Fwd:denunciare i fascisti



Sono stato a trovare Federica Sciarelli e tutta la redazione di “Chi l’ha visto?”, pesantemente minacciati da un gruppo di squadristi che ha condotto una marcia sulla Rai, e sentendosi protetto dallo spirito dei tempi ha pensato bene di autocelebrasi girando un video, mettendolo in rete e annunciando “ma cosa volete che ci scappi il morto...”. Subito dopo gli squadristi e i loro esegeti hanno pensato bene di spiegare che il gesto dimostrativo era stato reso “necessario” per punire una redazione che si era permessa di illuminare le oscure vicende di Piazza Navona, laddove era stato concesso ad un gruppo organizzato di arrivare in piazza, di armarsi di bastoni e di aggredire centinaia di donne e di uomini. Quell’episodio, le sue dinamiche, avevano attirato l’attenzione di molti testimoni e, tra questi anche di alcuni rappresentanti dei sindacati di polizia. Sulla medesima rete erano apparsi filmati inequivocabili. Nonostante le immagini e i racconti dei presenti, il governo si era presentato in aula tentando di scaricare le responsabilità sul movimento degli studenti e su chi li sostiene politicamente. Sembrava di risentire parole lontane: gli opposti estremismi in piazza e il governo della paura ad amministrare l’odine pubblico. Per altro il copione era stato anticipato, punto per punto, dal presidente Cossiga. La redazione di “Chi l’ha visto?”, fedele ad una linea editoriale, ha documentato un episodio, ha posto interrogativi, ha raccolto testimonianze. In qualsiasi altro paese occidentale sarebbe stato considerata una positiva esperienza professionale. Nella Italia delle censure, delle omissioni, della TV che deve aiutare il governo come hanno chiesto Berlusconi, Dell’Utri e Gelli, si arriva invece alla marcia in camicia nera sulla Rai. Nelle telefonate di rivendicazione si parlava di “uso criminoso della tv pubblica”, esattamente le stesse parole usate da Belusconi quando chiese e ottenne la cacciata di Biagi, Santoro.

La marcia, ovviamente, è stata condannata da quasi tutti, ma quella marcia si è inserita in una stagione fatta di minacce e di inviti a non dare spazio mediatico al disagio e al malessere sociale. Questo sarà il grido di battaglia per giustificare le nuove liste di proscrizione nel futuro polo unico Raiset. L’aggressione contro Federica Sciarelli e contro la sua redazione è una marcia contro l’Articolo 21 della Costituzione contro ciascuno di noi.

Quando Biagi, Santoro e Luttazzi furono cacciati non pochi giornalisti si voltarono dall’altra parte, questa volta sarà il caso di reagire subito, in modo forte e autorevole.

Giuseppe Giulietti