Torino dopo lo sgombero di via Pisa. Il comune minaccia, Fabio torna libero
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- Date: Thu, 17 Jul 2008 13:43:10 +0200
Torino dopo lo sgombero di via Pisa. Il comune minaccia,
Fabio torna libero Continuano le cronache di
questa convulsa estate torinese segnata da occupazioni di immigrati, sgomberi,
arresti, minacce del comune e lotte al CPT. In breve le ultime
puntate. Martedì mattina la polizia
sgombera la casa di via Pisa, occupata il 6 luglio da quattro famiglie rumene,
deportando gli abitanti nelle baracche di via Germagnano, nel fango, tra i topi,
senza acqua né elettricità. Fabio, uno dei compagni subito accorsi in via Pisa,
viene pestato e arrestato per resistenza e lesioni: aveva provato a chiedere di
entrare nella casa sgomberata per prendere le poche cose degli
immigrati. Sgomberati dalla polizia
perché occupare è illegale, gli ex occupanti di via Pisa sono stati deportati
con un pullman del comune in un campo abusivo. I giornali, il giorno dopo, hanno
osato scrivere, mentendo spudoratamente, che la casa di via Pisa non era sicura.
Così – per maggior sicurezza – il comune ha decretato che le famiglie tornassero
in baracche senza acqua né elettricità, in mezzo al fango e ai
topi. Ma le istituzioni, Comune
in testa, non potevano certo tollerare un’occupazione, perché via Pisa stava
dando coraggio ai tanti che vivono come bestie lungo i fiumi, dove nessuno li
vede, come polvere celata sotto il tappeto. L’Enel non poteva certo
rischiare che l’esempio diventasse contagioso: altri avrebbero potuto
riprendersi parte di quello che ogni giorno questa società ingiusta sottrae.
La proprietà privata non si
tocca: nessuno deve rialzare la testa. Al presidio davanti al
Comune fatto nel pomeriggio dopo lo sgombero di fronte ai bambini che reggevano
lo striscione “Case per tutti. Fabio Libero”, Chiamparino, “pescato” mentre
andava al bar, ha detto “io non c’entro”. Un funzionario del suo gabinetto,
durante un incontro successivo e meno informale, ha promesso una casa per il
giorno dopo. Ma mercoledì mattina i funzionari dell’ufficio immigrazione di
Corso Novara si sono limitati a intimidire gli immigrati annunciando denunce e
arresti se ci fossero state nuove occupazioni. L’unica “proposta” avanzata:
prendersi i bambini ed ospitarli in una casa per minori. Più che una proposta
una ben evidente minaccia. Di fronte all’ufficio
immigrati è stato fatto un piccolo presidio, al termine del quale ci si è
spostati al tribunale per il processo a Fabio, il compagno arrestato il giorno
prima, per aver dato solidarietà attiva agli occupanti di via
Pisa. All’udienza Fabio è stato
liberato in attesa di processo. Al giudice che gli chiedeva dei fatti ha negato
di aver assalito da solo tre energumeni della Digos e ha ribadito con fermezza
la propria indignazione di fronte ai poliziotti che ridevano per aver gettato in
strada molti adulti e ben 8 bambini. Gli occupanti di via Pisa hanno assistito
all’udienza, dimostrando che la solidarietà è
contagiosa. Nel tardo pomeriggio c’è
stato un piccolo presidio davanti al CPT di Corso Brunelleschi: la sera prima un
detenuto aveva tentato il suicidio, la mattina successiva un altro aveva bevuto
shampoo, gli altri immigrati erano entrati in sciopero della
fame. Il muro è sempre alto ma è
importante esserci, dimostrare solidarietà a chi, nella disperazione, cerca di
fuggire la deportazione, stringendosi un cappio al
collo. Oggi è un altro giorno. La
lotta continua. Le iniziative sono fatte e
condivise nell’ambito dell’Assemblea Antirazzista Per
contatti: assembleaantirazzistatorino at autistici.org tel: 338
6594361 |
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