Torino. I farmacisti, La Stampa e Numa
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- Date: Wed, 22 Oct 2008 16:59:53 +0200
Torino. I farmacisti, La Stampa e Numa Volantini anarchici “Farmacisti spie”. Questo il titolo
di un articolo di Massimo Numa in prima pagina della cronaca cittadina del
quotidiano “La Stampa” del 22 ottobre. Le
citazioni tra virgolette sono tutte tratte dal comunicato “Farmacisti spie”
diffuso dalla Federazione Anarchica di Torino il 3 ottobre.
Nell’articolo in questione Numa esordisce dichiarando
che gli “anarcoinsurrezionalisti torinesi, dopo la campagna d’odio contro gli
alpini, le forze dell’ordine a S. Salvario e Porta Palazzo (…), hanno dichiarato
guerra ai farmacisti.” In questa frase si condensano i consueti stereotipi
contro gli anarchici, che non hanno ragioni ma solo sentimenti di odio generico
e insensato, un odio che travalica sino ad investire i miti farmacisti. Numa
parla di “telefonate di minaccia, ora al vaglio della Digos, manifestini e
comunicati che denunciano l’attività di ‘spie’” di alcuni farmacisti.
L’articolo prosegue con le dichiarazioni del presidente
dell’Associazione titolari di farmacia, Luciano Platter, che definisce la
campagna di denuncia delle farmaspie “pericolosa, perché diffonde falsità”.
L’articolo va avanti tra citazioni del comunicato da noi diffuso e dichiarazioni
di Platter che nega tutto, limitandosi a dichiarare che i farmacisti si sono
limitati “ad accogliere l’invito del Comune, per aiutare (…) gli anziani dei
quartieri più difficili, soli e senza aiuti”. Platter è preoccupato perché in fondo ai manifestini
diffusi in questi giorni c’è l’elenco delle 15 farmaspie pioniere di Torino
“trasformate in facili bersagli per i violenti”. Il
quadro è completato dall’immagine fosca degli “anarchici dell’assemblea
antirazzista”, gli stessi che hanno imbrattato i muri di Porta Palazzo (“alpini
assassini”), che hanno preso di mira la Croce Rossa e i suoi dirigenti seguiti
da puntuali citazioni dal comunicato della FAI torinese. L’assemblea antirazzista – è un fatto noto - è un
insieme di individui che si raggruma intorno all’urgenza di resistere ed opporsi
alle leggi e ai regolamenti razzisti, alla repressione che colpisce ogni giorno
per le nostre strade i poveri, gli immigrati, i senza documenti. Partecipano
all’Assemblea persone diverse per sensibilità ed orientamenti politici, alcuni
sono anarchici, altri no, ma tutti sono concordi sulla necessità di mettersi in
mezzo, di agire concretamente contro la barbarie che tutti, da destra come da
sinistra, chiamano “sicurezza”. Ma il dirlo avrebbe rovinato la violenta
dinamicità dell’articolo. Da
un lato i bravi farmacisti che ascoltano e segnalano le difficoltà degli anziani
soli e malati dei quartieri “difficili”, dall’altra gli anarchici cattivi che li
attaccano senza ragione. Gli anarchici in particolare e gli antirazzisti in
generale escono dall’articolo di Numa come pazzi che agiscono senza ragione se
non, immaginiamo, la creazione del caos fine a se stesso. Verrebbe da ridere se la situazione sociale nella quale
siamo forzati a vivere non fosse ben poco allegra. Sgomberiamo il campo dai dubbi. Siamo – assieme a tanti altri antirazzisti – quelli
della campagna contro i militari nelle strade. Lo abbiamo scritto e lo
riscriveremo che gli “alpini sono assassini”, perché l’omicidio, la strage è lo
scopo di chi fa il mestiere delle armi, perché dalla Somalia all’Afganistan i
nostri soldati hanno ammazzato, stuprato e torturato. Abbiamo “preso di mira” la Croce Rossa perché la Croce
Rossa gestisce una prigione per “senza documenti”, un posto dove uomini e donne,
colpevoli di cercare un’opportunità di vita nel nostro paese, sono rinchiusi in
attesa di essere deportati. Abbiamo “preso di mira” i suoi dirigenti perché il
