Devo includere anche te "tra color che hanno le
certezze." visto che non lo hai autofatto.
--- Mar 18/11/08, Luca Bigolin <luca.bigolin at 99studio.it>
ha scritto:
Da:
Luca Bigolin <luca.bigolin at 99studio.it>
Oggetto: Re: SCIENZA & VITA: Eluana condannata a morte:
L'ESECUZIONE SIA PUBBLICA, CON TESTIMONI E VIDEO
A: dirittiglobali at peacelink.it
Data: Martedì 18 novembre 2008, 16:10
Sinceramente mi sono un po' stancato
delle vostre certezze, da una parte e dall'altra. E non ve le invidio
per niente. Ma chi siete voi per parlare di una persona, di una
famiglia, di un padre, di una sofferenza che nemmeno immaginate.
Ma a voi cosa cambia se questa ragazza rimane sdraiata a letto per i
prossimi 50 anni o se viene sepolta domani? La conoscete? Avete mai
parlato con lei? con suo padre? con i suoi amici?
Detentori di certezze e diritti che nessuno vi ha chiesto. Se vi
dovesse capitare (e non ve lo auguro) siete liberi di stare e di
costringere la vostra famiglia a tenervi in stato vegetativo finchè la
medicina sarà in grado di farlo. Agli altri non posso dire che sono
liberi di farsi staccare la spina perchè in questo stato comandato dal
vaticano purtroppo nessuno può permettersi di pensarla diversamente da
loro e per il momento non si può scegliere.
Spero che finalmente lascino fare sta benedetta legge sul testamento
biologico. Cosicchè i vari cattolici sono liberi di starsene sdraiati e
incoscenti per anni, senza costringere anche gli altri a fare secondo
il loro pensiero. Saremo liberi anche in questo stato delle banane di
pensarla in maniera diverse l'uno dall'altro no?
Sinceramente mi schifate a parlare e scrivere continuamente il nome di
questa persona come se fosse vostra sorella. Se proprio qualcuno deve
parlare mi piacerebbe fosse qualcuno che è vicino a queste sofferenze.
Che se ne guardano bene dal farlo. Ci sarà pure un motivo no?
Parecchio tempo fa ho letto su un blog questo "testamento". Ho
impiegato un po' a ritrovarlo. Vi invito a leggerlo, soprattutto le
prime righe. Non sarà identico a quello che ha fatto Eluana, ma il
senso mi sembra chiaro.
Il qui presente, nel pieno benché effimero possesso
delle proprie dignitose facoltà mentali,
qualora un incidente o una patologia lo costringessero in un letto,
assistito da costosi macchinari da cui dipenderebbe la sua vita, in uno
stato d’incoscienza protratto per tre anni almeno,
chiede
– che non si dia risalto mediatico alla cosa: la gente nasce e muore
tutti i giorni;
– che i politici restino a distanza: sarebbe un Paese migliore se le
leggi non si facessero pensando sempre al caso particolare;
– che gli opinionisti si tengano le loro opinioni: grazie, ho già le
mie (in particolare, sarebbe carino da parte di Giuliano Ferrara
lasciarmi morire in pace, visto che è una vita che mi affligge con
opinioni non richieste);
– che i cantanti facciano i cantanti. O vogliono dire una preghiera? Va bene, ma in
silenzio, non in prima pagina.
– che i preti facciano i preti – che pensino cioè a consolare vedove e
orfani, e non a inventarsi bislacche etiche pro-life che, per quanto ho
potuto appurare, dal Vangelo non risultano. E io il Vangelo un po’ l’ho
letto, Santi Padri. Comincia con un vecchio Santo che chiede di morire; prosegue con un
uomo, figlio di Dio, che a un certo punto decide di morire. Proprio
così: il padre gli lascia la libertà di scegliere, e lui decide. Quando
un amico lo prende in disparte per dissuaderlo, lui gli risponde: Vade
retro Satana. Non so se mi sono spiegato: Vade Retro Satana, perché tu non
pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Pecco certo di superbia
nel paragonare il mio piccolo sacrificio a quello del Figlio di Dio:
lui doveva mondare tutti gli uomini dal peccato originale, io vorrei
soltanto che i macchinari, il tempo, le risorse e l’affetto che si
spendono sul mio caso disperato vengano rivolte ad altri malati, più
bisognosi di affetto, risorse, tempo e macchinari. Ma la vita è un
dono, l’unico che mi resta, e dei doni si dispone a piacimento. Capisco
che dire di No a un dono possa essere interpretato come un segno di
scortesia: il mio però più che un No è un Grazie, mi è piaciuto, ma in
queste condizioni non mi va più, ne ho avuto abbastanza, datene
piuttosto un po’ di più agli altri che ne hanno avuto meno.
