Torino. Occupato consolato greco. Foto e cronaca
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- Date: Fri, 12 Dec 2008 17:51:03 +0100
| Torino. Occupato consolato greco. Foto e 
cronaca La 
sede del consolato di Grecia a Torino è stata occupata per oltre un’ora la 
mattina del 12 dicembre.  Un 
gruppo di anarchici federati e non, elusa la sorveglianza della polizia che 
aveva piazzato una volante di fronte all’ingresso e dribblato il custode, sono 
saliti all’ottavo piano dello stabile di corso Galileo Ferraris 65, dove ha sede 
il consolato. Suonato il campanello, sono entrati ed hanno annunciato alla 
viceconsole che si trattava di un’occupazione in solidarietà alla rivolta dei 
compagni greci.  Uno 
striscione con la scritta “Stato Assassino” è stato appeso dal balcone dal lato 
strada, al balcone dal lato cortile è stata issata una bandiera rossa e nera. 
 Consegnati alla viceconsole due volantini e una 
cartolina di “saluti dal consolato di Grecia a Torino occupato” i compagni hanno 
atteso che la viceconsole li inviasse all’ambasciata greca a Roma e al consolato 
generale di Milano. Nel frattempo sono arrivati trafelatissimi i primi uomini e 
donne della Digos che si sono avventati contro la porta. Qualche tempo dopo 
riusciranno ad entrare, trovando gli occupanti tranquillamente seduti sui 
divanetti del consolato.  Ad 
un poliziotto di sinistra che la buttava sul dialogo è stato ricordato che la 
criminalità del potere non è un incidente isolato ma è insita nella sua natura. 
È stata un’occasione per parlare della strage di Stato e dell’assassinio di 
Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano, di cui corre in questi 
giorni il 39° anniversario. Ribadita la solidarietà attiva agli insorti greci, in 
particolare agli oltre 100 arrestati di questi giorni, gli anarchici hanno 
salutato e tolto il disturbo. Dopo le identificazioni di rito da parte della Digos, 
gli occupanti sono usciti: uno ha sventolato una bandiera rossa e nera gridando 
“viva l’anarchia!”. Mentre era in corso l’occupazione un folto gruppo di 
solidali si è raccolto in strada davanti al consolato, bloccando il controviale 
con lo striscione “Dalla Grecia all’Italia. Rivolta contro lo 
Stato”. Dopo l’azione tutti si sono diretti in corteo all’Unione 
Industriali dove si stava concludendo la manifestazione dei sindacati di base e 
degli studenti. Foto a quest’indirizzo: http://piemonte.indymedia.org/article/3634 Di 
seguito il testo di uno dei volantini diffusi nella giornata e consegnato alla 
viceconsole per il fax. Dalla Grecia all’Italia Rivolta contro lo Stato Alexandros Grigoropoulos era un anarchico di 15 anni. Il 
6 dicembre, un sabato sera, stava di fronte ad un bar con altri compagni. La 
questura ha sostenuto che all’arrivo di una pattuglia di polizia lui e gli altri 
l’avrebbero assalita con bastoni e pietre. Questa versione è stata subito 
smentita dai numerosi testimoni presenti. Al passaggio dell’auto i compagni si 
sono limitati a irridere gli agenti, che, poco dopo, sono tornati a piedi 
davanti al bar. Uno di loro, Epaminondas Korkoneas, estratta la pistola, ha 
fatto fuoco colpendo al cuore il giovane Alexandros. L’assassino in divisa si è 
allontanato lasciando a terra nel suo sangue un ragazzo di 15 
anni. Oggi ci raccontano che Alexis sarebbe stato colpito da 
un proiettile di rimbalzo. Come Carlo Giuliani a Genova, come i tanti compagni 
ammazzati dalla polizia, sempre vittime di “incidenti” o “suicidi”, come Pino 
Pinelli, gettato dalla finestra della questura di Milano il 15 dicembre del 
1969.  In 
Grecia è scoppiata la rivolta: nelle città principali come nei piccoli centri 
sono stati assaliti e dati alle fiamme questure e commissariati, auto della 
polizia, banche, centri commerciali e ministeri. L’8 dicembre e poi ancora il 9 
la polizia ha respinto a fatica gli assalti al parlamento. 
 Tutte le università sono state occupate: gli studenti 
denunciano la violenza poliziesca e scrivono “che la morte di Alexis non è stata 
un ‘incidente isolato’ ma un terribile episodio di una repressione che colpisce 
in maniera sistematica ed organizzata quelli che resistono e si ribellano, gli 
anarchici e gli antiautoritari.”  Cortei imponenti hanno attraversato il centro di Atene e 
Salonicco: in più occasioni i manifestanti hanno attaccato la polizia che ha 
reagito caricando e sparando lacrimogeni. Ad Atene, il 10 dicembre, giorno dello 
sciopero generale, i poliziotti hanno scagliato i gas persino dentro i bar. 
Negli scontri numerosi sono i feriti e gli arrestati. Sono scesi in campo anche 
i fascisti che a Patrasso hanno devastato il centro sociale sede del Movimento 
Antiautoritario, mentre ad Atene hanno ferito a coltellate alcuni 
compagni. In 
Grecia la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro hanno portato 
povertà crescente e precarietà. Le condizioni di lavoro sono peggiorate in modo 
drastico: il moltiplicarsi di incidenti – spesso mortali - ne è il segno più 
evidente. La morte di 8 operai ai cantieri navali Perama al Pireo è stato solo 
l’episodio più grave.  La 
crisi economica, le conseguenze devastanti delle selvagge politiche liberiste 
del governo Karamanlis, il peggioramento delle condizioni di vita dei 
lavoratori, l’erosione di ogni garanzia e tutela definiscono un quadro in cui 
l’iniziativa contro la repressione e la brutalità poliziesca si salda con le 
lotte sociali in un cocktail che potrebbe diventare ancora più esplosivo. 
 In 
Grecia come nel nostro paese, gli interessi dei soliti pochi, le rudi politiche 
disciplinari attuate dai governi di destra non meno che da quelli di sinistra 
mietono ogni giorno le loro vittime. Immigrati, poveri, lavoratori pagano il 
prezzo più alto. In Grecia in migliaia e migliaia hanno deciso che la misura è 
colma, che è tempo di farla finita con lo Stato e con il Capitale. Senza se e 
senza ma. Alla guerra civile contro i poveri fomentata dai vari governi, hanno 
preferito il sapore aspro ma bello della guerra sociale.  La 
nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che stanno lottando nelle strade 
greche per affermare la propria opposizione ad un ordine fondato sullo 
sfruttamento e sulla repressione. Lo 
Stato e il Capitale uccidono ogni giorno, in ogni dove. La rivolta degli 
sfruttati e degli oppressi è la nostra rivolta. Federazione Anarchica Torinese – 
FAI Corso Palermo 46  La 
sede è aperta ogni giovedì dalle 21 338 
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