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Re:«Vivo con i malati terminali Su Eluana dico: fermiamoci»
- Subject: Re:«Vivo con i malati terminali Su Eluana dico: fermiamoci»
- From: "manielle\@libero\.it" <manielle at libero.it>
- Date: Tue, 6 Jan 2009 01:21:39 +0100
lo specialista non puo' venire a imporre le sue idee a casa d'altri e rispetti le scelte degli altri. ---------- Initial Header ----------- From : dirittiglobali-request at peacelink.it To : Undisclosed-Recipient:, > Cc : Date : Fri, 2 Jan 2009 20:10:58 +0100 Subject : «Vivo con i malati terminali Su Eluana dico: fermiamoci» > «Vivo con i malati terminali Su Eluana dico: fermiamoci» > La specialista che ha accompagnato centinaia di pazienti oncologici nelle loro ultime settimane di vita: «La volontà espressa quando si è sani immancabilmente muta quando si è malati» www.avvenire.it > > DA MILANO - LUCIA BELLASPIGA > « Come medico ho il dovere di dire che il quadro clinico della paziente è assolutamente incompleto, basato su informazioni contrastanti e insufficienti. Nessun medico con una situazione tanto lacunosa prenderebbe mai alcuna decisione, prima appurerebbe tutta una serie di cose». Carla Ripamonti, oncologa, responsabile della Terapia del dolore e delle cure palliative all'Istituto dei Tumori di Milano, è una degli oltre 300 medici che hanno già aderito all'appello per Eluana. > Un motivo strettamente scientifico il suo, dunque? > Tengo a precisare che parlo appunto da scienziata e da laica: la situazione reale di questa paziente non è stata approfondita come si dovrebbe, molti quesiti restano ancora senza risposta, vedi ad esempio questo ultimo dato sulla deglutizione, che se verificato sarebbe fondamentale. Qui mi trovo di fronte a una paziente che apre gli occhi di giorno e li chiude quando è notte, che da due anni ha ripreso il suo ciclo mestruale, che ha un fisico molto sano e forte, respira senza alcun ausilio, assimila il cibo e ora leggo che forse potrebbe anche deglutire se riabilitata a farlo... Un quadro del genere già deve far riflettere qualsiasi giudice autorizzi addirittura la sospensione dell'alimentazione. Che elementi ha un magistrato, se nemmeno a noi la situazione è chiara? Quello che manca è un bollettino medico ufficiale: cuore, polmoni, polso, stato della deglutizione, tutto. A impedirlo non è certo la privacy, visto che da anni la storia di Eluana è su tutti i media ed è uscito anche un libro. > Si moltiplicano le adesioni dei suoi colleghi all'appello. Perché? Che cosa avrebbe da perdere la scienza medica dalla drammatica morte di Eluana? > Da questa vicenda per il momento il mondo medico desume questo: che a tutt'oggi in Italia per tentare di sospendere l'alimentazione e l'idratazione è necessario affidarsi a una clinica privata e lontano dalla città in cui il paziente vive ed è curato. Significa che c'è una fortissima nonconcordanza su ciò che bisogna fare... Se si arrivasse davvero a far morire Eluana, però, il caos sarebbe ancora più grave, non tanto nel mio àmbito (il cancro uccide da solo!), ma in neurologia, tra i malati di Sla o le migliaia di persone per anni in stato vegetativo: l'effetto emulazione potrebbe spingere altri parenti a chiedere a loro volta la morte del paziente, dando corso a nuovi processi e a sentenze da parte di giudici poco esperti di cose mediche. > Da 25 anni lei lavora nelle cure palliative, dunque ha affiancato centinaia di malati terminali nelle loro ultime settimane di vita. Che cosa le suggerisce la sua lunga esperienza? > Di Eluana si è detto che da ragazzina aveva espresso il desiderio di morire piuttosto che restare in uno stato vegetativo. Io vivo nel mondo dei malati di cancro e testimonio senza alcun dubbio ciò che riviste prestigiose come Lancet, New England o American Journal of Psychiatry hanno ampiamente dimostrato, e cioè che quando la persona è sana pensa determinate cose, ma quando diventa un paziente le idee cambiano perché le priorità nel malato si trasformano. Insieme alla sua malattia, si modifica anche il paziente e le sue esigenze non sono quelle di quando era sano. Nessuno scienziato sa nulla della coscienza di Eluana o delle sue sensazioni... quanto sappiamo che lei ad esempio non si senta amata e protetta dalle cure continue delle suore di Lecco? C'è un momento in cui la scienza non è più scienza e non sa più nulla. > Il malato terminale oncologico a volte chiede di morire? > Chiede di non soffrire, ma mai in 25 anni - con un'unica eccezione - nessuno mi ha chiesto di accelerare la fine. Nemmeno chi prima si dichiarava pro eutanasia: le direttive date da sani, se non sono revisionate di evento in evento, quasi 'in diretta', non hanno validità, io lo vedo tutti i giorni. Ho studiato la frequenza del suicidio tra i malati oncologici: se sono seguiti come si deve, a domicilio, con tutte le cure, la percentuale precipita a 5 casi su 17mila. Io sarò disposta a discutere di eutanasia solo quando tutta Italia avrà l'assistenza domiciliare, le terapie palliative, la cura del dolore inteso come sofferenza totale dal momento iniziale della diagnosi fino a quello finale. Ma finché l'eutanasia è la risposta più economica dello Stato e la scorciatoia di una società che non vuole farsi carico dei più deboli, io non ci sto. > Sono più spesso i parenti a chiedere una fine più rapida e pietosa, forse? > Càpita soprattutto quando nel malato vien meno la capacità di comunicare: per il parente è la sofferenza meno tollerabile e pur di non vederlo così chiede di accelerarne la morte. Penso a Beppino Englaro, un uomo che ama immensamente Eluana: si è trovato un macigno, una figlia che improvvisamente non ha più comunicato con lui, e questo nelle relazioni familiari è lo stress più devastante. Capisco cosa prova questo padre: per lui Eluana non 'esiste' più da anni, col fatto che non parla e non ascolta per lui è morta. Englaro è una figura estremamente sofferente, estremamente da comprendere e da rispettare, soprattutto da tenere fuori dal giro dei media, un uomo che sta soffrendo in modo inimmaginabile e che cerca una cosa di cui forse potrebbe pentirsi tre mesi dopo. Lui la chiama la 'libertà' di Eluana, e non immagina che magari per la nuova Eluana libertà è solo essere accudita e amata come lo è oggi». > Ripamonti, responsabile cure palliative all'Istituto dei tumori di Milano: «Quadro clinico incompleto, informazioni contrastanti. Per questo come medico aderisco all'appello». Beppino Englaro? > «Soffre immensamente. Va rispettato»
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