– E quindi: che si stacchi la spina ai macchinari.
– Che si stacchi l’eventuale sondino che mi nutre. Qualora il dottore
incaricato avesse difficoltà con la sua coscienza, chiuda gli occhi e
faccia finta di toglierlo a Giovanni Paolo II.
– Che mi si somministri per favore qualche oppiaceo, nell’eventualità
che pure nell’incoscienza io stia provando un po’ di dolore. Se non si
può fa lo stesso, ma ho sempre pensato che prima di morire mi sarebbe
piaciuto provare qualche sostanza da cui mi sono saggiamente tenuto
lontano da giovane.
È tutto? Sì, direi che è tutto.
E se poi l’anno dopo si scopre la cura? Beh, mi stupirei del contrario.
È la storia della mia vita, no?
Saverio Benedetti ha scritto:
Se Lei, illustre professore, fosse
coerente, dovrebbe in questo contesto predicare anche la soppressione
di TUTTE LE PERSONE, dato che tutti noi andiamo verso la morte.
Se vogliamo invece ridurre i casi esclusivamente a coloro che la
medicina non può curare per GRAVE CARENZA CONOSCITIVA sia SUL CERVELLO
UMANO (che viene utilizzato, anche dagli stessi medici,
al 10-15% delle reali possibilità), DI UN METODO CHE, MAGARI TRA
NON MOLTO TEMPO, qui la persona già
non c'è più e il suo corpo va verso la morte; e trattenerlo è abusivo,
è farne un oggetto di cui si dispone a piacere, di cui non si ha
diritto di disporre.
Il giorno 17 novembre 2008 13.10,
Arrigo Colombo <arribo at libero.it>
ha scritto:
Movimento per la società di giustizia e per la
speranza
Ho letto la vostra dichiarazione e quella di Scienza
e vita. Vi unisco un articolo che ho scritto per il "Nuovo quotidiano
di Puglia".
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
di Arrigo Colombo
Finalmente la Cassazione ha dato il sospirato
responso: Eluana Englaro può morire. Dopo 16 anni, dal gennaio 1992,
quando un incidente di macchina le provocò un trauma al cervello cui
seguì una necrosi irreversibile, ridotta allo stato vegetativo,
mantenuta in vita con alimentazione artificiale. Dopo
una battaglia giudiziaria che nel luglio di quest'anno aveva raggiunto
l'autorizzazione della Corte d'Appello di Milano, poi bloccata dalla
Procura, finalmente la Cassazione respinge questo blocco, questo
ricorso, e la poverina può morire. La buona morte, la morte liberatrice.
E subito insorge la polemica, il Vaticano
grida all'omicidio. Col Card. Barragan, presidente del Pontificio
consiglio per la salute; con Bagnasco, presidente della CEI; con
Fisichella, che presiede la Pontificia accademia per la vita; con alti
esponenti del potere ecclesiastico.
Ma le ragioni non sono chiare, perché di
ragioni si tratta. Non è che vi sia un dettato divino, una rivelazione,
una parola evangelica. È un problema di etica. Il Vaticano pretende di
avere l'esclusiva dell'etica, di sapere lui solo qual'è l'azione giusta
e virtuosa; mentre l'umanità, emancipatasi dalla chiesa, sarebbe caduta
nel relativismo, nel lassismo, nell'arbitrio, nel tutto è permesso. È
il discorso di papa Ratzinger, discorso frequente, intima persuasione.
