Torino sabato 30: presidio antirazzista al Balon
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- Date: Fri, 29 Aug 2008 02:45:37 +0200
Torino sabato 30: presidio
antirazzista al Balon Sabato 30 agosto ore 12
presidio al Balon contro i militari nelle strade e contro il razzismo.
Esposizione di una mostra sui “nostri ragazzi” in missione all’estero.
Appuntamento in piazza Borgo Dora angolo via Andreis.
L’iniziativa è stata
condivisa all’interno dell’Assemblea Antirazzista di
Torino. Per
contatti: assembleaantirazzistatorino at autistici.org In questo stesso fine
settimana a Patrasso in Grecia si svolge il “No border camp”, campeggio contro
le frontiere, cui rivolgiamo il nostro saluto solidale, convinti che la lotta
contro le politiche razziste dell’Europa Fortezza è una lotta comune e solo nel
moltiplicarsi solidale delle iniziative si potranno porre le basi per la libera
circolazione delle persone a la distruzione delle
frontiere. Di seguito il testo di uno
dei volantini che verrà distribuito e una nota sul No Border camp di
Patrasso. Sicuri da
morire Il nuovo questore di Torino
ha fatto la sua dichiarazione di guerra, dicendo che l’immigrazione clandestina
è la maggiore emergenza cittadina. È arrivato alla fine di agosto, pochi giorni
dopo l’entrata in “servizio” dei militari della Taurinense, che da qualche
settimana pattugliano le zone “calde” della città. A Porta Palazzo, oltre alla
polizia, che già gira come truppa di occupazione, adesso ci sono i soldati. Come
a Kabul, come a Baghdad. Come nei tanti sud dove si combattono le guerre e le si
chiama operazioni di polizia internazionale. Sono i reduci dalla battaglia dei
ponti di Nassirya, dove un’ambulanza con una partoriente e i suoi parenti venne
crivellata di colpi, sono i reduci dell’Afganistan, dove sono normali le
irruzioni nelle case e le uccisioni dei civili, sempre tutti terroristi, bambini
compresi. Sono quelli della Somalia con le torture fotografate per diletto e
vanteria. Sono assassini di professione. Oggi pattugliano ma domani,
quando ci saremo abituati, quando la loro presenza sarà “normale”, entreranno
nelle case, mettendo a frutto l’esperienza maturata al fronte.
Il sindaco, appena
acquisiti i superpoteri concessi da Maroni, ha emesso un’ordinanza contro i
“bivacchi” a S. Salvario. Chi può permettersi di sedere nei dehor dei bar si
godrà il fresco delle serate, per gli altri, per quelli delle moretti a un euro
bevute su uno scalino in strada ecco pronte le pattuglie. In nome della
“sicurezza” un altro pezzetto di libertà che se ne va.
La guerra contro i poveri,
la guerra combattuta nei quartieri abitati da immigrati, nell’ex CPT/CIE contro
i senza documenti si dota di nuovi strumenti, diventa sempre più
feroce. Nel solo mese di agosto a
Torino c’è stato un morto e numerosi feriti e deportati.
Aiad Zakaria aveva solo 15
anni. Nel tardo pomeriggio del 2 agosto muore annegato nel Po: ma non è stato il
fiume ad ammazzare Aiad: lo ha ucciso una legge che nega ai poveri il diritto di
muoversi e di vivere dove vogliono. Aiad in quel pomeriggio di grandine e
pioggia stava fuggendo da una retata della guardia di finanza: è morto per non
rischiare la deportazione in Marocco, per non essere strappato alla sua vita,
per non perdere quel lembo di futuro che chi emigra spera di agguantare. Aiad è
stato ucciso nella guerra contro i poveri. Al CPT/CIE chi si ribella
viene pestato, umiliato, espulso: l’ultimo pestaggio, l’ultima rivolta è dello
scorso 18 agosto, quando un detenuto che protestava contro l’ennesimo sopruso
viene picchiato e, in risposta, per qualche ora i reclusi spaccano tutto.
