Torino: una pietra contro il Tav
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- Date: Sun, 29 Jun 2008 21:48:13 +0200
Torino: una pietra contro il Tav Il 28 giugno piazza XVIII
dicembre a Torino si è riempita di No Tav, che, sfidando il caldo feroce e i
divieti di polizia, hanno dato una prima, importante, risposta a chi in queste
stesse ore stava decidendo sul futuro di Torino e della Val
Susa. Foto a
quest’indirizzo: http://piemonte.indymedia.org/article/2449 La giornata No Tav,
organizzata da Saldatura – rete contro le nocività di Torino e dintorni – si è
aperta con un’assemblea di piazza, nella quale sono state illustrate le
conseguenze disastrose della costruzione del Tav a Torino, dove ben 250.000
torinesi saranno investiti dalla costruzione della nuova linea. 30 anni di
cantieri per servire gli interessi della solita lobby di costruttori,
interessata a drenare soldi pubblici per un’opera inutile, che assorbirà risorse
che potrebbero essere impiegate per migliorare i servizi destinati alle persone,
cominciando dal trasporto ferroviario per i
pendolari. Dopo l’assemblea i No Tav
sono scesi in strada diretti in corso Francia, che nei giorni precedenti la
questura aveva vietato con il pretesto dell’interruzione del traffico.
Evidentemente chi si appresta a bloccare la città per 30 anni non gradiva che la
protesta No Tav lo facesse per 30 minuti. La passeggiata che, vista
la partecipazione, ha assunto i caratteri di un vero corteo, si è diretta in
piazza Statuto e qui ha svoltato per corso Francia. Lo schieramento di polizia
era imponente. In testa al corteo tre sindaci si Tav con tanto di fascia
tricolore accompagnati da operai in tuta armati di cazzuola e bugliolo, un
trattore bonsai, una corte di portaborse e cortigiani. I No Tav sono dilagati
ovunque per la piazza, bloccando il traffico in ogni direzione, mentre partiva
la cerimonia di posa della prima pietra, con tanto di discorso inaugurale,
taglio del nastro e cementazione della pietra. La manifestazione si
conclusa in piazza XVIII dicembre con toma, birre, musica, l’acqua della Fonte
Penturetto di Vaie, e giochi per i bimbi. In molti hanno manifestato
l’intenzione di salire il giorno successivo a Prà Catinat, dove i sindaci si
incontravano per farsi presentare l’accordo sul Tav, siglato
dall’Osservatorio. Il movimento No Tav, sin
dal 10 dicembre del 2005, quando la delegazione guidata da Ferrentino tornò da
Roma con questa polpetta avvelenata, comprese che il ruolo dell’Osservatorio era
di far passare con le “buone”, quello che non era stato possibile imporre a suon
di botte e occupazioni militari. In questi tre anni è stato
messo in moto un apparato propagandistico enorme, appoggiato e voluto dal
governo Prodi non meno che da quello del Cavaliere. Si trattava di creare i
presupposti per far credere che, poco a poco, l’opposizione al Tav si riduceva
solo ad una minoranza di estremisti, facilmente criminalizzabili, facilmente
isolabili. Nonostante il fronte
istituzionale sia poco a poco rientrato tra i ranghi, mettendo fine all’anomalia
valsusina di sindaci e amministrazioni schierati contro le direttive dei loro
partiti, il popolo No Tav non ha mai interrotto la sua marcia. Il gusto per
l’agire in prima persona, per la politica dal basso, fatta nelle assemblee
popolari, nei comitati, nel lavoro quotidiano in strada è di quelli che restano
e resistono alle sirene di chi vorrebbe si mollassero gli ormeggi, tornando a
casa. Il 17 giugno i tecnici
della Comunità montana Bassa Val Susa hanno presentato le loro “suggestioni” sul
futuro della Val Susa attraversata dal Tav, chiamando la nuova linea “F.A.R.E.”
– Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti, sostenendo che il Tav si può
F.A.R.E. In un’affollatissima
assemblea svoltasi a Villardora il 27 giugno i No Tav hanno esaminato le varie
proposte, presentate ed analizzate da vari tecnici, ed hanno detto a chiare
lettere che le “suggestioni” dei tecnici della Comunità montana sono sin troppo
simili a quelle di chi da quasi un ventennio propaganda la devastazione del
territorio ed il saccheggio di risorse pubbliche. Il 28 giugno si è ribadito
che l’opposizione al Tav sta crescendo, poco a poco, anche a Torino, da dove,
secondo quanto illustrato nel piano F.A.R.E., dovrebbero partire i
lavori. Un’ultima notazione di
cronaca. Il toretto in fondo a piazza XVIII dicembre, chiuso da anni per timore
che l’acqua attirasse immigrati poveri e senza casa, è stato riaperto dai No Tav
all’uso pubblico della cittadinanza. No Tav Autogestione –
Torino Il nostro Comitato aderisce alla Rete
“Saldatura – contro tutte le nocività” Per info: notav_autogestione at yahoo.it 338
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