Che però è errato perché l'umanità, e proprio in quella modernità che
la chiesa tanto detesta, che Pio IX ha condannato nel suo famoso Sillabo,
una esemplare raccolta di tutti quei pretesi errori (tra i quali c'era
la sovranità popolare, la democrazia); l'umanità è andata sviluppando
un'etica molto salda e forte che è contenuta nelle Carte dei popoli
(spesso chiamate Dichiarazioni dei diritti; che però sono sempre
diritti-doveri), le quali si sono succedute lungo tutta la
modernità. Mentre la chiesa non aveva mai riconosciuto, fino a tempi
recenti (al Concilio Vaticano II) fondamentali principi etici, come la
libertà di coscienza (si veda la mostruosa persecuzione dei cosiddetti
"eretici", bruciati a decine di migliaia sul rogo); o come la sovranità
popolare. Fino a tempi recentissimi (cioè a fine secolo) non
riconosceva l'illiceità della pena di morte, e cioè che lo stato non ha
il diritto di uccidere il cittadino; e predicava la "guerra giusta",
mentre la guerra è un fatto talmente atroce che non può mai essere
giusto; sì che i conflitti tra popoli – come dice il trattato dell'ONU –
devono sempre esser risolti con la trattativa, mai
con la guerra.
Difficile accettare la chiesa cattolica come
un buon maestro di etica, per il fatto stesso che è un centro di
potere, una struttura imperiale, ed è quindi sensibile alle ragioni (o
pseudoragioni) del potere, alla "ragion di stato"; si veda il recente
comportamento nel problema dei preti pedofili. In materia di etica,
piuttosto che come maestra, è bene che la chiesa entri nella
discussione come discepola, poiché i grandi principi li ha appresi
dalla modernità laica. O, supposta questa acquisizione, che vi entri
come partner della discussione, su di un piano di parità, e
riconoscendo l'autorità degli esperti nei vari campi, la medicina ad
esempio.
E quali sono le ragioni che adducono? Parlano
di vita che non si deve mai sopprimere; ma qui si tratta piuttosto di
vita umana, di persona umana, di eclissi o meno della persona quando è
avvenuta la morte cerebrale ed è rimasto solo un residuo vegetativo,
Parlano di accanimento terapeutico che in questo caso non ci sarebbe,
perché non ci sono farmaci ma solo alimentazione forzata; che poi è un
sofisma perché, si tratti di farmaci e macchinari o di alimentazione,
la forzatura c'è. Adducono ragioni che vanno discusse come tutte, e che
in verità non hanno grande peso perché qui la persona già non c'è più e
il suo corpo va verso la morte; e trattenerlo è abusivo, è farne un
oggetto di cui si dispone a piacere, di cui non si ha diritto di
disporre.
D'altra parte questo interevento del potere
ecclesiastico su di un dettato della Cassazione, cioè del supremo
potere giudiziario dello stato, costituisce interferenza del religioso
nel politico e trasgressione del Concordato. Come quando l'episcopato
interviene sull'attività del parlamento e minaccia i parlamentari
cattolici se approveranno una certa legge. Un comportamento
trasgressivo, quello di questi alti prelati, un comportamento vizioso e
non tollerabile. In realtà la chiesa cattolica, che per secoli ha
tenuto lo stato sotto la sua tutela, ha acquisito un habitus perverso
da cui non riesce a liberarsi; rimpiange quella lunga età di supremo
potere non solo religioso ma politico, e in certo modo la perpetua.
Lo stato, poi, è rappresentato da gruppi
politici che ne gestiscono il potere; e che spesso assecondano
l'ingerenza ecclesiastica per non inimicarsela, per averne il favore,
specie nell'incidenza elettorale. Il Centrodestra, in particolare; che
ha varato la legge per la procreazione assistita sulla falsariga del
decreto vaticano. Così ora s'invoca la famosa legge sull'eutanasia, sul
testamento biologico ecc.; ma finché c'è il Centrodestra al governo,
sarebbe opportuno farla? Quanto al Centrosinistra, sappiamo che su
certe leggi avversate dal Vaticano è rimasto bloccato e impotente:
aveva una scarsa maggioranza su cui pesava l'avversione dei cattolici
conformisti.
--
Luca Bigolin
luca.bigolin at 99studio.it
www.baccobar.wordpress.com
|