiene l’idoneità abitativa. Incepparne i meccanismi è una delle sfide 
dei prossimi mesi. Sabato 31 gennaio, in un gelo che conferma la fama dei 
“giorni della merla”, al presidio di fronte alla prefettura convocato per il 
pomeriggio in solidarietà ai profughi, contro il pacchetto sicurezza e contro lo 
sgombero di “casa bianca” i partecipanti sono almeno il triplo del martedì 
precedente. Dopo un’ora di comizi i trecento antirazzisti, tra cui uno spezzone 
della FAI torinese, partono in corteo alla volta di Porta Palazzo, dove 
attraversano il grande mercato, per poi dirigersi alla RAI dove la 
manifestazione si conclude. I rifugiati ribadiscono quanto già affermato durante 
l’assemblea svoltasi subito dopo le cariche: la loro volontà di resistere, di 
lottare per una vita come “ogni altro essere umano”. Prossimi appuntamenti contro il “pacchetto 
sicurezza”: Sabato 7 febbraio dalle 10 punto info antirazzista al 
Balon – via Andreis angolo Borgodora Giovedì 12 febbraio punto info contro l’obbligo per 
medici e infermieri di denunciare i senza documenti. Dalle 18 di fronte 
all’ingresso delle Molinette in corso Bramante. Federazione Anarchica Torinese Corso Palermo 46 La sede è aperta ogni giovedì dalle 
21 338 6594361 fai_to at inrete.it | 
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