Gaza. Dalla parte degli ultimi
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- Date: Sun, 11 Jan 2009 11:58:32 +0100
Gaza. Dalla parte degli
ultimi Siamo uomini e donne di
parte. Noi siamo dalla parte degli ultimi, di quelli che subiscono i soprusi e
le ingiustizie, di quelli nati nel posto sbagliato, di quelli senza presente e
senza futuro. Sono quelli che la banda di
devastatori e saccheggiatori che governa il mondo obbliga a sopravvivere con un
dollaro al giorno. Sono quelli che la furia
del razzismo destina alla schiavitù, alla deportazione, spesso alla
morte. Sono quelli che la ferocia
nazionalista – uguale in ogni dove – porta all’esilio, alla fuga, allo
sterminio. Sono quelli che le
religioni – tutte le religioni ovunque – segnano con il marchio del nemico e
condannano alla persecuzione, alla tortura, al
massacro. In questi giorni si sta
consumando l’ennesima tragedia nel sud est del Mediterraneo: a Gaza, dopo mesi
di assedio, le bombe dello stato israeliano martellano quasi incessantemente
questa prigione a cielo aperto. Centinaia e centinaia di morti e migliaia di
feriti sono il primo bilancio di un’operazione destinata a mietere molte altre
vittime. In queste ore c’è chi si
schiera con questi o con quelli: i più sostengono il “diritto” all’autodifesa di
uno dei due contendenti e chiamano “terrorista” e “genocida” l’altro.
Ma la guerra è terrorismo,
come il terrorismo è guerra: non ci sono guerre pulite, giuste o sante. Chi
uccide in nome dello Stato – quello palestinese come quello israeliano – è
nostro nemico perché è nemico di un’umanità internazionale senza confini, né
barriere a dividerla. L’enorme disparità delle
forze in gioco rende doveroso impegnarsi a fianco della martoriata popolazione
di Gaza: da un lato centinaia di vittime, dall’altro poche decine. Un esercito
potentissimo si contrappone a formazioni militari decisamente più deboli. Ma – e
questo deve essere ben chiaro – le vittime, colpite a morte nelle loro case,
sono tutte uguali: a Khan Younis come a Sderot. L’emergenza umanitaria in
una Gaza già stremata dall’embargo è una tragedia di fronte alla quale non si
può restare indifferenti. Urge ovunque mettersi in mezzo per fermare la guerra,
per denunciare i bombardamenti, per rendere la vita difficile a chi, in nome
della nazione, della bandiera, della religione colpisce ed uccide. Oggi la
maggior parte delle vittime sono da una parte e noi non possiamo che stare con
loro. Senza se e senza ma, perché non abbiamo nazioni da fondare o da difendere,
preti, rabbini e imam di fronte a cui chinare il capo, perché sappiamo che solo
cancellando la follia della religione e della nazione si può immaginare un
futuro per i figli della gente che vive tra il Mediterraneo e il Giordano. E per
chiunque. Ovunque. I politici confezionano le
ricette giuste per tutte le occasioni – quelli che vorrebbero due stati per due
popoli come quelli che ne auspicano uno solo per entrambi – ma non ci sono
ricette che tengano finché non si abbatte il muro dell’odio, del razzismo,
dell’ingiustizia sociale. Lo stesso muro sta
lacerando la nostra società: chi viene qui per cercare un’opportunità di vita
trova sfruttamento bestiale, leggi razziste, prigioni per senza carte. Vive ogni
giorno sotto ricatto: il ricatto dell’espulsione per chi perde il lavoro, il
ricatto della perdita del lavoro per chi alza la testa, il ricatto della
denuncia per chi lavora in nero. I soprusi dei padroni e dei
poliziotti sono il pane quotidiano per gli immigrati nel nostro paese, il pane
amaro che devono ingoiare gli ultimi, in ogni dove. Noi, che siamo uomini e
donne di parte, siamo con loro perché sappiamo che l’unica guerra che valga la
pena di combattere è la guerra sociale, la guerra per un’umanità libera dallo
sfruttamento, dalle religioni, dallo stato. Chi crede che senza
governo, preti e padroni vinca il caos chiude gli occhi di fronte al caos vero,
quello nel quale siamo tutti forzati a vivere. Qui come a
Gaza. Giovedì 15
gennaio Punto info antimilitarista
in solidarietà alla popolazione di Gaza. Ore Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46
Torino La sede è aperta ogni
giovedì dalle 21 338
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