23 maggio di quest’anno al CPT di Torino un uomo è morto di malattia perché
un’organizzazione “umanitaria” l’ha lasciato agonizzare senza rispondere alle
richieste di aiuto dei suoi compagni di prigione. Abbiamo “preso di mira” i farmacisti spioni perché
un’agenzia (Adnkronos del 25 settembre), un quotidiano (La Stampa del 26
settembre), un altro quotidiano (Epolis del 26 settembre) ci ha informati in
merito. Se
le affermazioni di Marco Accostato su La Stampa e di Jan Pellissier su Epolis
non erano vere perché mai il presidente dell’Associazione titolari di farmacia
Luciano Platter non ha detto che La Stampa ed Epolis diffondono “falsità”? O
certe cose diventano false solo quando a scriverle sono gli anarchici che ne
denunciano il carattere liberticida? A
proposito… l’elenco delle farmacie impegnate sin dal primo ottobre a fare da
collettore delle confidenze dei clienti lo abbiamo copiato da La Stampa e da
Epolis: dobbiamo dedurne che il Dottor Platter ritiene che i due quotidiani le
abbiano volute “trasformare in facili bersagli per i
violenti”? Nel
suo pezzo su Epolis “La ricetta contro la delinquenza da oggi è in mano ai
farmacisti” Pellissier scriveva “Esercito, pattugliamenti, controlli e
appostamenti vari non bastano a fermare la spirale di microcriminalità che sta
travolgendo Torino. I Vigili per trovare una soluzione si sono affidati a chi
per eccellenza ha sempre una ricetta in mano: i farmacisti. A loro spetterà il
gravoso compito di ascoltare, registrare e catalogare le lagnanze dei loro
clienti, e poi comunicarle una colta a settimana ai Civc.”.
Accossato, sulla Stampa del 26 settembre, scriveva che
“Vigili urbani e farmacisti uniscono le forze per contrastare criminalità e
degrado nei quartieri di Torino. Dal primo ottobre una speciale Task-force della
polizia municipale farà tappa nelle farmacie per raccogliere le segnalazioni.
(…) Furti, scippi, atti di vandalismo, ma anche tossicodipendenti e spacciatori
sempre in azione, fino ai giardini minacciati dai vandali, alla presenza di auto
abbandonate per strada e all'illuminazione guasta finiranno su un registro
quotidiano dei vigili. Farmacisti e cittadini potranno segnalare ai vigili anche
la presenza sospetta di nomadi che girano fra le case, di persone che chiedono
denaro per strada, fino agli atti di bullismo dei ragazzini contro altri
ragazzini.” Platter tutto questo lo chiama “aiutare (…) gli anziani
dei quartieri più difficili, soli e senza aiuti”? Eppure Platter almeno Accossato lo conosce bene visto
che nel già citato articolo del 26 settembre “Farmacisti sentinelle di degrado e
sicurezza” gli aveva rilasciato ben altre dichiarazioni. Diceva allora Platter
“Ormai perfettamente radicati sul territorio siamo un punto di riferimento dei
cittadini, in particolare dei più deboli, sempre più frequentemente soggetti a
episodi di microcriminalità”. Questo Platter lo chiama “aiutare gli anziani”: noi
preferiamo definirlo “spia di quartiere: nel ventennio c’erano i capo
fabbricato, oggi è il turno del dottore di farmacia.” Ma le spie, spesso, non brillano per coraggio: il loro
agire è nell’ombra, camuffato da “aiuto” agli anziani, sussurro all’orecchio,
confidenza raccolta senza clamore. Quei rompiscatole degli anarchici hanno voluto
raccontare a tutti questa storia di autentico “degrado” urbano, scrivendola sui
muri. Una verità che fa paura. A Numa, la cui penna mai si sottrae alla bisogna di
definire gli anarchici come stupidi e cattivi, vorremmo chiedere se gli capita
mai di fare un controllo delle fonti, una verifica delle dichiarazioni che
riporta. In questo caso sarebbe bastato leggere il quotidiano per cui lavora.
Federazione Anarchica Torinese –
FAI Corso Palermo 46 – la sede è aperta ogni giovedì dalle
21 338 6594361 |
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