Ad Orbassano un
antirazzista distribuisce volantini dove si denuncia il pestaggio, dove è
scritto “la polizia picchia”. Fermato dai carabinieri e portato in caserma viene
insultato e denunciato per “vilipendio”. Gli viene detto che non si può scrivere
che “la polizia picchia” e passarla liscia. In nome delle sicurezza
ammazzano, picchiano, deportano. Oggi gli immigrati senza carte e chi protesta,
domani, forse, tutti quelli, anche tra gli italiani, che non ce l’avranno fatta
a conquistarsi uno dei pochi posti al sole nel buio della giungla
sociale. È venuto il tempo di
cambiare rotta. Prima che sia tardi. L’emergenza, quella vera, quella fatta di
lavoro che ammazza, ammala, sfrutta è pane quotidiano per gli italiani come per
gli immigrati. L’emergenza, quella vera, di chi fa fatica ad arrivare alla fine
del mese, di chi non vede futuro per se e per i propri figli, di chi non ce la
fa a pagare per la scuola, la sanità, la casa, i trasporti rischia di
sommergerci tutti. Un giorno i militari che
pattugliano le strade potrebbero fare irruzione nelle nostre case, perché la
frontiera della “sicurezza” si sposta sempre più. Fermiamoli. Cacciamoli
dalle nostre città, dalle nostre strade. Il nemico, quello vero, siede tra i
banchi del parlamento e nei consigli di amministrazione delle industrie. Ci ruba
ogni giorno la vita e la libertà. A tutti, non solo ai
migranti. Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo
46 La sede è aperta ogni
giovedì dalle 21. Per info:
mail: fat at inrete.it cellu. 338 6594361 Patrasso: frontiera di
guerra Dal 29 al 31 agosto si
terranno a Patrasso tre giorni di azioni e iniziative contro le frontiere, un
campeggio “No Border”. Il porto di Patrasso, posto
di fronte alla costa pugliese, luogo di approdo dei tanti che dal nostro paese e
dal resto d’Europa viaggiano verso Per primi sono arrivati i
curdi in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni, poi è stata la volta degli
afgani, scappati dalla guerra che aveva distrutto le loro case ed ogni possibile
futuro nel loro paese. A est della città, non lontano dal porto, è sorta una
baraccopoli abusiva, priva gabinetti, acqua, elettricità, uno dei tanti non
luoghi di questa nostra Europa, dove i muri, simbolici e reali si stanno
moltiplicando. D’inverno vi si trovano in
media un migliaio di uomini, in estate molti di
più. Il porto di Patrasso, in
tempi non lontani sonnacchiosa frontiera tra Grecia e Italia, si è trasformato
in garitta a difesa della Fortezza Europa: telecamere, barriere all’ingresso
controllate da uomini armati. La polizia ha sempre
tentato di impedire contatti tra la città e i rifugiati della baraccopoli con
blocchi, controlli, perquisizioni, sfociati spesso in duri
pestaggi. Da gennaio di quest’anno la
pressione nei confronti dei rifugiati è aumentata: in città c’è chi pretende che
il campo degli afgani sia smantellato, mentre la polizia tiene lontani dalla
città i migranti, picchiando chi tenta di uscire dalla
baraccopoli. Negli ultimi mesi si è
sviluppato un movimento di resistenza che vede protagonisti il movimento
antiautoritario e la sinistra non istituzionale. Iniziative di solidarietà ed
appoggio si sono svolte in gennaio e febbraio, il 24 e 25 maggio si sono svolti
due giorni di assemblee ed azioni da cui è scaturito l’appello per il “No Border
Camp” di fine agosto. Programma del Campeggio
contro le frontiere di Patrasso 29 30 31 agosto. Tre giorni
di azioni e iniziative Venerdì 29
agosto Ore 17 partita di pallavolo
tra greci e rifugiati afgani. Ore 19,30: discussione
pubblica “La fortezza Europa e i movimenti di
resistenza” Tra gli altri
interverranno: Ucraina nel
2007 Gli organizzatori del
campeggio contro le frontiere di Dikili in Turkey Un avvocato di
Ancona Compagni dalla Bulgaria e
dalla Serbia Immigrati e rifugiati dalla
Turchia, Albania, Afganistan Ore 22 festa sulla
spiaggia Sabato 30 agosto ore
12 Assemblea generale contro
le frontiere per discutere della manifestazione della sera, delle azioni di
solidarietà della domenica, di future azioni
comuni. Ore 18
Manifestazione in città dal
campo dei rifugiati al centro di Patrasso Ore
19,30 Concerto all’aperto al
porto con Thanassis Papakonstantinou, Renovatio (Albanian Hip-Hop), Bitov Terror
(Bulgarian street-ska), Grover, Panikos, No Sin (rock bands from Thessaloniki),
Deus Ex Machina (rock band from Athens) Domenica 31 agosto ore
12: Azioni di
solidarietà |
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