| Nel cuore di questa estate torrida
  e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del
  vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza), mi giunge,
  come un fulmine a ciel sereno, la notizia
  che il governo Berlusconi
  sancisce la privatizzazione
  dell’acqua. Infatti il 5 agosto il
  Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge
  numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1
  afferma che la gestione dei servizi idrici deve
  essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
  Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del
  PD, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta.
  (Una decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta
  dell’on.Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata
  durante le elezioni!).Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione,
  ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua
  è una merce.
 Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con
  tanti amici,con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto
  Mondiale dell’ acqua ……queste notizie sono per me un pugno
  allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i
  partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R.Lembo
  e R. Petrella,
  che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle
  collettività territoriali. I Comuni, in particolare,
  non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni,
  ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati,
  per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi
  dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze
  comunali.“ Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra Costituzione!
 Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche
  notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina)
  dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai
  privati. Acqualatina,
  (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di
  azioni) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%!
  Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le
  bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura
  di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora, nel
  cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes
  armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso
  dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della
  provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare
  allo sportello di Acqualatina per pagare. E’ una resistenza eroica e
  impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa.
  Non possiamo lasciarli soli!
 L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione
  Campania. L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli,
  Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009.
  L’ Arin, la municipalizzata
  dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che
  includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili.Per far
  digerire la pillola, Cardillo promette una
  “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli).
  Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini
  di seria A (i ricchi ) e di serie B (i poveri), come sostiene
  l’economista M.Florio dell’Università degli studi di Milano.
 Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006
  aveva costretto 136 comuni di ATO 2
   a ritornare sui propri passi e a proclamare
  l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica,
  l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la
  multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora
  prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande
  trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.
 A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia
  (un comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ), 67 mila persone
  hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui
  il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di
  Roma).Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini
  che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76
  Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).
 “Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del
  Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga
  e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito
  da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto.Mi chiedo
  amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la
  privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila
  firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua?
 Ma cosa succede in questo nostro paese? Perchè siamo così immobili?
  Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali,
  rinchiudendoci nei nostri territori? Perché il Forum dell’acqua non
  lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla
  Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare
  sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di
  tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro
  sull’acqua?
 Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e
  cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere
  gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo
  possibile per l’utente,senza essere SPA. “L’acqua
  appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per
  trarne “illecito”profitto- ha scritto l’arcivescovo
  emerito di Messina G.
  Marra.Pertanto si chiede che venga gestita
  esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da
  sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso
  possibile.”
 Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana?
  Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o
  morte per le nostre classi deboli, ma soprattutto per gli impoveriti del
  mondo? (Avremo milioni di morti per sete!).
 E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI:”
  Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta
  di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana .Da questa
  prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che
  considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.”
  Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il
  nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in
  difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra,
  non solo perché è prezioso dono del Creatore- ha scritto recentemente il
  vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni persona,
  ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che
  dall’acqua trae esistenza, energia e vita.”
 Sull’acqua ci giochiamo tutto!
 Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale,
  dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a
  proclamare che l’acqua
  non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci
  da fare perché vinca la vita!".
 
 padre Alex Zanotelli
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