CISL e UIL rompono l'unità sindacale
- Subject: CISL e UIL rompono l'unità sindacale
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Thu, 29 Jan 2009 00:01:04 +0100
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento come richiamo al sindacato dopo la
scissione avvenuta nella firma dei contratti nazionali; per il quale chiede il
vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto
proprio e anche mutato.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Ai Segretari dei Sindacati Confederali CGIL, CISL, UIL Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti al Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi al Segretario PD Walter Veltroni CISL e UIL rompono l’unità
sindacale È un fatto gravissimo quello che è accaduto nella firma degli ultimi contratti nazionali: CISL e UIL hanno firmato in contrasto con la CGIL e nonostante le sue obiezioni. Hanno firmato rompendo l’unità sindacale e indebolendo il fronte dei lavoratori. Hanno firmato in questa difficile fase di crisi economica in cui l’unità e forza del lavoro è estremamente necessaria, perché la crisi ricade anzitutto sui lavoratori. Dal momento che vi erano delle differenze di parere, CISL e UIL dovevano continuare la discussione con la CGIL fino a trovare l’accordo, e giungere così uniti alla firma. Nessun’altra via è accettabile. Quanto al testo da essi firmato: 1. Riduce il ruolo del contratto nazionale rispetto ai contratti territoriali e aziendali; e proprio per la parte economica. Mentre il contratto nazionale è il momento in cui il lavoratore è più forte di fronte all’impresa; via via che si scende, il potere contrattuale del lavoratore si riduce; nelle piccole imprese il sindacato non è neppure presente. 2. L’aver portato a tre anni il rinnovo, in luogo dei due della contrattazione economica, è a danno dei lavoratori, perché l’adeguamento dei salari avviene un anno più tardi. 3. L’adeguamento avviene come recupero dell’inflazione, mentre deve avvenire anche in rapporto alla crescita della produzione e della ricchezza, che non può essere lasciata solo al capitale-profitto; il lavoro essendo il fattore più importante della produzione. 4. Ci si chiede: a che punto è il ritardo dei salari italiani denunziato dal governatore Draghi, e cioè del 30% rispetto ai maggiori stati europei? perché i sindacati non ne informano la nazione? 5. Perché non si parla mai di partecipazione agli utili e alla gestione dell’impresa? perché il Sindacato ristagna nella situazione salariale e di mera dipendenza? perché non fa dei passi verso l’erosione del capitale e del suo potere? Lecce, gennaio 2009 per il Movimento il responsabile Prof. Arrigo Colombo Via Monte
S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160 |
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